Il combattimento medioevale: introduzione e armi bianche

(di Riccardo Massaro)
30/05/17

Introduzione: Cosa spinge una persona ad interessarsi alla Storia? A scuola siamo obbligati a studiarla soffermandoci su date e fatti spesso superficialmente. Ogni 'civiltà' o regime, invece, lo ha fatto per affermare il suo presente cercando nel passato gloria e vestigia con le quali autoleggittimarsi.

Sono nato e vissuto a Roma. Ho lavorato come fattorino per oltre 10 anni e quotidianamente mi sono interessato al perché dei nomi delle vie, all'aspetto di alcuni monumenti, ai musei, alla storia dei miei antenati.

Dopo aver letto i primi libri su argomenti del passato ed essermi appassionato all'epoca romana, mi sono avvicinato alla rievocazione storica, alla scherma tradizionale Europea medievale. Credo nel connubio rievocazione/cultura: lo studio attento delle arti marziali antiche, della storia antica riproposta nella rievocazione storica come si trattasse di un museo vivente.

Studio la scherma antica da ormai 10 anni con l'impagabile maestro Giovanni Sacrati. Grazie alle sue precedenti esperienze in campo militare e la profonda conoscenza delle arti marziali, con una certosina ricerca e pratica, è riuscito a decifrare codici medievali e con essi l'uso delle armi bianche. La nostra associazione 'Di Santi e Fanti' si interessa dell'evoluzione del duello dal XII secolo fino agli inizi del XVII.

Per me studiare la storia è mettere in pratica quello che facevano i nostri avi e sperimentando durante i combattimenti analoghe emozioni, approfondire con attenzione i loro modi, caratteri, vita, imprese per poi, grazie alle iconografie, fare riproduzioni dei loro abiti, indossarli e riproporre infine ad un pubblico attento l'anima, il succo, il bello della storia. Questo approccio ha spinto alcuni rappresentanti del mondo sportivo a riconsiderare il valore delle arti marziali praticate in modo corretto.

Abbiamo lavorato con compagnie teatrali, costruendo coreografie di combattimento basate sul realismo di tecniche codificate. Nel settore abbiamo mietuto successi, e sconvolto luoghi comuni. Rscoprire le proprie radici culturali è capire il perché delle cose avvenute, la psicologia degli uomini passati e tirare le somme per capire il presente.

Scopriremo l'evoluzione delle armi, sia offensive che difensive, il loro uso e la loro trasformazione dall'antichità, alla tarda antichità, dal Medioevo al Rinascimento che, con l'avvento delle armi da fuoco, segnò un abbandono e un ineluttabile inaridimento dello studio delle tecniche schermistiche.

Il combattimento medioevale: le armi bianche

Se consultiamo il dizionario 'Treccani' alla parola 'arma' troviamo: "Qualsiasi oggetto che può essere usato come mezzo materiale di offesa o di difesa... armi bianche, quelle che feriscono di punta o di taglio (spada, baionetta, pugnale, ecc.)... armi da difesa (elmo, scudo, corazza)... armi improprie, cioè tutti gli strumenti atti ad offendere (bastoni ferrati, mazze ferrate, coltelli e forbici a lama lunga, rasoi, falci, scalpelli,..."

Ai primordi cominciammo ad impugnare sassi, bastoni, ossa, poi trasformammo in vere e proprie armi utensili di uso comune, soprattutto quelli usati in campo agricolo...

Nel medioevo molti oggetti 'familiari' ebbero una svolta, quella bellica. Il 'Messer' ne è un esempio: il termine proviene dal tedesco e significa 'coltello', ancora in uso nella Wehrmacht nella seconda guerra mondiale (foto), di dimensioni variabili comprese tra i 30 cm fino ad oltre il metro, la lama era affilata su un solo lato ma ve ne sono anche affilati sulla parte opposta della lama all'altezza della punta. A quello che nasceva come utensile agricolo venne aggiunto un elso, una barra trasversale alla lama utile per proteggere la mano che lo impugna dai colpi avversari nelle parate. È posto tra la lama e l'impugnatura. Troviamo poi un pomolo alla fine del manico per bilanciare il peso della lama. Solitamente impugnato ad una mano, ne esistono di versioni più tarde con manico adatto ad essere impugnato entrambe le mani. Un primo esemplare, si direbbe un prototipo rispetto quelli che verranno, è raffigurato impugnato con due mani da un cavaliere del 1200, ma privo di elso. Oggi troveremmo similitudini di quest'arma con la roncola o con il machete. Utilizzato per tagliare la legna era anche utile per difendersi dagli animali selvatici o eventuali aggressori.

Una piccola parentesi: nel Medioevo era inimmaginabile che una donna impugnasse una spada, oltre a non essere fisicamente predisposta, nessuno avrebbe impiegato il suo tempo per insegnarle delle tecniche di combattimento, anche perché un maestro darmi sarebbe stato molto esoso da ingaggiare, molto meglio sfruttarne i servigi per insegnare ai rampolli maschi l'arte della guerra.

In molte iconografie medievali compaiono donne che impugnano un arnese molto simile al Messer. Questo utensile/arma poteva essere utilizzato dalla donna per difendersi da eventuali aggressioni, ovviamente non avrebbe saputo usarlo con la raffinatezza con cui è rappresentato nei codici antichi quali per esempio il Talhoffer, o il Wallerstein del XV secolo. In essi vengono rappresentati quasi esclusivamente due personaggi che si fronteggiano in duello, mai donne impugnano armi bianche, nelle iconografie in cui invece questo accade si è davanti ad allegorie. La donna guerriero non è mai esistita.

Ritornando al Messer, rappresentato come già detto in molti codici tedeschi , lo troviamo spesso raffigurato in quadri durante tutto l'arco del medioevo, appeso alla cinta o impugnato, utilizzato per giustiziare prigionieri, malviventi e santi, (come San Pietro martire, spesso raffigurato con l'arma ancora conficcata nella testa e per questo pregato dai fedeli per alleviare loro le emicranie. V.immagine in fondo). Nelle guerre contadine del periodo Luterano, quest 'arma appare nella versione agricola brandita contro i cavalieri schierati con i vecchi feudatari, mentre la versione da guerra è usata dai mercenari dei vari signori locali. Arma diffusa in tutta l'Europa, in italia è conosciuta con il nome di 'mannarino', troviamo anche una versione leggermente ricurva, spesso confusa con una scimitarra, simile a quella raffigurata sulle carte da giuoco napoletane nell'asso di spade, leggermente ricurvo, accomunato alla 'stortetta', arma più ricurva e più leggera, conosciuta nel XV secolo e punto di incontro tra una spada è un Messer, è derivata da armi come la scimitarra, comunque di origine asiatica.

Dagli albori del Medioevo sino al Rinascimento, troviamo armi simili in Europa, Asia ed Africa, Filippine grazie a scambi commerciali e guerre. Il Messer raggiungerà con gli Spagnoli (che nel 1500 erano sotto Carlo V, quindi strettamente legati ai Tedeschi perché uniti in un unico impero) anche le Americhe. Di li il già citato machete ne è dimostrazione.

Le tecniche raffigurate sui codici tedeschi che raffigurano attacchi e difese, vengono ritrovate riproposte in chiave del tutto simile in altre parti del mondo.

Per rimanere in Europa la peculiarità che contraddistingue la scuola Italiana da quella Tedesca, è l'uso del pollice messo sul piatto della lama durante l'esecuzione di molte tecniche quando si impugna l'arma. Metodologia assente nella scuola Italiana è di nuovo riscontrabile anche nell'uso della spada Tedesca che permette l'attuazione di ulteriori tecniche, ma che approfondiremo in futuro.

L'evoluzione delle armi è riscontrabile in ogni cultura, ogni uomo di ogni strato sociale suo malgrado prende parte a queste trasformazioni.

Le armi si adeguano a seconda delle situazioni, dei campi di battaglia, del nemico e delle sue dotazioni. E perché no, anche alle mode che ne abbelliscono le forme e ne impreziosiscono la fattura.

(foto: web)