Gli Stati Uniti si portano avanti in Iraq

17/06/14

C'è molto fermento nella marina americana in queste ore a causa delle crisi che stanno interessando il nord-Africa ed il Medio Oriente. La nave da trasporto anfibio, USS Mesa Verde, è entrata poche ore fa nel Golfo Persico con 550 marine, in previsione di una possibile operazione di salvataggio in Iraq.

La Mesa Verde, ha una completa capacità di proiezione grazie ai convertiplano da trasporto armati Osprey MV-22.

Venerdì scorso, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha riferito alla stampa di star valutando la possibilità di un'azione militare in Iraq.

La Mesa Verde si unisce alla portaerei USS George H.W. Bush, all'incrociatore lanciamissili USS Philippine Sea ed al cacciatorpediniere lanciamissili USS Truxtun, già schierati nel Golfo da sabato scorso.

C'è particolare apprensione per il destino dei cittadini americani presenti in Iraq e nelle strutture diplomatiche nel paese. Alcuni membri del personale diplomatico sono già stati trasferiti da Baghdad a Bassora ed Erbil. Alcuni funzionari sono stati trasferiti ad Amman in Giordania. Ma l'ultimo baluardo americano nella regione, ovvero l'ambasciata di Baghdad, rimane pienamente operativo con la maggior parte del personale regolarmente in servizio.

Obama, per garantire una possibile esfiltrazione del personale diplomatico ha schierato anche un contingente di 275 marine in Kuwait, pronto ad attivarsi in caso di emergenza.

La Casa Bianca tiene a precisare che l'America non sarà trascinata in un'altra guerra, ma ha altresì predisposto l'invio dei “moltiplicatori” per la formazione delle truppe irachene assediate.

La rivolta sunnita in brevissimo tempo ha investito parte del paese, minacciando lo stesso governo a guida sciita. Proprio questa mattina sono emersi altri particolari sul contigente della forze speciali che a breve giungerà a Baghdad (andando a rinfoltire l'esiguo gruppo ombra comunque già presente). Tra berretti verdi ed elementi della Delta force, il gruppo che raggiungerà Baghdad non supererà le 100 unità.

Saranno alle dirette dipendenze dell'ambasciatore USA a Baghdad e non saranno autorizzate al combattimento, ma se attaccati possono difendersi con ogni mezzo a disposizione. La filosofia americana militare è particolare e merita un piccolo approfondimento. Perchè se il soldato semplice viene considerato prezioso, l'appartenente dei reparti speciali è sacro. Il supporto che viene conferito a quest'ultimo (ed alla sua famiglia) è inimmaginabile sotto ogni profilo. La frase dela portavoce della Casa Bianca “non sono autorizzati ad ingaggiare, ma se attaccati si difenderanno con ogni mezzo a disposizione”, ricorda tanto la missione che portò all'uccisione di Bin Laden. Fu lo stesso Obama a volere un team di 81 membri composto da Tier- 1, Delta, agenti operativi della Cia e dell'Fbi con addestramento speciale ed ovviamente il Seal Team Six. Le direttive della missione, avvenuta senza il permesso del governo pakistano, vietavano ogni tipo di contatto con le truppe di Islamabad, ma se queste avessero attaccato, l'ingaggio sarebbe stato autorizzato con tutta la potenza di fuoco a disposizione.

Continua intanto il dispiegamento di battelli per lo Scudo di Difesa Antimissile in Europa. La USS Ross, cacciatorpediniere Aegis classe Arleigh-Burke, ha raggiunto la Spagna poche ore fa. E' il secondo dei quattro cacciatorpediniere della US Navy di stanza in Europa ricadenti nello Scudo. La USS Ross, è partita da Norfolk, in Virginia, all'inizio di giugno. Si unisce al cacciatorpediniere USS Donald Cook, che è arrivato nella base di Rota lo scorso mese di febbraio. Entro il 2015, anche le cacciatorpediniere USS Porter da Norfolk e la USS Carney da Mayport, raggiungeranno la Spagna. Le quattro navi saranno il fulcro dello scudo missilistico. La mappa dello “scudo”, oltre alle navi in Spagna, prevede batterie terrestri in Romania e Polonia, radar di scoperta in Turchia e centro comando presso base dell'Air Force a Ramstein, in Germania.

Franco Iacch

(nelle foto: USS Mesa Verde - DoD USA)