F-35A, ufficiale: tra poche ore riceverà la Capacità Operativa Iniziale. In battaglia forse a settembre

(di Franco Iacch)
28/07/16

Tra poche ore il primo squadrone F-35 dell'Aeronautica Militare statunitense sarà dichiarato operativo. La dichiarazione di Capacità Operativa Iniziale avverrà ad un anno esatto dall’abilitazione ricevuta per la versione B dei Marine.

Il primo squadrone sarà formato da dodici caccia F-35A. 21 i piloti del 34 ° Fighter Squadron abilitati per la versione A operativa con sede nella Hill Air Force Base. Sarà il comandante dell’Air Combat Command, il generale Herbert "Hawk" Carlisle, a firmare la certificazione IOC (Initial Operational Capability). I dodici caccia, così come avvenuto per quelli dei Marine, sono stati modificati rispetto a quelli attualmente schierati. Le modifiche implementate faranno parte della futura linea di produzione.

Lo scorso giugno, per la prima volta, gli F-35 schierati presso la Mountain Home Air Force Base, nell’Idaho, hanno volato senza essere afflitti da glitch nel software. I test hanno confermato una stabilità maggiore con le migliorie apportate al software 3i aggiornato che, fino a poche settimane fa, comportava il riavvio dei sistemi ogni tre ore, dopo lo spegnimento senza preavviso dei sistemi di bordo. Secondo i dati diramati dal 34° Fighter Squadron che ha portato in volo gli F-35 nell’Idaho, sono state effettuate 88 sortite con zero anomalie causate da eventuali instabilità nel software.

I sette F-35A schierati dal 6 al 17 giugno scorso, hanno effettuato svariati test. La finestra utile per la certificazione IOC, per rispettare la timeline JSF, era di cinque mesi con termine ultimo il 31 dicembre. L’USAF, quindi, dichiarerà operativo il caccia tattico, esattamente un anno dopo i Marine. L’F-35A che sarà dichiarato operativo tra poche ore, gira sul software 3ib6.21: è ritenuto il più stabile mai caricato sulla piattaforma di quinta generazione. I test fino ad oggi eseguiti non hanno evidenziato alcun degrado nei sistemi a causa dell'instabilità del software. Sebbene un semplice aggiornamento del precedente, il 3ib6.21 è stato determinante per dichiarare la Capacità Operativa Iniziale.

Lo scorso febbraio, il software dell’F-35A era un disastro. Soltanto un aereo su sei riuscì ad alzarsi in volo, ma solo dopo numerosi riavvii del software principale. Sintomi di un software troppo immaturo.

Una volta dichiarato operativo ed, in teoria, pronto per il combattimento sebbene con le limitazioni del software, scopriremo i dettagli dei test eseguiti, con la valutazione dell’Operational Test and Evaluation. Si ignora, ad esempio, se il 3ib6.21 abbia gestito l’intero flusso finale del sistema e se gli F-35A si siano interfacciati con l’Autonomic Logistics Information System.

Da rilevare che i test finali, che dovrebbero sancire l’inizio della produzione seriale dell’F-35, si svolgeranno entro il 2018, con un ritardo di almeno sei mesi rispetto a quanto precedentemente stimato. L’F-35, quindi, non otterrà la “full combat capability” fino al 2018.

L'obiettivo era la metà del 2017 - ha affermato Frank Kendall, sottosegretario per l'Acquisizione del Pentagono – ormai è chiaro che tale non tempistica non potrà essere rispettata.

Quella che è definita Initial Operational Test and Evaluation, IOT & E, riguarderà 23 F-35 con capacità software e hardware basata sul block 3F finale. Come avevamo già affermato in precedenza, l’ottimizzazione degli instabili software 2B e 3i ha richiesto più tempo di quanto era stato previsto, stima poi confermata dal Program Executive Office in una relazione scritta consegnata alla Commissione Forze Armate della Camera. Inevitabile, quindi, che i test sul Block 3F slittassero di sei mesi. Quest’ultima è una data indicativa in quanto si parla di anno solare 2018. Il software Block 3i è stato consegnato per i test di volo esattamente un anno fa, a supporto della dichiarazione IOC dell’Air Force.

Per tutto il 2016 sono attesi ulteriori aggiornamenti fino al completamento del 3F previsto entro la fine della fase di System Development and Demonstration Program (SDD), a supporto della dichiarazione IOC dell’U.S. Navy prevista per il 2018 e dell’avvio della fase di valutazione operativa IOT&E (Initial Operational Test and Evaluation). Il Pentagono ribadisce che non si prevedono difficoltà per la Capacità Operativa Iniziale della Marina che "resta programmata al 2018/2019".

I problemi legati ai software ed alla loro integrazione nel flusso finale, come abbiamo più volte rilevato, sono molto seri. Si tratta di un’anomalia del software causata da un errore non prevedibile, che interferisce con la capacità del radar AN/APG-81 AESA dell’F-35. E’, quindi, un disallineamento tra la tempistica del software dei sensori dell'aereo e l’architettura dei sistemi principali dell’F-35. L’effetto “soffocamento” impone un riavvio dei software. I problemi di stabilità e funzionalità del 3F comunque sono evidenti perché ereditati dal precedente software.

Sarebbe opportuno ricordare che il Block 3F, secondo il direttore dell’Operational Test and Evaluation, Michael Gilmore, anche con miglioramenti significativi nella stabilità, non sarà pronto prima della fine del 2018. Il software Block 3F dovrebbe conferire il 100 per cento delle capacità warfighting del caccia tattico, con integrazione totale di tutti i sistemi esterni. Sempre nel 3F, sono presenti anche i codici per abilitare il cannone ed una serie di munizioni compresi AIM-9X, AMRAAM, GBU-12, GBU-31 e le SDB-II (Small Diameter Bomb II). Senza il software 3F finale, l’F-35 non potrà entrare in produzione su larga scala.

Il GAO stima al 2022 l’inizio della fase finale dei test. Il primo squadrone svolgerà inizialmente tre profili di missione: supporto aereo ravvicinato, interdizione, soppressione e distruzione delle difese aeree nemiche. Con il 3i, l’F-35A potrà utilizzare JDAM, GBU-12 ed AMRAAM. L’Air Force dispone di 74 F-35A e più di 2.000 tecnici specializzati formati.

Ed ALIS? La versione più affidabile, cioè la 2.0.2, non sarà rilasciata prima del prossimo autunno. L’Air Combat Command precisa che, in ogni caso, ALIS non inficerà la IOC e che l’attuale versione, interfacciata con il software 3ib6.21, non ha riscontrato particolari problemi.

ALIS o Autonomic Logistics Information System è il centro nevralgico del sistema F-35. Sintetizzando al massimo, ALIS consente ai piloti così come alla forza a terra di supporto di intraprendere azioni proattive per garantire l’efficienza del caccia in qualsiasi teatro operativo. ALIS è definita anche la spina dorsale della flotta F-35. E’ sostanzialmente un hub utilizzato per pianificare le missioni, tenere traccia dello stato dei velivoli, ordinare i pezzi di ricambio. A differenza di tutti gli altri aerei, ALIS gestisce quotidianamente queste operazioni, in un unico hub nel mondo. Tutti i server ALIS si collegano attraverso le reti militari terrestri o via satellite. Ovviamente non utilizza internet. Esiste un solo server globale chiamato Autonomic Logistics Operating Unit (ALOU). Ogni nazione avrà un proprio server, chiamato Central Point of Entry (CPE). A loro volta, gli squadroni utilizzano a livello locale un server chiamato Standard Operating Unit (SOU).

ALIS funziona in questo modo: l’F-35 di un paese X si collega al SOU che si interfaccia al CPE. Quest’ultimo memorizza i dati e trasmette le informazioni all’Autonomic Logistics Operating Unit. E’ essenziale, quindi, un ottimale connessione. Ogni velivolo può “perdere” la connessione con il proprio server nazionale per un massimo di 30 giorni. Dopo tale termine, il caccia dovrà essere messo a terra. Una volta stabilita la connessione, il SOU carica i dati nel CPE. Esisteranno quindi tanti server quanti saranno i paesi che acquisteranno l’F-35, ma un solo hub principale nel mondo.

ALIS non è mai stato progettato con un sistema di back-up. I timori quindi nascono (oltre all’attuale instabilità del sistema) per particolari contesti in cui potrebbero verificarsi perdite di energia. Ciò, potrebbe limitare le operazioni della flotta a 30 giorni dall’ultima connessione. Sebbene progettato in forma esclusivamente primaria, ALIS dovrebbe garantire maggiore ridondanza all’infrastruttura (tra qualche anno). Ad ogni modo, nell’eventualità in cui ALIS dovesse essere offline, gli F-35 potranno volare per non oltre i 30 giorni.

ALIS non limita le operazioni di volo, ma rende ciechi le squadre a terra sul reale stato del velivolo. Se offline, le squadre a terra non dovrebbero fare altro che procedere fisicamente, gestendo l’intera catena di rifornimento del caccia, così come la configurazione, la diagnostica degli errori, la pianificazione di missione ed il debriefing.

(foto: Lockheed Martin / USMC)