F-35A: per le prima volta test eseguiti senza anomalie nel software

(di Franco Iacch)
22/06/16

Per la prima volta, gli F-35 schierati presso la Mountain Home Air Force Base, nell’Idaho, hanno volato senza essere afflitti da glitch nel software. È quanto comunicano in una nota dal 34° Fighter Squadron.

I test confermano una stabilità maggiore con le migliorie apportate al software 3i aggiornato che, fino a poche settimane fa, comportava il riavvio dei sistemi ogni tre ore, dopo lo spegnimento senza preavviso dei sistemi di bordo. Secondo i dati diramati dal 34° Fighter Squadron che ha portato in volo gli F-35 nell’Idaho, sono state effettuate 88 sortite con zero anomalie causate da eventuali instabilità nel software. I sette F-35A schierati dal 6 al 17 giugno scorso, hanno effettuato svariati test in vista della Capacità Operativa Iniziale che l’Air Force intende dichiarare entro il prossimo agosto (la finestra utile è di cinque mesi per rispettare la timeline JSF).

L’USAF, quindi, dichiarerebbe operativo il caccia tattico, esattamente un anno dopo i Marine. L’F-35A “gira” attualmente sul software 3ib6.21: è ritenuto il più stabile fino ad oggi mai caricato sulla piattaforma di quinta generazione. I test fino ad oggi eseguiti non hanno evidenziato alcun degrado nei sistemi a causa dell'instabilità del software. È ancora prematuro affidarsi al 3ib6.21 per dichiarare la Capacità Operativa Iniziale, ma sono innegabili i progressi compiuti. Lo scorso febbraio, il software dell’F-35A era un disastro. Soltanto un aereo su sei riuscì ad alzarsi in volo, ma solo dopo numerosi riavvii del software principale.

Sintomi – così come evidenziò lo scorso maggio Michael Gilmore, direttore del settore test operativi del Pentagono – di un software troppo immaturo.

Non si conoscono i dettagli dei test eseguiti (si attende valutazione dell’Operational Test and Evaluation). Si ignora, ad esempio, se il 3ib6.21 abbia gestito l’intero flusso finale del sistema e se gli F-35A si siano interfacciati con l’Autonomic Logistics Information System.

I test finali, che dovrebbero sancire l’inizio della produzione seriale dell’F-35, si svolgeranno entro il 2018, con un ritardo di almeno sei mesi rispetto a quanto precedentemente stimato. L’F-35, quindi, non otterrà la “full combat capability” fino al 2018.

L'obiettivo era la metà del 2017 - ha affermato Frank Kendall, sottosegretario per l'Acquisizione del Pentagono – ormai è chiaro che tale non tempistica non potrà essere rispettata.

Quella che è definita Initial Operational Test and Evaluation, IOT & E, riguarderà 23 F-35 con capacità software e hardware basata sul block 3F finale. Come avevamo già affermato in precedenza, l’ottimizzazione degli instabili software 2B e 3i ha richiesto più tempo di quanto era stato previsto, stima poi confermata dal Program Executive Office in una relazione scritta consegnata alla Commissione Forze Armate della Camera. Inevitabile, quindi, che i test sul Block 3F slittassero di sei mesi. Quest’ultima è una data indicativa in quanto si parla di anno solare 2018. Il software Block 3i è stato consegnato per i test di volo esattamente un anno fa, a supporto della dichiarazione IOC dell’Air Force.

Per tutto il 2016 sono attesi ulteriori aggiornamenti fino al completamento del 3F previsto entro la fine della fase di System Development and Demonstration Program (SDD), a supporto della dichiarazione IOC dell’U.S. Navy prevista per il 2018 e dell’avvio della fase di valutazione operativa IOT&E (Initial Operational Test and Evaluation). Il Pentagono ribadisce che non si prevedono difficoltà per la Capacità Operativa Iniziale della Marina che resta programmata al 2018/2019”.

I problemi legati ai software ed alla loro integrazione nel flusso finale, come abbiamo più volte rilevato, sono seri. Si tratta di un’anomalia del software causata da un errore non prevedibile, che interferisce con la capacità del radar AN / APG-81 AESA dell’F-35. È, quindi, un disallineamento tra la tempistica del software dei sensori dell'aereo e l’architettura dei sistemi principali dell’F-35. L’effetto “soffocamento” impone un riavvio dei software. I problemi di stabilità e funzionalità del 3F comunque sono evidenti perché ereditati dal precedente software.

Sarebbe opportuno ricordare che il Block 3F, secondo il direttore dell’Operational Test and Evaluation, Michael Gilmore, anche con miglioramenti significativi nella stabilità, non sarà pronto prima della fine del 2018. Il software Block 3F dovrebbe conferire il 100 per cento delle capacità warfighting del caccia tattico, con integrazione totale di tutti i sistemi esterni. Sempre nel 3F, sono presenti anche i codici per abilitare il cannone ed una serie di munizioni compresi AIM-9X, AMRAAM, GBU-12, GBU-31 e le SDB-II (Small Diameter Bomb II). Tuttavia l’attuale problema del Pentagono riguarda il confezionamento del software 3i, che l'Air Force ha urgentemente bisogno per dichiarare i suoi caccia F-35A operativi entro l'anno.

Senza il software 3F finale, l’F-35 non potrà entrare in produzione su larga scala. Non la pensa cosi il GAO che stima soltanto al 2022 l’inizio della fase finale dei test.

(foto: U.S. Air Force)