F-35, disastro software: se andasse in guerra non ritornerebbe a casa

(di Franco Iacch)
03/02/16

Se andasse in guerra, l’F-35B dei Marine non ritornerebbe a casa. Si potrebbe riassumere così il nuovo rapporto del direttore del settore test operativi del Pentagono, Michael Gilmore, diramato poche ore fa e che fa seguito al memorandum interno consegnato a dicembre al Dipartimento della Difesa.

"I test sul software 2B si sono conclusi lo scorso maggio, ma le carenze sono evidenti. Il Corpo dei Marine ha dichiarato la Capacità Operativa Iniziale lo scorso luglio, ma se proprio questo F-35 dovesse andare in battaglia, dovrebbe essere sostenuto per evitare le minacce, supportato nell’acquisizione dei bersagli, senza considerare le sole due bombe trasportate internamente, pena una segnatura radar inficiata, che ad oggi può lanciare. Le carenze del Block 2B risultano evidenti anche nei sistemi principali. Le capacità essenziali del Block 2B non rendono l’attuale F-35B in grado di sostenere uno scontro.

L’attuale JSF non è in grado, senza i futuri aggiornamenti, di essere determinante”. Secondo il rapporto di Gilmore, i problemi principali del software 2B erano di così difficile risoluzione che sono stati trasferiti nel successivo 3i. Quest’ultimo era stato pensato per essere un semplice aggiornamento, ma le carenze ereditate sono risultate così gravi che la stessa Air Force si sarebbe rifiutata di iniziare i test con il nuovo software. "L'Air Force ha identificato cinque principali lacune ereditate dal Block 2B. Sulla carta, l’Aeronautica dovrebbe dichiarare la Capacità Operativa Iniziale dell’F-35 tra l’agosto ed il dicembre dell’anno in corso. Tuttavia, tali proiezioni non sono realistiche. Ci sono gravi problemi nella stabilità complessiva del Block 3i che, quasi certamente, non saranno risolti entro il prossimo dicembre”. Continua Gilmore. "A differenza dei Marine, l’Air Force non intende accettare un software instabile. Di conseguenza anche il software finale Block 3F è in ritardo e non potrà essere rilasciato secondo quanto previsto nel maggio del 2017. Ad oggi è stato certificato un ritardo di almeno sette mesi. Lo sviluppo del Block 3F non sarà completato primo del gennaio del 2018. Nonostante i molti problemi ed una miriade di slittamenti sulla tabella di marcia, il Pentagono continua ad investire nel programma, avendo già autorizzato l’acquisizione di centinaia di caccia prima della conclusione dei test e delle possibili modifiche”.

Nei giorni scorsi il Pentagono ha ordinato ad una riluttante US Navy di convertire il suo Unmanned Carrier Launched Airborne Surveillance and Strike in un aereo cisterna: il suo destino sarà quello di rifornire gli F-35C.

(Foto: Lockheed Martin)