"Distruggere ogni cosa", ecco il futuro della US Navy: artiglieria elettromagnetica di superficie

(di Franco Iacch)
15/01/16

Piccole imbarcazioni, anche se sarebbe meglio definirle delle centrali elettriche galleggianti, equipaggiate con cannoni elettromagnetici a lungo raggio. Il futuro della Marina Militare degli Stati Uniti ha sposato in pieno la nuova dottrina della “Philosophy of Increased Lethality”. L’ammiragliato USA ha già confermato tre progetti in itinere (già finanziati) per la creazione di una nuova flotta da guerra che possa rispecchiare in pieno il concetto del “kill everything”.

Che tali progetti fossero in corso era già noto da tempo. Che tali dimostratori tecnologici rappresentassero la futura spina dorsale della potenza della US Navy è stato confermato durante il Surface Navy Association. La ricerca della “maggiore letalità ed annessa capacità di distruggere ogni cosa” è stata confermata dal comandante dell’Expeditionary Strike Group Five, l’ammiraglio Peter Fanta.

Mi rendo conto – ha detto Fanta durante l’annuale Surface Navy Association – che non è bello discutere di certe cose, ma il nostro lavoro comporta anche l’eliminazione dei nostri nemici, la distruzione dei loro sistemi e la vittoria sul campo. Non c‘è nient’altro che conta. L’opinione pubblica ha sempre immaginato che la proiezione massima della US Navy fosse la visione di una portaerei da centomila tonnellate. Questo è corretto per il presente. Tra quindici anni, invece, la Marina Militare degli Stati Uniti potrebbe schierare decine di cannoni elettromagnetici al largo delle coste nemiche con effetti devastanti.

La tecnologia dei cannoni elettromagnetici è attualmente in sviluppo. E’ stata progettata per entrare in servizio con la classe Zumwalt (nel video le prove in mare dello scorso mese), attualmente l’unica in grado produrre abbastanza energia elettrica (78 megawatt di potenza) per i cannoni a rotaia. Entro il 2020 il Pentagono dovrebbe essere riuscito a sviluppare degli accumulatori in grado di immagazzinare energia sufficiente e consentire l’installazione dei railgun anche a bordo delle altre navi da guerra della Marina.

L’obiettivo della US Navy è quello di disporre di un primo lotto di quaranta piccole unità equipaggiate con cannoni elettromagnetici. Non parliamo di vere e proprie navi, ma di accumulatori di energia elettrica galleggianti, una sorta di artiglieria elettromagnetica di superficie.

Sebbene ancora in fase sperimentale, i cannoni elettromagnetici (già testati in Virginia), rappresentano il futuro. Sparano proiettili conduttivi al tungsteno ad una velocità di 2,4 km al secondo. Il bersaglio è colpito con una potenza cinetica pari a sette volte la velocità del suono, per una potenza superiore ad un missile Tomahawk. I proiettili fino ad oggi testati dalla US Navy hanno un peso di 3,2 kg. Una potenza devastante ad un costo nettamente inferiore (circa mille dollari) a quello di un missile.

Il cannone elettromagnetico in sviluppo per conto dell’Esercito USA, ha già dimostrato la sua efficacia con proiettili al tungsteno da 2 kg, in grado di viaggiare a 3 km al secondo e trapassare la corazza di qualsiasi carro armato esistente. Entro il 2025, il Pentagono conta di sviluppare dei cannoni elettromagnetici in grado sparare sei colpi al minuto con una durata media delle canne stimata in tremila colpi a piena potenza.

(foto/video: US Navy)