Debutta il Reaper "Block 5"

(di Matteo Acciaccarelli)
04/07/17

Il nuovo drone MQ-9 Reaper dell’USAF, ovvero la variante denominata “Block 5”, ha iniziato, stando a quanto dichiarato dall’Aeronautica statunitense, ad operare contro lo Stato Islamico. Il drone, costruito dalla General Atomics Aeronautical System Inc. of San Diego, che può operare ad alta quota (circa 50.000 ft. ovvero oltre 15.000 m. ndr), si è guadagnato negli anni il soprannome di “hunter-killer” proprio per la sua capacità di colpire i bersagli senza essere visto. Le sue operazioni sono iniziate nel 2007, quando è entrato nella flotta aerea dell’USAF, ma per il Block 5 la prima missione sarebbe avvenuta la scorsa settimana, contro postazioni dell’ISIS in Iraq e in Siria.

Quest’ultima versione dell’MQ-9 Reaper ha subito un grande aggiornamento per quanto riguarda sia la componente elettronica sia il sistema di comunicazione, ma anche l’interfaccia di pilotaggio remoto, chiamata Block 30, è stata modificata con l’ultimo aggiornamento.

Le migliorie principali, ovvero quelle elettroniche, permetteranno al Block 5 di avere una maggior potenza disponibile e la possibilità di effettuare un atterraggio di sicurezza in automatico.

Anche la meccanica del Reaper è stata migliorata tant’è che ora sarà possibile aumentare il carico al decollo, aumentando così il numero di armi trasportabili. Questo miglioramento è reso possibile dalle nuove sospensioni del carrello di atterraggio che darà modo di trasportare anche un serbatoio aggiuntivo per il carburante. Tornando alle migliorie elettroniche, il Block 5 ha anche l’opportunità di essere equipaggiato con due ARC-210 VHF/UHF, una radio che permette di trasmettere dati in maniera sicura grazie al sistema di crittografia interno oltre che di aumentare la banda di invio degli stessi dati.

Un’arma in più questa, per l’USAF e per gli Stati Uniti in generale, che ha dato già la prima dimostrazione di forza il 23 giugno scorso, quando, da un MQ-9 Reaper Block 5, sarebbero stati lanciati una GBU-38 Joint Direct Attack Munition e due missili AGM-114 Hellfire contro bersagli dell’ISIS. Il tutto mentre il drone continuava ad effettuare il supporto alle forze di terra, non intaccando minimamente l’operabilità del mezzo.

Le capacità sempre maggiori e l’affidabilità operativa del MQ-9 Reaper stanno spingendo l’USAF per rimpiazzare tutta la flotta degli MQ-1 Predator, con il loro fratello “maggiore”. Un obiettivo prefissato per la fine del 2018 (v. articolo).

(foto: U.S. Air Force)