C-1 ARIETE, è arrivato il momento di deciderne il futuro

(di Tiziano Ciocchetti)
12/09/18

Presentato al poligono di Monteromano (insieme ad altri mezzi) nel 1988, l’ARIETE appariva perfettamente in linea con gli standard qualitativi degli allora esistenti MBT occidentali, quindi in grado di surclassare, almeno nelle prestazioni, i corazzati del Patto di Varsavia.

Tuttavia la fine della Guerra Fredda e il lungo periodo di sviluppo ne hanno fortemente ritardato l’entrata in servizio (ai reparti è cominciato ad arrivare solo nel 1998), in più non si è provveduto – per la solita mancanza di fondi – ad avviare un programma di aggiornamento in grado di mettere l’ARIETE nelle condizioni di affrontare le minacce dei moderni campi di battaglia.

Inizialmente le acquisizioni dell’ARIETE dovevano essere di 300 unità, negli anni ’90 a causa dei tagli al bilancio della Difesa il numero è sceso a 200. Dopo trent’anni dalla presentazione ufficiale i carri ancora efficienti sono solo alcune decine, una condizione inaccettabile (nonché assai dispendiosa) per un Paese industrializzato come l’Italia.

Dal punto di vista tecnico il C-1 ARIETE è dotato di un propulsore diesel che sviluppa poco più di 1.200 Hp, quindi pochi per poter maggiormente corazzare il mezzo (in Iraq gli ARIETE erano dotati di una corazzatura aggiuntiva che portava la massa oltre le 60 t, tuttavia potevano effettuare pochissimi spostamenti pena la fusione del motore per l’eccessivo peso).

Si è parlato più volte di una rimotorizzazione (si è sviluppato un propulsore che eroga 1.600 Hp), ma ancora non c’è nulla di concreto. Inoltre servirebbe un nuovo cannone (il 120/45 in grado di sparare la vasta gamma di munizionamento della Rheinmetall), un dispositivo di difesa attivo nonché nuovi sistemi di sorveglianza e puntamento.

Nelle ultime settimane sembrerebbe che il Ministero della Difesa abbia cominciato a reperire i fondi per un programma di ammodernamento dei mezzi in servizio.

Una soluzione alternativa potrebbe essere quella di vendere, a Paesi bisognosi di un carro da battaglia, gli ARIETE ancora efficienti e magari cedere alta tecnologia agli israeliani (come è successo con gli addestratori M-346) in cambio di un numero sufficiente di MERKAVA Mk IV (con relativo supporto logistico/addestrativo) per equipaggiare la brigata pesante Ariete.

Qualcuno potrebbe obiettare che il carro israeliano, fin dalla prima versione, è stato concepito per essere impiegato nel particolare contesto mediorientale. Ma è proprio in quel tipo di contesto, piuttosto che quello nordafricano, che i nostri carristi potrebbero essere chiamati ad operare.

Il MERKAVA Mk IV (foto sotto) ha una massa di 65.000 kg, spinto da un propulsore General Dynamics GD883 che sviluppa 1.500 Hp, con un rapporto peso/potenza di 23 Hp per tonnellata. Il carro ha una potenza di fuoco elevata grazie al cannone da 120 mm di concezione israeliana MG253, in grado di sparare missili anticarro LAHAT (Laser Homing Anti-Tank) con sistema di caricamento semi-automatico e 10 colpi pronti all’uso. La protezione è assicurata da una corazzatura composita e, soprattutto, da un sistema di protezione attiva Trophy di Rafael/Elta.

Qualunque sia la decisione circa il futuro dell’ARIETE, appare ormai innegabile che, con la decisione di procedere allo sviluppo di un nuovo MBT, si scelse una strada sbagliata, in quanto un programma così complesso e costoso (visto il basso numero di carri da acquisire) si sarebbe protratto eccessivamente nel tempo, proprio per la mancanza di fondi adeguati, immettendo alla fine in servizio un carro non più adatto ai moderni campi di battaglia.

(foto: U.S. Army / IDF)