Area 51: combattimento manovrato tra un F-16 ed un Su-27, l'SR-72 vola solo di notte

(di Franco Iacch)
08/01/17

Lo scorso otto novembre, giorno dell’elezione del presidente degli Stati Uniti, nei cieli dell’Area 51 si è svolto un combattimento manovrato tra un F-16 ed un Su-27 Flanker russo. Le foto sono state effettuate da Phil Drake e sono disponibili sul suo blog.

Sebbene la presenza dei velivoli russi non sia un segreto, nell’Area 51 dovrebbero trovarsi fino a quattro Su-27, è un fatto abbastanza raro riuscire a fotografarli sui cieli di una delle basi segrete sul territorio statunitense.

La base del Nevada Groom Lake, nota anche come Area 51, è da decenni al centro di ogni teoria complottistica. Il sito è divenuto uno specchietto per le allodole: negli Usa esistono almeno altre nove basi come l’Area-51 utilizzate per testare svarati asset classificati. Le foto sono state scattate dalla Tikaboo Valley, circa 20 miglia ad est della base.

Questo il racconto di Phil Drake: “A distanza di alcuni anni dalla mia ultima visita, sono ritornato nell’Area 51 nella speranza di fotografare gli ultimi prototipi militari in fase di test. Ho assistito a numerosi combattimenti manovrati tra F-15 ed F-16 durante il mio primo giorno. Le cose si sono fatte interessanti nel secondo giorno di appostamento a ridosso della base. Mentre stavo valutando se spostarmi in un’altra zona, come la Queen City Summit o la Powerlines Overlook, la mia attenzione si è subito rivolta ad un velivolo appena decollato dalla base di Groom Lake. Per la prima volta sono riuscito ad inquadrare un Su-27. Erano circa le 15. Pochi secondi dopo, un F-16 è decollato dalla stessa base”.

I due caccia effettuano delle manovre di intercettazione a diverse altitudini, dai venti ai trentamila piedi, ma soltanto due miglia ad est di distanza dalla sua posizione.

Dopo circa quindici minuti, i due caccia sono entrati in battaglia. L’agilità del Su-27 è impressionante. Dopo circa 25 minuti, il dogfight si è concluso ed i due velivoli sono atterrati nella pista di Groom Lake”.

Le foto sono di scarsa qualità a causa dell’altitudine operativa dei due caccia, ma i profili aerodinamici dei velivoli sono chiaramente identificabili. I Su-27 nell’Area 51 sono stati precedentemente identificati nel 2003. L’ultimo avvistamento risale al 2014, anno in cui è stato menzionato per la prima volta dai militari Usa.

Il ruolo dell'Area 51

Il primo MiG-21 (foto sotto), designazione YF-110, venne prestato agli Stati Uniti nel 1966, dopo che i servizi segreti israeliani requisirono l'aereo da un capitano iracheno disertore. L’Air Force tenne per se il MiG-21 per più di tre mesi presso l'Area 51. Il caccia venne esaminato e testato contro gli aerei statunitensi dell’epoca in combattimenti aria–aria, nel tentativo di sviluppare nuove tattiche avanzate. Il MiG-21 venne in seguito restituito agli israeliani nell’aprile del 1968.

Nell’Area 51, nel 1960 venne testato anche un MiG-17. I piloti americani, nelle manovre con i MiG denominate Have Drill e Have Ferry, effettuarono 224 voli. Grazie al programma Have Doughnut, gli americani hanno studiato negli anni diverse piattaforme: MiG-17, MiG-21, MiG-29, Mig-31 e Sukhoi-27.

I russi, hanno certamente studiato caccia F-14, F-15, F-16 ed il velivolo spia U-2. Sempre il Kgb potrebbe aver avuto accesso parzialmente al progetto del bombardiere B-1. Ma la lista potrebbe essere molto più lunga. Sebbene tali dati non siano confutabili, poiché prelevati dai documenti declassificati del National Security Archive della George Washington University, del combattimento manovrato avvenuto l’8 novembre scorso si ignora praticamente tutto.

Il Su-27 potrebbe anche far parte di una flotta privata. A causa di tagli al bilancio, l’Air Force non può più permettersi di mantenere la Red Air, squadriglia che per anni ha simulato nel combattimento ravvicinato i caccia russi così da sviluppare tattiche di volo non convenzionali. I piloti privati, così come i loro velivoli, rappresentano dei validi banchi di prova per le tattiche aeree dell’Air Force ad un costo nettamente inferiore rispetto ad una formazione standard.

L’Air Force ha soppresso il 65th Aggressor Squadron, che per anni ha simulato con gli F-15C la controparte russa. Restrizioni economiche che, però, non si applicano per le basi come l’Area 51, adibita per accogliere e testare i prototipi segreti nei programmi neri delle diverse agenzie e delle divisioni speciali dei principali appaltatori della difesa. Ecco perché i principali test nell’Area 51 avvengono di notte, così avvenuto per l’U-2, l’F-117, l’SR-71, il B-1 ed il B-2.

Alimentare le teorie sui prototipi alieni, è un’ottima copertura. Lo scorso marzo, Lockheed Martin confermò l’esistenza della prima piattaforma ipersonica operativa del pianeta. Due prototipi SR-72 (foto a dx) volano da tempo grazie a programmi classificati.

Il Programma Aurora

Sappiamo che tra gli anni ’80 e ’90, la Skunk Works ottenne fondi per alcuni Black Projects che diedero vita all’F-117 come, in precedenza, anche al velivolo spia U-2. La black aircraft production della Lockheed, ottenne finanziamenti per svariati miliardi di dollari, erano 5 negli anni ’90, per la “produzione di un sistema coperto da segreto militare” mai reso noto. Non è mai stato identificato, ma negli anni abbiamo visto numerosi “ufo” nel cielo. Così come abbiamo sempre ribadito, il divario tra la tecnologia sperimentale segreta e quella nota è di circa 25/30 anni. Nel 98% dei casi, quello che si vede nel cielo risponde alla fisica terrestre. Nel restante 2%, potremmo anche dare ragione all’equazione di Drake.

Il principale vantaggio dell’SR-72 è la “ricognizione persistente”. Invisibile ai radar (a gran parte di essi), potrebbe volare in profondità nello spazio aereo nemico ed aggirerebbe il problema dei satelliti, confinati dalle loro orbite. Se armati, gli SR-72 potrebbero colpire qualsiasi bersaglio del pianeta in 90 minuti. Ci si chiede, però, il costo reale di una flotta operativa considerando le alternative esistenti. La prima e, probabilmente, la più realistica, sarebbe quello di armare i sottomarini con missili ipersonici.

(foto: Phil Drake / נחום עסיס / Lockheed Martin Corporation)