Sistemi antintrusione inviolabili? Un'illusione. La sicurezza si misura con il tempo...

(di Daniela Lombardi)
28/06/17

"Non esiste nessun sistema antintrusione che sia completamente inviolabile. La vera differenza tra un sistema di protezione debole ed un altro più efficace è 'misurabile' nel tempo che occorre a violarlo, per penetrare al suo interno e compiere reati che vanno da azioni terroristiche, a furti, a sabotaggi."

L’ingegner Ruggero Carpentiere, sales and marketing manager di Betafence Italia - azienda di Tortoreto specializzata in sistemi di protezione passiva che fa parte dell’omonimo gruppo belga - distrugge il mito dell’assoluta inviolabilità di alcuni siti ad alto rischio, ma fa chiarezza su come un sistema di difesa sia tanto più efficace quanto più alti siano i tempi necessari a eluderlo.

Betafence Italia protegge con i suoi sistemi diversi siti sensibili, come caserme, ferrovie, aeroporti. È su questi luoghi che si concentra l’attenzione di terroristi e criminali comuni che vogliano mettere a segno colpi di alto impatto mediatico o elevato ritorno economico. L’esigenza di protezione, soprattutto in relazione ai pericoli di attacchi terroristici, aumenta di giorno in giorno nell’attuale momento storico, per questo le richieste da parte degli utenti stanno crescendo in maniera considerevole. Soprattutto, come si diceva, al livello che viene definito “di media e alta sicurezza”.

Il concetto di inviolabilità, che come si diceva non è praticabile in senso assoluto, è quantomeno avvicinabile. I sistemi Betafence dedicati a caserme e a siti altamente sensibili, infatti, sono stati testati dalle forze speciali belghe che hanno messo in campo tutte le loro competenze per “misurare” i tempi necessari ad introdursi attraverso le barriere poste a protezione di luoghi ad alto rischio.

I sistemi da noi studiati per caserme e basi militari garantiscono un efficace rallentamento in caso di attacchi esterni”, spiega Carpentiere.

Un sistema che richieda una decina di minuti od oltre per essere neutralizzato, per fare un esempio, consente l’intervento di Forze armate o dell’ordine e la probabilità che i responsabili dell’intrusione vengano catturati e assicurati alla giustizia. Una recinzione scavalcabile in pochi secondi, invece, non assicura nulla di tutto ciò.

Come, tecnicamente, sia possibile ottenere il risultato di “fare perdere tempo” a chi vuole compiere reati di vario genere, lo spiega ancora Carpentiere. “Il sistema Securifor per le caserme, ad esempio, è un tipo di recinzione che, oltre ad avere una funzione di dissuasione e deterrenza come devono averla tutti i sistemi di difesa, ha caratteristiche antiscavalcamento e antitaglio che lo rendono quasi impossibile da distruggere o superare. L’obiettivo si può ottenere grazie alla ridottissima dimensione delle maglie e alla robustezza dei fili d’acciaio, che hanno un elevato spessore dei diametri. Diverse caserme dei Carabinieri e della Polizia, in Italia, sono protette con i nostri sistemi”.

In parole semplici, infilare un qualsiasi arnese da taglio attraverso maglie strettissime e robuste, diventa un’operazione ardua. Allo stesso tempo, le recinzioni di caserme e basi militari devono garantire visibilità per permettere al personale militare di monitorare ciò che avviene all’esterno, anche tramite sistemi di videosorveglianza ed è questa un’altra caratteristica del Securifor. Sistemi analoghi, sempre nel campo dell’alta sicurezza, vengono adottati per carceri e centri di detenzione temporanea, dove l’obiettivo è evitare, oltre alle intrusioni dall’esterno, le fughe dall’interno.

C’è poi un livello che viene definito di sicurezza medio-alta e riguarda autostrade, ferrovie, aeroporti, porti. “Anche in tal caso – spiega l’ingegnere - la gamma Securifor è la più importante nella categoria 'rallentamento' e ha un’ampia gradazione di robustezza che si adatta ad ogni tipo di esigenza”. Soprattutto in tempi di attentati terroristici, gli aeroporti vanno salvaguardati da pericolose intrusioni.

La richiesta di sostituire le vecchie “reti da pollaio”, reti a maglia larga e sottile che ancora sono utilizzate in diversi scali italiani, cresce seguendo il livello di attenzione e timore espresso da comuni viaggiatori e operatori aeroportuali. Rendere evidente che solo alcune persone autorizzate possono accedere a determinate aree è basilare per garantire sicurezza ed evitare spiacevoli eventi.