Pesco, 23 Paesi Ue firmano il documento di notifica. Quale sarà la prossima mossa?

(di Maria Enrica Rubino)
14/11/17

È stato siglato a Bruxellex da 23 ministri degli esteri e della difesa dell’Ue il documento di notifica per l’avvio della Cooperazione Strutturata e Permanente (Pesco): il punto di partenza verso un sistema integrato di difesa comune.

“Una giornata storica” è stato il commento a caldo dell’alto rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, e della ministra della difesa, Roberta Pinotti. “Dopo 60 anni di attesa, in pochi mesi abbiamo fatto più lavoro e fatto più strada di quella compiuta in tutti i decenni precedenti. Abbiamo raggiunto un traguardo importante.” - ha commentato la Pinotti. “Sono molto contenta” - ha aggiunto - “perché il percorso iniziato con una lettera a quattro ha avuto una adesione altissima, la stragrande maggioranza delle nazioni della UE ha firmato l’adesione alla Pesco”.

I Paesi che hanno siglato la notifica

A siglare la notifica, oltre all’Italia, la Francia, la Germania l’Austria, il Belgio, la Bulgaria, Repubblica Ceca, Croazia, Cipro, Estonia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Olanda, Polonia, Romania, Slovacchia, Slovenia, Spagna e Svezia. Non hanno intenzione di aderire alla Pesco la Gran Bretagna e Malta, mentre il Portogallo e l’Irlanda si ripromettono di aderire non appena avranno completato l’iter di approvazione nazionale. Per quel che riguarda, poi, la Danimarca, pare non abbia mostrato alcun interesse a partecipare al progetto di Common Security and Defence Policy (CSDP)

Tuttavia, la porta resterà aperta anche a Paesi non Ue che potranno essere coinvolti nella partecipazione di alcuni progetti (come aveva specificato la ministra Pinotti nell’ultima audizione tenuta alla Camera dei deputati lo scorso 8 novembre, ndr) se forniranno un ‘valore aggiunto’, non avranno, però, alcun potere politico nella Pesco, che prevede l’approvazione all’unanimità delle decisioni (ad esclusione delle decisioni relative alla sospensione o all’inclusione di nuovi membri, per i quali il voto sarà a maggioranza qualificata).

La Pesco è strutturata in due parti: il ‘Council Level’ e il ‘Projects Level’. Il ‘Council Level’ rappresenta una sorta di organo di controllo e si occuperà della valutazione della politica, o meglio di assicurarsi che tutti gli Stati rispettino i propri impegni. Relativamente al ‘Project Level’, saranno i progetti a fornire un’idea sul livello di efficacia della Pesco, i quali verranno gestiti dagli Stati membri che ne fanno parte.

Uno degli obiettivi è di creare una collaborazione anche sul piano industriale, mantenendo intatta la ‘sovranità nazionale’ dei singoli Stati membri. Nel documento si riporta l’esempio della cooperazione belga-olandese che ha coinvolto le marine militari dei due Paesi nel 1948.

La Pesco è legata alla CARD, Coordinated Annual Review on Defence, e all’Europa Defence Fund (EDF), attualmente in fase di sviluppo con il Programma di sviluppo industriale della difesa europea. Entrambi strumenti utili al raggiungimento dello stesso obiettivo politico: la CARD sarà gestita dall’Agenzia europea per la difesa attraverso un monitoraggio costante dei piani di spesa per la difesa; il FES fornirà incentivi finanziari per incentivare la cooperazione della difesa, dalla fase della ricerca allo sviluppo delle capacità. La Pesco svilupperà progetti individuati mediante il sistema CARD, nei settori definiti ‘prioritari’.

Per quel che riguarda, poi, l’ipotesi della nascita di un ‘esercito unico europeo’ avanzata, o sarebbe meglio dire "azzardata" da alcuni giornali, è bene chiarire che l’Ue non parla ufficialmente di un’unione di difesa, ma di una ‘componente militare’. “Lo scopo è sviluppare congiuntamente capacità di difesa e renderle disponibili per operazioni militari dell’Ue”, viene specificato. E c’è poi chi parla della Cooperazione strutturata e permanente come il tentativo di realizzazione di un’alternativa alla NATO, la quale resta, ad oggi, l’alleanza militare più importante dell’Occidente a cui, in realtà, l’Ue non può offrire un’alternativa. È possibile, però, parlare di “compiti complementari” alla NATO: ad esempio l’Ue potrebbe essere coinvolta nelle missioni militari in Africa, area in cui la NATO non ha tradizionalmente alcuna presenza.

Quale sarà la prossima mossa?

La prossima mossa sarà la votazione del Consiglio (CAE) del prossimo 11 dicembre per l’approvazione vera e propria che avverrà a maggioranza qualificata rinforzata (72% degli Stati che rappresentano almeno il 65% della popolazione Ue). A seguire l’endorsement politico del Consiglio Europeo del 13 dicembre e il via ai primi progetti Pesco entro la fine del 2017. Nel momento in cui la Pesco verrà approvata, ogni Paese membro dovrà presentare il proprio National Implementation Plan, in cui dovranno essere illustrate le modalità in cui intende rispettare i 20 ‘Commitments’, gli obblighi previsti nella notifica.

Gli impegni comuni

L’articolo 2 del Protocollo n. 10 stabilisce gli impegni comuni (20) che gli Stati partecipanti dovranno mantenere con la sottoscrizione della notifica.

1. Incremento del budget per la difesa, fino a raggiungere gli obiettivi dell’accordo;

2. Incremento nel medio termine delle spese di investimento nella difesa al 20% della spesa totale della difesa (benchmark collettivo) con la partecipazione a progetti di difesa in conformità con CDP e con la revisione annuale coordinata (CARD);

3. Incremento di progetti di capacità di difesa strategica congiunta e "collaborativa". Tali progetti congiunti e collaborativi dovrebbero essere sostenuti attraverso la European Defence Fund, se richiesto;

4. Aumentare la quota delle spese stanziate per la ricerca in materia di difesa e la tecnologia per avvicinarsi al 2% della spesa totale della difesa (benchmark collettivo);

5. Istituire una revisione regolare di questi impegni (con l'obiettivo dell’approvazione del Consiglio);

6. Svolgere un ruolo sostanziale nello sviluppo delle capacità all'interno dell'UE, nel quadro di CARD;

7. Impegno a sostenere la CARD riconoscendo la volontarietà della revisione e dei singoli vincoli degli Stati membri partecipanti;

8. Impegno alla concretizzazione della European Defence Fund negli appalti multinazionali con un valore aggiunto dell'UE;

9. Impegno per l'elaborazione di requisiti armonizzati per i progetti di sviluppo concordati dagli Stati membri partecipanti;

10. Impegno a considerare l'uso congiunto delle capacità esistenti al fine di ottimizzare le risorse disponibili e migliorare la loro efficacia complessiva;

11. Impegno a garantire sforzi crescenti nella cooperazione sulla cyber difesa, come la condivisione delle informazioni, la formazione e il sostegno operativo;

12. Per quanto riguarda la disponibilità e la dispiegabilità delle forze, gli Stati membri si impegnano a:

  • Rendere disponibili formazioni, strategicamente dispiegabili, per larealizzazione del LoA UE, oltre a un potenziale schieramento di EUBG. Questo impegno non comprende una forza permanente né una stand by force;

  • Sviluppare uno strumento solido (ad esempio un data base) accessibile solo agli Stati membri partecipanti e alle nazioni che contribuiscono alla sua realizzazione e che abbia funzionalità rapidamente fruibili per agevolare e accelerare il programma;

  • Obiettivo di un impegno politico veloce a livello nazionale, che eventualmente riesamini le procedure decisionali nazionali;

  • fornire sostegno sostanziale ai mezzi e alle capacità del CSDP, operazioni (es. EUFOR) e missioni (es. missioni di formazione UE) con personale, materiale, formazione, supporto all'esercizio, infrastrutture o altro -che sono stati deliberati all'unanimità dal Consiglio, fatta salva qualsiasi decisione relativa ai contributi alle operazioni CSDP e senza pregiudizio a qualsiasi vincolo costituzionale;

  • Contribuire sostanzialmente alla BG dell'UE con la conferma dei contributi in almeno quattro anni di anticipo, con un periodo di stand-by in linea con il Concetto di BG dell'UE, l'obbligo di svolgere esercitazioni di BG dell'UE per la forza di BG dell'UE pacchetto (nazione quadro) e / o partecipare a questi esercizi (tutti gli Stati membri Ue che partecipano all'UE BG);

  • Semplificare e standardizzare il trasporto militare transfrontaliero in Europa per consentire una rapida diffusione di materiale e del personale militare;

13. Per quanto riguarda l'interoperabilità delle forze, gli Stati membri partecipanti si impegnano a:

  • Sviluppare l'interoperabilità delle proprie forze attraverso:

  • Impegno per concordare i criteri comuni di valutazione e di convalida per il pacchetto dell'UE BG allineato alle norme della NATO mantenendo la certificazione nazionale;

  • impegno a concordare standard comuni, tecnici e operativi delle forze riconoscendo che hanno bisogno di garantire l'interoperabilità con la NATO;

  • Ottimizzare le strutture multinazionali: gli Stati membri partecipanti potrebbero impegnarsi ad unirsi e svolgere un ruolo attivo e in possibili strutture future che partecipano all'azione esterna europea nel settore militare (EUROCORPS, EUROMARFOR, EUROGENDFOR, MCCE / Atares / SEOS).

14. Gli Stati membri partecipanti si adopereranno per un lavoro ambizioso di finanziamento comune delle operazioni militari e delle missioni CSDP militari, al di là di ciò sarà definito come costo comune secondo la decisione del Consiglio Athena.

15. Contribuire a superare le carenze di capacità individuate nella Capability Piano di sviluppo (CDP) e CARD. Questi progetti di capacità aumentano l'autonomia strategica dell'Europa e rafforzano la European Defence Technological and Industrial Base (EDTIB);

16. Considerare prioritariamente un approccio collaborativo europeo per colmare le carenze di capacità individuate a livello nazionale;

17. Partecipare ad almeno un progetto della PESCO che si sviluppa o fornisce le capacità identificate come strategicamente pertinenti dagli Stati membri;

18. Impegno all'utilizzo dell'EDA come forum europeo per sviluppare capacità comuni e considerare l'OCCAR come programma predefinito;

19. Garantire che tutti i progetti con riferimento alle capacità degli Stati membri rendano più competitiva l'industria europea della difesa attraverso una politica industriale appropriata che evita inutili sovrapposizioni;

20. Garantire che i programmi di cooperazione - che devono beneficiare solo di entità che dimostrano un valore aggiunto sul territorio dell'UE - e le strategie di acquisizione adottate dagli Stati membri partecipanti avranno impatto positivo sull'EDTIB.