La tecnologia italiana sulle fregate FREMM

10/03/14

A fine febbraio, la Marina Militare italiana, ha ricevuto la “Carlo Margottini”, la terza fregata multimissione FREMM. Queste, rappresentano il più importante programma militare congiunto in ambito europeo, con un investimento complessivo di 11 miliardi di euro, ripartiti fra Francia, 6,5 miliardi, ed Italia, 4,5.

I fondi verranno stanziati dal ministero per lo Sviluppo Economico e da quello della Difesa.

Le aziende partecipanti al progetto sono: la Orizzonte Sistemi Navali, costituita da Fincantieri e Finmeccanica, e la francese Armaris. In particolare, nel programma di sviluppo sono interessate: la Selex Sistemi Integrati, la Oto Melara, la ELT e la Wass, un comparto produttivo di grande valenza per l’economia e per la tecnologia nazionale, con importanti capitali sociali ed un alto livello occupazionale; la sola Finmeccanica ne conta oltre 39.000.

L’italiana ELT, acronimo di Elettronica, è una delle principali aziende europee nella produzione di apparati per la Difesa Elettronica, questo si traduce in capacità di intercettazioni, di sorveglianza e del monitoraggio dello scenario elettromagnetico. Le strumentazioni derivate dalle progettazioni della ELT, sono applicate a velivoli ed unità di superficie, pertanto sistemi di autoprotezione per l’allarme precoce e contromisure elettroniche. La ELT, sviluppa principalmente sistemi di autodifesa in campo navale ed aeronautico con gli ELINT/ESM, ossia spionaggio elettronico e contromisure, attualmente in uso sulle fregate FREMM, sui caccia Eurofighter e sui velivoli a controllo remoto. Queste apparecchiature fanno parte anche della strumentazione di piattaforme specializzate per il pattugliamento e ricognizione.

Il futuro della ELT è imperniato allo studio di sistemi per la protezione da attacchi cibernetici alle reti di scambio dati multi sensore, in particolare a quello del satellite Galileo. Il disturbo ai segnali GPS è una delle minacce più concrete, l’esempio è nell’abbattimento informatico di un velivolo UAV statunitense mentre sorvolava il territorio iraniano a scopi di spionaggio. Un prototipo di ELINT, messo a punto da ELT, montato proprio su un velivolo a controllo remoto ed agganciato ad una unità di superficie, ha consentito alla nave stessa di accedere ad una importante estensione delle proprie capacità di analisi delle emissioni elettromagnetiche avversarie, dunque ne ha aumentato sia la funzione strategica per il controllo accurato delle sorgenti di emissione a fini di acquisizione dati, sia a quella tattica per la sorveglianza, incrementandone perciò la proiezione offensiva per la guerra elettronica.

Il mercato di riferimento per l’azienda italiana è quello degli Emirati Arabi, del Brasile, della Colombia e Perù, dove, in collaborazione con Fincantieri e Finmeccanica, potrebbe ottenere commesse il cui valore si attesterebbe agli oltre 6 miliardi di dollari.

Giovanni Caprara