Ora le Nazioni Unite confermano: non risulta uso di armi chimiche in Siria

(di Federico Castiglioni)
12/07/18

Il possibile uso di armi chimiche da parte del regime di Bashar al Assad contro i suoi oppositori dopo l’inizio della guerra civile siriana del 2012 ha rappresentato una delle questioni più controverse del dibattito internazionale degli ultimi anni. Spesso le azioni militari della Nato contro Damasco, come il famoso bombardamento dell’aprile scorso, sono state giustificate dall’uso indiscriminato di gas o di agenti chimici anche contro la popolazione civile (ne avevamo già parlato, v.articolo).

L’intero giudizio negativo sull’operato di Assad nella sua guerra contro l’ISIS dipendeva appunto dai mezzi illegali usati, almeno secondo americani ed europei, in modo indiscriminato su truppe combattenti come su cittadini siriani inermi. Date queste premesse stupisce un poco la scarsa risonanza data dai giornali e dai mezzi di informazione al Report finale sull’uso di armi chimiche in Siria dell’Agenzia Onu sulle armi chimiche (OPCW). Infatti l’Agenzia lo scorso 6 luglio si è espressa per la prima volta proprio sugli attacchi a Douma che tanto avevano scosso l’opinione pubblica mondiale, chiarendo che dalle ispezioni in loco non risulta alcuna prova di utilizzo di armi chimiche o agenti nervini, solo alcune tracce di cloro la cui ragione e origine è ignota.

Approfondendo le indagini anche in altri siti, come Al Hamadaniya o Karm Al Tarrab, non si è trovato neanche cloro ma si sono solo raccolte testimonianze sul probabile utilizzo di una qualche sostanza irritante non meglio identificata e dagli effetti leggeri (non-persistent, irritating substance).

A questo punto sarebbe interessante capire se esistono, da parte statunitense, delle prove che in qualche modo giustifichino le accuse specifiche mosse ad Assad negli ultimi anni o meno. D’altra parte qualcosa potrebbe cambiare a breve in ogni caso per il regime siriano. In queste ore si stanno incontrando, alla vigilia di un vertice Nato che si preannuncia molto teso per i rapporti transatlantici, il presidente Donald Trump e Vladimir Putin. I due molto probabilmente parleranno soprattutto di Siria e getteranno le basi per un compromesso mirato a favorire una nuova stabilità regionale (usando le parole dello stesso presidente americano “L’incontro con Putin potrebbe essere il più facile tra quelli in programma in Europa”). Insomma il polverone sulle armi chimiche in Siria potrebbe a breve abbassarsi, rivelando quello che di vero c’era sotto la tempesta.