Il Segretario Generale di Hezbollah: “Rimarremo in Siria fino alla vittoria finale”

(di Giampiero Venturi)
24/10/16

Sayyd Hassan Nasrallah, segretario generale del “Partito di Dio” libanese, non usa mezzi termini. Le migliaia di miliziani spediti a combattere in prima linea in Siria, non si ritireranno finché “gli infedeli” non saranno distrutti.

Nasrallah parla da Beirut durante la commemorazione funebre per Hatem Hamadeh, ritenuto il vice comandante delle Radwan, le truppe per le operazioni speciali di Hezbollah, dispiegate nel distretto Hamdaniyah ad Aleppo nell’agosto scorso (l’alto ufficiale, secondo fonti non verificate, sarebbe stato ucciso da uno IED nei pressi del complesso 1070 Apartment Projects, ad Aleppo).

Il leader del partito libanese fa riferimento esplicito ad un disegno internazionale, supportato dalle monarchie wahhabite del Golfo, per ricomporre i confini e le proporzioni demografiche del Medio Oriente. Le milizie sciite, secondo Nasrallah, non arretreranno fino a che “gli artefici sunniti del progetto di disintegrazione non saranno sconfitti”.

Hezbollah rappresenta la fazione più affidabile dell’apparato militare che appoggia il governo Assad nella guerra siriana. L’esperienza nelle operazioni di guerriglia e controguerriglia è stata finora determinante su tutti i fronti in cui le truppe lealiste hanno prevalso. Strettamente legate all’Iran, patrocinatore degli sciiti della regione, sono anche un segno evidente del rapido coinvolgimento diretto di Teheran in Siria. 

A partire da agosto infatti, oltre ad Hamadeh e ad altri alti ufficiali di Hezbollah, sarebbero caduti proprio sul fronte di Aleppo, alcuni ufficiali di formazioni d’élite dei Pasdaran tra cui spicca il maggiore Ali Nazari, vicecomandante del battaglione Hamzeh, della 33a Brigata Paracadutisti Al Mahdi.  

Le parole di Nasrallah ribadiscono l’inossidabilità del triangolo sciita Iran, Hezbollah e Siria. 

(foto: Fars)