Stampa russa e crisi siriana

(di Gregorio Baggiani)
05/11/15

La stampa russa, in particolare la testata di tendenze liberali “Vedomosti”, dedica molta attenzione alla crisi siriana e all’intervento della Russia, citando fonti sia nazionali che estere. “Vedomosti” in particolare si sofferma più volte sulle cause e sulle conseguenze dell’intervento in Siria, mostrandone la sua multidimensionalità[1]. In particolare il giornale si sofferma sul fatto che l’intervento ha impedito la replica di uno ”scenario libico” con la creazione da parte occidentale di una “no fly zone” che avrebbe potuto consentire il rovesciamento del regime siriano di Assad, voluto dagli occidentali, in particolare dagli Usa, ma avversato dalla Russia, tesa a conservare i sui porti militari nel Mediterraneo e a giocare un ruolo di crescente importanza in Medio Oriente.

Pur apprezzando per tradizione le prove “muscolari” delle proprie leadership, l’opinione pubblica russa si mostrerebbe invece, secondo analisi di stampa, generalmente contraria al coinvolgimento militare al fianco di Damasco per timore di escalation incontrollabili e di perdite umane sensibili. Unico fattore largamente condiviso volto ad apprezzare la politica mediorientale di Putin sembra sia il contrasto alle ambizioni geopolitiche statunitensi, vero leitmotiv dei media, in particolare della televisione nazionale[2]

Secondo la versione online del giornale, la popolazione russa avrebbe introiettato il fatto che i successi militari possono solleticare l’orgoglio nazionale, ma osserva anche come le prospettive per un possibile declino economico siano oggetto di una sempre maggiore preoccupazione.[3]  Il giornale russo sottolinea quindi come il coinvolgimento nella guerra siriana non sia in linea con alcuni problemi strutturali dell’economia nazionale e  pone la questione se il necessario processo di riforme istituzionali, l’eccessiva dipendenza dalle risorse energetiche, la poca trasparenza del settore statale, l’insufficiente libertà imprenditoriale ed una lacunosa privatizzazione delle aziende pubbliche[4], siano urgenze minori rispetto alla risoluzione di conflitti, necessari alla tutela di “interessi geopolitici” e del prestigio internazionale della Federazione.

Proprio l’immagine internazionale e la dimostrazione all’opinione pubblica che la Russia è tornata protagonista non soltanto nello spazio post-sovietico, secondo la testata, sarebbe uno dei  motivi  alla base dell’intervento in Siria. La motivazione ufficiale dell’intervento di combattere il terrorismo prima che si possa espandere ad altre zone della Federazione ed in particolare al Caucaso ed in Asia Centrale rimarrebbe comunque universalmente accettata.

A sua volta la stampa russa consultata, in particolare il “Carnegie” di Mosca, specializzato in politica estera, si esprime sui rischi del potenziale ”caos controllato” voluto come strategia per aumentare il proprio prestigio e influenza, assumendo il ruolo di “arbitro”, “attore” o “pacificatore” della crisi a seconda dei casi[5]. L’occasione è buona per mostrare una leadership eccessivamente preoccupata per la conservazione dello status quo in alcune aree ad alto interesse politico ed economico del globo, al prezzo anche di mantenere sistemi corrotti o dalla condotta etica discutibile.

La stampa russa analizza non solo il potenziale rischio che l’intervento in Siria possa danneggiare i rapporti con Paesi strategici (in particolare la Turchia[6] ed altre componenti importanti del mondo islamico), ma anche il fatto che si tratta del primo intervento militare russo al di fuori dei confini dell’ex Unione Sovietica ponendo il confronto con gli Stati Uniti su un piano a cui non si era abituati da decenni[7].

Come è logico che sia quindi, sembra che nella stampa progressista (spesso critica col governo) prevalga una generale prudenza sui nuovi scenari mediorientali voluti da Putin.

Va detto che le testate citate rappresentano generalmente la popolazione urbana liberal e non sono  quindi rappresentative dell’opinione pubblica nel suo complesso. Molta stampa allineata su posizioni filogovernative[8] assume infatti un atteggiamento decisamente più favorevole nei confronti dell’iniziativa militare in Siria, nondimeno importante per offrire un diversivo alle notizie dal fronte ucraino a cui il cittadino medio russo sembra ormai assuefatto.

(foto: TASS)

[1] http://www.vedomosti.ru/politics/articles/2015/10/05/611517-rossiya-pomeshala-koalitsii  trad.   “L’intervento russo ha impedito alla coalizione occidentale di utilizzare il “modello libico””

[2] http://carnegie.ru/2015/10/06/ru-61505/iikg  Trad.italiana: “Una guerra altrui, alla quale siamo pronti a partecipare”.

[4] http://www.vedomosti.ru/opinion/columns/2015/10/12/612325-pobedi-pomogut-ekonomike  Trad. italiana  “Vittorie che non aiutano l’economia”.

[5] http://carnegie.ru/2015/10/16/ru-61634/ijom Trad.italiana :”La pace come guerra dopo la guerra. La macchina russa per l’escalation del XXI secolo”

[6] http://www.vedomosti.ru/opinion/articles/2015/10/12/612331-iskusstvo-ssoritsya Trad. Italiana :“L’arte di litigare con i propri potenziali alleati“

[7] http://ni.globalaffairs.ru/sirijskij-gambit-moskvy/ Trad. Italiana: “Il gioco d’azzardo di Mosca“

[8] http://expert.ru/russian_reporter/2015/22/ot-damaska-do-derbenta/ Traduzione italiana: ”Da Damasco a Derbent”.