Proiezioni di Potenza nucleare: l'insostenibile relatività dell'atomo

(di Gino Lanzara)
08/12/18

E=mc2, tutto è relativo, un relativo esplosivo, specie nel nostro Paese. Gli spunti, numerosi e rilevanti, non sono tanti quanti gli elettroni orbitanti intorno ad un atomo ma sicuramente, rimanendo in un ambito geopolitico e geoeconomico, in grado di offrire elementi per un’analisi scevra da qualsiasi connotazione di parte.

Orbita elettronica 1 (scomodissima): economia. La tecnologia nucleare è costosa, specie se non si tiene conto dei principi riguardanti le economie di scala; Francia docet: se il sistema non è basato su un singolo reattore, ma su una rete di centrali “in fotocopia”, l’investimento può rientrare nei termini di costo efficacia, anzi, può creare un surplus energetico pronto per il mercato. I problemi riguardano essenzialmente i rischi connessi alla realizzazione delle centrali, alla loro gestione ed allo smaltimento delle scorie. Ratio e regolamenti alla base della costruzione delle centrali sottostanno alle prescrizioni emanate dall’International Atomic Energy Agency IAEA, e valorizzano le evoluzioni tecnologico – strutturali. L’high tech riguarda anche sia lo smaltimento delle scorie che, se (razionalmente) gestito dallo Stato, può rendere competitivo il management, sia l’abbattimento delle emissioni di CO2. Last but not the least, l’energia nucleare non dipende da fonti soggette ad oscillazioni di prezzo, che rimane relativamente basso. In sintesi, si tratta di un investimento a lunga scadenza, con una severa startup ma con un’interessante prospettiva di ammortamenti e ricavi che però richiede dei prerequisiti: alta cultura ingegneristica e visioni politiche di ampio respiro.

Orbita elettronica 2 (breve e culturalmente distruttiva): la rinuncia tout court al nucleare non solo comporta conseguenze economiche e strategiche, ma fa anche tabula rasa di generazioni di ingegneri e scienziati. Il Paese che volontariamente rinuncia ad un Fermi o ad un Majorana, si auto – condanna ad un’umiliante dipendenza da terzi.

Orbita elettronica 3 (incompresa): geoeconomia. In un contesto dove il web conferisce lauree ad honorem, un’analisi a più ampio spettro o non si esperisce o non si comprende. Le attività produttive e sociali nazionali, a tutti i livelli, sono assetate di energia. Anche Paesi dotati di risorse “tradizionali” non disdegnano i vantaggi economici offerti dal nucleare, visto che il possesso di mezzi e capacità garantisce sia un ritorno economico non indifferente, sia una considerazione significativa in ambito geoeconomico regionale. Un Paese che rinuncia a fonti energetiche validamente alternative alle tradizionali, vincolate al mutevole andamento dei mercati, si consegna ad una dimensione subalterna e precaria; le sanzioni americane all’Iran dovrebbero richiamare alla mente le dinamiche dei rapporti di forza tra Stati e, soprattutto, far riflettere anche il nostro Paese sulle modalità con cui è stato (benevolmente?) autorizzato dagli USA a godere dell’esonero temporaneo delle misure restrittive comminate. Che piaccia o meno, è un fatto. Prerequisiti per la valutazione: le prospettive politiche già richiamate, qualche googolata in meno, qualche ora di studio in più.

Orbita elettronica 4 (ignota – hic sunt leones): geopolitica e strategia. È strettamente connessa alla terza (anche se non lo sa). I soci del club atomico hanno ampliato la loro capacità strategica con l’acquisizione di armamenti nucleari, data anche la facilità tecnica con cui arricchire il combustibile fissile. Il possesso di un’arma atomica è sia espressione di potenza, sia garanzia di poter essere considerati interlocutori non sottovalutabili al tavolo dei negoziati internazionali.

Complichiamo il quadro. USA e Russia detengono circa il 93% degli ordigni, insieme con Francia, Cina, Gran Bretagna, Pakistan, Corea del Nord ed Israele, che però non ha mai ammesso il possesso di armi atomiche.

Esaminiamo i principali attori. La Russia si sta dedicando al programma di armamento strategico per un investimento complessivo di circa 285 Mld di Dollari dal 2011 al 2020. La spesa bellica è in contrazione, dato l’andamento del mercato petrolifero, ma si è comunque continuato a prestare attenzione a velocità, accuratezza e quantità degli armamenti convenzionali e non. Mosca, quindi, non esclude una risposta nucleare ad un attacco convenzionale, così come ipotizza attacchi preventivi ed in profondità per de–escalare il conflitto impiegando una singola arma atomica e facendola detonare in modo da creare pochi danni con un minimo di fall out; per i russi la deterrenza strategica è data da una visione d’insieme differente da quella della NATO, più settoriale e meno attenta ai rilievi culturali e politici, meno orientata alla componente “ibrida”. Marina ed Aeronautica, come già negli USA, sono le punte di diamante utili alla proiezione di potenza su più teatri; interessante in proposito la presunta realizzazione del siluro nucleare Poseidon1 e la conservazione della triade nucleare formata da tre gruppi di sistemi missilistici balistici. Russia strikes back?

Gli USA, stante l’implementazione di sistemi d’arma russi (che siano fake o meno), hanno impostato un ritorno al nucleare con la Nuclear Posture Review, ovvero lo sviluppo di armi atomiche a basso rendimento, i cosiddetti integratori da 2 Kilotoni, presumibilmente montate sui Tomahawk dei Sommergibili della Classe Ohio. L’inevitabile coinvolgimento dei civili in qualsiasi schermaglia supererebbe di fatto qualsiasi ipotesi di autodifesa e di guerra giusta. Utilizziamo la Teoria dei Giochi, dove i due attori per contendersi l’egemonia valutano mosse e strategie. Sia che i russi implementassero o meno il proprio arsenale, da un punto di vista matematico, la NATO avrebbe un negativo; otterrebbe un positivo se, con un atteggiamento aggressivo, inducesse ad un arretramento. Con uno scontro diretto che porterebbe alla Mutual Destruction, entrambi conseguirebbero un negativo. Ovviamente stiamo semplificando: al ragionamento andrebbero applicate considerazioni strategico – politiche che possono non considerare l’equilibrio di Nash: tutti sono vincolati alle scelte altrui, specie se si gioca per secondi. La NATO, per raggiungere un equilibrio perfetto, dovrà improntare una strategia basata sulla reciproca razionalità, che vuole una mutua posizione compromissoria di ritiro dalla competizione.

Orbita Elettronica 5 (ignorata): Geopolitica e Strategia in aree vicine. I Paesi interessati all’energia nucleare non sono pochi. L’Egitto ha stretto un accordo con la Russia per la realizzazione di due centrali nucleari e, contestualmente, ha puntato alla creazione della El Dabaa Atomic Technical School2, un centro di alta formazione tecnica. Una decisione significativa per un Paese che, con le recenti scoperte di giacimenti gasieri, potrebbe aver risolta buona parte dei suoi problemi energetici. Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti non sono stati da meno; la Vision 2030 del Principe Bin Salman prevede diversi reattori nucleari di ricerca a basso livello energetico, mentre Abu Dhabi sta già realizzando 4 centrali a cura di imprese della Corea del Sud. L’energia nucleare consentirebbe al Regno Saudita di aumentare le esportazioni di greggio, soddisfare il fabbisogno interno e, soprattutto, di garantire sicurezza; lo stesso Bin Salman non ha escluso lo sviluppo di armamenti nucleari speculari a quelli (in nuce?) iraniani, tenendo anche conto della possibile disponibilità tecnologica pakistana, una vera profondità strategica.

L’iniziativa porta dunque ad altri due attori regionali: Israele, che detiene capacità ed ordigni nucleari senza però averli mai dichiarati, e l’Iran, penalizzato dalle sanzioni e dall’uscita americane dal JCPOA e, comunque, impegnato a migliorare le proprie capacità missilistiche e con scorte di uranio a basso arricchimento in incremento. Israele, che segue la Dottrina Begin per cui nessun Paese della regione deve possedere armi che consentano di sfidarlo, e che è maestro nell’applicazione del principio dell’attacco preventivo3, guarda alle decisioni dell’alleato americano: un’accettazione delle capacità nucleari saudite porterebbe ad analoghe richieste da parte di altri potenziali antagonisti (Turchia e Giordania). Cambiano le prospettive: per Israele l’Iran (con Hezbollah che ha indicato i siti di Dimona e Nahal Sorek come target per un attacco) è una minaccia letale, per gli USA strategica.

Ultimo attore d’area la Turchia, che avrebbe stretto relazioni con Russi e tecnici giapponesi per potersi dotare di capacità ed armamenti nucleari indipendentemente dalla NATO. La notizia, riportata da fonti giornalistiche inglesi4 ed in precedenza da Die Welt, laddove confermata, non stupisce: tutto rientra nell’esercizio di politica di potenza e di profondità strategica di Erdogan che vuole un Paese autonomo ed in grado di confrontarsi con chiunque, ma certo non ancora in grado di sostenere rapporti paritari con le maggiori e più datate potenze nucleari del blocco occidentale.

Orbita Elettronica 6 (sentito dire): Paesi relativamente lontani. La Corea del Nord non fa più notizia, anche se ci sono da rimarcare il fatto che non avrebbe definitivamente abbandonato né il programma atomico, né trascurato la cooperazione con la Siria in materia di missili balistici: instability as (funny) usual. Lo scacco nord coreano suscita lo spirito revanscista giapponese; gli eventi internazionali stanno portando sia al proposito di revisionare la Costituzione, sia di riconoscere le Forze di Autodifesa come vere FFAA, che alcuni vorrebbero dotate anche di armamenti non convenzionali. Un’ipotesi di questo tipo, alla stregua della Turchia in Mediterraneo, contribuirebbe a destabilizzare un’area già densa di attori geopolitici rilevanti, come la Cina, proiettata verso una Blue Navy a propulsione nucleare.

Orbita Elettronica 7: Conclusioni. Economia, strategia e stato delle relazioni internazionali portano a considerare l’ipotesi nucleare, a largo spettro, non così impraticabile: politica di potenza e ricorsi storici, inseriti in una realtà multipolare ed anarchica dove è dimostrato che uno Stato che vuole il nucleare lo avrà, fanno propendere per valutazioni in cui trovare un equilibrio richiede una razionalità non sempre così evidente. Del resto lo abbiamo scritto all’inizio: E=mc2, tutto è relativo.

   

1guida con sistema di intelligenza artificiale, sembra in grado di raggiungere i 185 km/h a mille metri di profondità, e questo lo renderebbe invulnerabile ai sistemi di difesa occidentali basati principalmente sul siluro MK-48 che può navigare ad una profondità massima operativa di 800 metri. Testata potenziata al cobalto-60

2Governatorato di Matrouh, sulla costa mediterranea

3Attacchi contro il reattore di Osiraq (Iraq) 1981; Deir Ezzor (Siria) 2007

4Express, 2017

(foto: web / Cremlino / U.S. Army)