La Corea del Nord è entrata nel club delle potenze nucleari

01/12/17

La corsa della Corea del Nord verso il consolidamento della propria capacità nucleare e dei sistemi per portarla sugli obiettivi militari e civili ha raggiunto in importante obiettivo che non viene certamente annullato dalla riunione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, convocata d'urgenza per analizzare la situazione sempre più esplosiva nell'area asiatica compresa tra le due Coree, il Giappone, la Cina e le basi USA nel Pacifico.

Dobbiamo però considerare con realismo il livello di pericolo: Hawdong 15 sembra aver superato i 4000 chilometri ed è caduto, secondo la dichiarazione del ministro della difesa giapponese, ad ovest delle coste peninsulari nord giapponesi.

Ma in una situazione così complessa è d'obbligo capire innanzitutto chi abbia verificato che le trionfali dichiarazioni dei media di Stato nordcoreani corrispondano alla realtà. Il primo a lanciare l’allarme, guarda caso, è stato un istituto americano fino ad oggi assai poco noto alle cronache, che opera dagli anni 60 sul fronte della prevenzione degli incidenti nucleari. Si tratta della Union of Concerned Scientists, una associazione statunitense nata nel 1969 all’interno del MIT (Massachussets Institute of Tecnology) contro l’utilizzo delle nuove tecnologie per scopi bellici e per la loro applicazione al miglioramento delle condizioni sociali ed economiche dei cittadini.

Sorgono spontanee alcune domande: come ha fatto questa associazione a confermare dopo poche ore che il regime nordcoreano avesse davvero raggiunto il difficile obiettivo di far percorrere al missile una traiettoria di 53 minuti, tanto da dichiarare che Kim ora è in grado di attaccare perfino Washington? Questa unione di scienziati ha forse satelliti che hanno monitorato il lancio? É entrata in possesso di dati, o prove inoppugnabili che le dichiarazioni nordccoreane siano indubitabilmente vere? Ha - cosa che non è riuscita a fare neanche la CIA - un agente infiltrato nel cerchio magico di Kim Stranamore?

Comunque, al di la di tutte le voci più o meno veritiere che si sono succedute, va sottolineato che tra la pur impressionante performance e il fatto di essere capaci di colpire la capitale degli Stati Uniti con un ordigno nucleare portato da un missile passi una bella differenza e, al momento, questo resta un passo ancora molto lungo da compiere.

Che Washington sia sotto scacco sembrerebbe quindi più una dichiarazione a sostegno di una linea dura americana, che quella di un gruppo di studiosi neutrali e preoccupati.

Resta comunque il fatto che la corsa verso la crescita del proprio arsenale missilistico di sempre maggiore gittata e all'ampliamento della propria capacità nucleare da parte della Corea del Nord si sia fatta inarrestabile.

Cosa si può dedurre da quanto accaduto? La sensazione è che la Cina fosse probabilmente riuscita per un paio di mesi a fermare Kim, ma l'approccio USA non è cambiato e non ha dato alcun valore alle sottili strategie cinesi per contenerlo. Il vero braccio di ferro, quindi, è ancora una volta tra Cina e Stati Uniti.

La Corea del Nord, conscia che la sua sia una corsa contro il tempo, pare seguire il teorema dei gemelli siamesi a suo tempo enunciato dal generale francese André Beaufre, ovvero che il possibile attacco convenzionale (lo sbarco USA) non viene compiuto da parte di un nemico più forte se si è in possesso del deterrente nucleare.

Kim, che ha studiato il generale Beaufre al Corso di Studi Strategici in Svizzera, ha avuto dalle sue teorie ulteriore conferma che il pericolo vero che corre ancora oggi la Corea, nonostante tutto, sia l'attacco CONVENZIONALE, al quale il suo regime certamente non sopravvivrebbe.

La Cina vuole apparire non troppo direttamente coinvolta, la Russia si è per il momento defilata. Kim, seguendo la linea strategica dei gemelli siamesi, invece continuerà a correre per dotarsi di una sempre maggiore capacità di deterrenza, costringendo così gli Stati Uniti ad inseguire l’ipotesi dell'intervento armato per non apparire deboli agli occhi dell'opinione pubblica mondiale.

Prof. Arduino Paniccia

Presidente ASCE Scuola di Competizione Economica Internazionale di Venezia e Docente di Studi Strategici

(foto: KCNA)