Evoluzione delle gerarchie dei cartelli messicani

(di Maria Grazia Labellarte)
21/11/19

Negli ultimi dieci anni la struttura dei cartelli messicani è cambiata: meno gerarchica e suddivisa in sotto-cartelli (che definiremo "Ali Armate") ha sviluppato più autorità finanziaria e decisionale, nonché una maggiore autonomia. Questo a sua volta ha permesso a queste "Ali Armate" di ampliarsi e dalle attività di mera sicurezza al cartello, hanno potuto impegnarsi nelle attività criminali più ampie, come, ad esempio, estorsioni a imprese locali, come pure rapimenti.

L'attuale guerra per il controllo delle principali rotte del traffico di droga e di clandestini negli stati del Nord del Messico di Chihuahua e Sonora (per cui i media hanno scritto ampiamente nelle ultime settimane a seguito del brutale massacro perpetrato alla Comunità di Mormoni) è un esempio di questo ultimo decennio di trasformazione dei Cartelli.

Proprio in questo lasso di tempo su menzionato si è rilevato, da parte dei principali cartelli, un'importante attività di protezione delle proprie aree di influenza, inasprendo una forte competizione per il controllo dei corridoi del traffico di droga, meglio detti "piazze".

Il gruppo criminale principale, una volta conquistata l'area, può imporre una tangente a qualsiasi altro gruppo, gestendo cosí il contrabbando di armi, di esseri umani e stupefacenti. Per "vincere" questa guerra delle piazze, è essenziale avere un numero superiore di soldati, fedeli e pronti a combattere fino alla morte.

Un esempio di trasformazione dei sotto-cartelli sono Los Jaguares, nati come ramo del cartello più grande, quello di Sinaloa. Da piccolo gruppo che gestiva in famiglia piccole operazioni, ha potuto ampliare la propria rete portando a profitti crescenti il proprio traffico e alla militarizzazione delle ampie attività nel traffico della droga.

Il cartello di Sinaloa ha usato, inoltre, anche un'altra fazione interna del gruppo nota come "Organizzazione Beltran Leyva" formando un mini esercito supportato da piccole bande di strada nelle aree controllate dal gruppo lungo il confine tra Stati Uniti e Messico per combattere i rivali.

Già nel 2015, il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti aveva dichiarato che il cartello di Sinaloa operava con emissari in altri paesi come l'Ecuador e le autorità locali, all’indomani della fuga di Joaquin ‘El Chapo’ Guzman, leader del cartello di Sinaloa da un carcere messicano, nel luglio di quell’anno rivelarono i dati sulle attività della mafia in questo paese come pure in altre zone dell'emisfero.

Gli emissari di “El Chapo“, infatti, avrebbero reclutato gruppi di criminali locali per occuparsi della logistica e per proteggere le piste di atterraggio utilizzate per la spedizione di droghe e il trasporto di denaro frutto di attività illecite, così come le spedizioni effettuate con motoscafi e piccole imbarcazioni.

Sinaloa, nonostante l’arresto del suo leader, continua ad avere il maggiore impatto mediatico e sociale, sia per l’influenza che esercita, sia anche per la sua presenza in ben 43 nazioni.

Altro esempio di mutuamento nei cartelli é quello dei Las Zetas, i cui membri del gruppo delle forze speciali messicane il Grupo Aeromóvil de Fuerzas Especiales - GAFES sono stati impiegati dal Cartello del Golfo per divenire parte della sua ala esecutrice.

Las Zetas, resta un’organizzazione formata principalmente da ex membri delle forze armate. Questi ultimi, infine, si sono distaccati dal cartello del Golfo e per un certo periodo, si sono trasformati in uno dei gruppi criminali più spietati.

Il cartello Juárez, invece, avrebbe assunto "funzionari di polizia" per formare il sotto cartello La Línea, salito alla ribalta delle cronache in quanto nel mirino del Federal Bureau of Investigations (FBI) degli Stati Uniti.

Il suo ex leader Carlos Arturo Quintana, detto "El 80", è stato arrestato nel maggio del 2018, dopo una carriera criminale decennale ed intrisa di sangue, avrebbe chiesto più volte l'aiuto di politici corrotti per facilitare le operazioni di traffico di droga del cartello Juárez attraverso appunto Ciudad Juárez e oltre il confine tra Stati Uniti e Messico.

Ricordiamo la Jalisco New Generation, ovvero la “mafia narcotrafficante”, è quella attualmente al centro dell’attenzione delle principali forze investigative del Paese e oltre Oceano, in quanto risulta essere quella che dispone delle maggiori risorse finanziarie, quindi potrebbe divenire più potente.

Foto: U.S. Customs and Border Protection Office / web