Domenico Vecchioni: Le dieci donne spia che hanno fatto la storia

Domenico Vecchioni
Edizioni del Capricorno
pagg.166

È uscito nelle librerie il libro "Le dieci donne spia che hanno fatto la storia", edito da Edizioni del Capricorno e scritto da Domenico Vecchioni, storico e saggista e già Ambasciatore d' Italia a Cuba. Ha collaborato a riviste di politica internazionale, di storia e di intelligence. Collabora con BBC History/ Italia. Sono circa una trentina le opere divulgative e biografiche all'attivo tra cui Le dieci operazioni segrete che hanno cambiato la seconda guerra mondiale (2018).

Abbiamo incontrato l'autore che ci ha raccontato come per secoli l’utilizzo della donna nello Spionaggio è stato frenato da pregiudizi, tabù e luoghi comuni, che la relegavano a ruoli del tutto secondari o al massimo a quello di seduttrice. Per molto tempo, in effetti, lo spionaggio si espresse unicamente nella sua dimensione per così dire militare e si riteneva di conseguenza che le donne fossero meno capaci degli uomini nel maneggio delle armi e nelle attività “muscolari” del mondo dell’ombra: ricognizioni in territorio nemico, esfiltrazioni, sabotaggi.

Non mancarono tuttavia singole figure femminili di spie che seppero offrire contributi informativi ben più significativi della semplice dimensione della seduzione. Ma appunto furono figure isolate, che agivano in maniera saltuaria, per ragioni del tutto contingenti. Come avvenne, ad esempio, durante la guerra civile americana con Sara Emma Edmonds o Belle Boyd.

L’impiego sistematico delle donne nello spionaggio prese forma solo nel XX secolo per due ordini principali di ragioni: l’evoluzione del concetto di Spionaggio in quello più ampio di Intelligence e le mutazioni “genetiche” che la Prima e le Seconda guerra mondiale determinarono nelle attività finalizzate alla ricerca della verità nascosta.

L’Intelligence è in effetti raccolta, selezione e valutazione di informazioni riservate, ma sempre più spesso anche di quelle provenienti da fonti aperte, concernenti la sicurezza dello Stato, per evitare una guerra, un attacco terroristico, una sconfitta economico-commerciale. Parte di essa quindi si basa su studi, analisi, interpretazioni, previsioni, tecnologia, settori dove la donna iniziò ad essere impiegata al pari degli uomini, conseguendo eccellenti risultati ed aprendo gradualmente la strada al suo utilizzo in tutti gli altri campi di attività. Fino a raggiungere più di recente i massimi livelli di responsabilità. Non a caso proprio in Gran Bretagna, dove ai tempi di Elisabetta Tudor nacque lo spionaggio moderno, due donne sono arrivate a dirigere l’MI5 (controspionaggio): Stella Rimington (1992-1997) e Eliza Manningham-Buller (2002-2007). Ma anche in altri paesi si sono verificate situazioni simili.

È da considerare inoltre che la Prima e la Seconda guerra mondiale furono conflitti “totali”, che obbligarono cioè i belligeranti ad impegnarsi con tutte le loro forze, tutte le loro capacità e potenzialità nei più svariati settori (tecnici, produttivi, economici, commerciali ecc…). Non bastava più insomma raccogliere notizie esclusivamente militari, diventava invece indispensabile capire la capacità di tenuta complessiva del nemico. I servizi segreti di conseguenza cambiarono pelle per adattarsi alle nuove esigenze informative, ricercando inedite professionalità. In occasione della Prima guerra mondiale lo spionaggio dovette aprirsi dunque al mondo dei civili: matematici, ingegneri, docenti universitari, linguisti, economisti, affiancarono il lavoro degli esperti militari, migliorandone significativamente i risultati. Attraverso questo varco, cominciarono ad inserirsi anche le donne.

Con la Seconda guerra mondiale questa tendenza si accentuò. I servizi speciali furono costretti ad adeguarsi alle strategie più sofisticate: spionaggio economico, propaganda politica, pratiche di deception, trasmissioni radio, intercettazioni, decifra di messaggi ecc… Settori dove la donna entrò in perfetta sintonia con gli uomini, con cui oramai condivideva gli stessi rischi.

Il “secolo breve” sarà così popolato di grandi figure femminili che nel mondo dello Spionaggio/Intelligence eserciteranno ruoli di sempre maggiore responsabilità, fino ad arrivare all’apice con Gina Haspel, da poco nominata capo della CIA, la più potente organizzazione di Intelligence al mondo.

Nel libro vengono rievocate le gesta di 10 grandi spie, diventate protagoniste del mondo dell’ombra, pur nella differenza dei loro caratteri, dei loro modi di agire, delle loro profonde motivazioni, dei loro obiettivi…

10 esempi rappresentativi di quanto importante sia stata la presenza delle donne nelle attività “parallele”, dove – dopo secoli di prevalenza maschile – godono ora delle stesse opportunità, affrontano le stesse difficoltà, mostrano lo stesso coraggio degli uomini.

Maria Grazia Labellarte