Presto l'aviazione francese farà piovere il suo concetto di fratellanza dai suoi bombardieri

(di Denise Serangelo)
15/11/15

Prima di qualsiasi analisi, e considerazione bisogna partire dal presupposto che è un grave atto di irresponsabilità collettiva generalizzare la violenza attribuendola ad un gruppo etnico o religioso specifico. Allo stato dell'arte non sono stati resi noti dalle autorità parigini i nomi degli attentatori. Vicino al corpo privo di vita di uno dei terroristi è stato rinvenuto un passaporto siriano . L'autenticità di questo documento è ancora dubbia e rimane uno dei punti su cui indagare decisamente affondo.

Fonti investigative francesi hanno dichiarato in più occasioni che gli attentatori della sala concerti Bataclan parlavano un francese fluente, senza influenze dialettali mediorientali. Questo farebbe pensare ad immigrati di almeno seconda generazione. Un secondo individuo, il cui nome secondo indiscrezioni sarebbe Ismael M. era già stato schedato dai servizi di intelligence francesi. Un secondo passaporto, questa volta egiziano e anche in questo caso di dubbia autenticità, è stato ritrovato vicino al kamikaze che si è fatto esplodere davanti allo Stade de France di Saint-Denis.

I complici degli attentatori si stanno cercando in tutta la Francia e si parla di almeno otto uomini da rintracciare. Le ricerche si sono espanse anche e soprattutto nei paesi limitrofi alla Francia, Germania ed Italia in primis. Entrambi i paesi si sono resi disponibili per supportare in tutto e per tutto le indagini della polizia francese. Se gli attentati fossero prevedibili o meno, non ci è dato sapere. Chiudere le frontiere impedendo ad ogni "tipo sospetto" ( di cui si ignora un l'archetipo ) di oltrepassare il confine non è una grande idea. Il terrorismo francese è soprattutto di matrice interna al paese, una sorta di rivolta per la mancata integrazione tra il mondo che gli immigrati di seconda generazione lasciano e quello in cui cercano di farsi accettare. La Jihad islamica ha trovato terreno fertile in quelle personalità più manipolabili, che non trovano posto nella società francese e si sentono escluse da quella di origine. Tutto questo è ben lontano dall'essere una guerra santa o di religione, semmai è una guerra psicologica che si gioca sul filo del rasoio ma soprattutto è una guerra che non possiamo perdere.

I luoghi che sono stati scelti per gli attentati hanno alcune peculiarità che bisognerebbe sottolineare. A differenza dell'attentato del 7 gennaio 2015 alla redazione del giornale satirico Charlie Hebdo i luoghi scelti questa volta non sono simbolo di un occidente che deride e macchia il nome del profeta Maometto. Sono luoghi caratterizzati da una normalità che spaventa ancora più delle bombe legate in vita e dei kalashnikov puntati alla testa, luoghi che rappresentano tutti noi nella nostra vita quotidiana. L'imprevedibilità di questa scelta da parte dei terroristi, punta ad amplificare il senso di insicurezza dei normali cittadini nella loro vita quotidiana. Proprio la vita quotidiana è l'obiettivo del terrorismo e della lotta all'occidente ed è qui che tentano di colpire i soldati del terrore. L'impossibilità quasi totale di inserirsi in eventi di ampio respiro come per esempio meeting internazionali o grandi incontri sportivi ha reso incredibilmente vulnerabili e appetibili luoghi meno rappresentativi ma più quotidiani. Tuttavia è necessaria più di una precisazione.

I kamikaze avrebbero potuto aspettare poco più di una mezz'ora per avere intorno a sé, tutti i frequentatori dello Stadio dove si stava disputando la partita Francia - Germania, con un numero di vittime sicuramente maggiore. La vicinanza con cui gli attentati si sono presentati al Presidente Hollande è sconcertante, gli attentatori avrebbero potuto arrivare direttamente a lui, al simbolo politico della Francia, all'uomo che rappresenta il paese e che dovrebbe essere il più protetto di tutti. Questa vicinanza geografica e la scelta di luoghi pubblici affollati e del tutto normali crea quel senso di attesa per il prossimo attentato. Tutti noi, quando andremmo in giro per l'Europa guarderemo con un po’ più di sospetto il primo mediorientale che solca la soglia di un negozio, che lo vogliamo o no.

Gli attentatori, come abbiamo già detto, non hanno ancora un profilo definito, ma possiamo fare alcune considerazioni sulla conduzione dell'operazione terroristica traendone alcune conclusioni. Sono state sei, le operazioni terroristiche condotte simultaneamente tra venerdì e sabato sera, eventi scollegati in termini logici ma simili per tecniche usate e luoghi scelti.

Il primo episodio allo Stade de France intorno alle 21.15 si è presentato ai cittadini francesi con due grandi esplosioni, totale delle vittime tre, non ancora chiaro se al computo delle vittime ci sono anche gli attentatori. Una scelta sicuramente atipica quella di farsi esplodere in una strada quasi deserta, quando bastava aspettare qualche altro minuto per avere il massimo dell'efficienza. Non sappiamo dare una spiegazione razionale a questo comportamento, potremmo ipotizzare una questione organizzativa dei terroristi oppure una casualità non prevista. L'ultima spiegazione che ci siamo dati per questo anomalo comportamento è che l'inesperienza dell'attentatore abbia preso il sopravento sulla sua sete di sangue. La trepidante voglia di mettersi in mostra portando con sé il più alto numero di infedeli potrebbe aver spinto questo ragazzo o giovane uomo ad agire prima del previsto. D'altronde "l'ansia da prestazione" è un male che colpisce anche chi è sottoposto a stress derivati da operazioni terroristiche, la psicologia non concede sconti a nessuno.

Praticamente in contemporanea con i fatti dello Stadio, si sono sentiti i primi colpi di arma da fuoco, (identificata poi come un kalashnikov ), al numero 20 di Rue Alibert presso il ristorante le Petite Cambodge. In un luogo così piccolo sarebbe stato più premiante utilizzare un'azione suicida, meno dispersiva ed intensa. Tuttavia è stato ottenuto dagli attentatori un numero totale di 14 vittime . Il ristorante, pur essendo etnico, non ha un significato simbolico conosciuto.

L'attentato più sanguinoso è sicuramente quello avvenuto al teatro Bataclan, in Boulevard Voltaire, in un quartiere che si trova tra l'11, il 10 e il 3 arrondissement . Le vittime, quasi tutte giovani fans della band metal che stava suonando, sono state in un primo momento prese in ostaggio e poi abbattute con un colpo di kalashnikov. Anche in questo caso abbiamo dei tempi piuttosto anomali. Si era già verificata nell'asserragliamento al Market Kosher di gennaio, la situazione in cui il sequestro dei soggetti presenti aveva portato solo all'uccisione degli attentatori, una conclusione per noi molto premiante ma nell'ottica dell'attentatore non ha un grande senso logico.

Se lo scopo è quello di mietere più vittime possibile, entrare in un teatro e sparare avrebbe avuto un risultato diverso, ma non è stato così. Quello che possiamo ipotizzare è l'inesperienza dell'attentatore, che non avendo una rigida istruzione paramilitare ha deciso secondo una sua logica personale come agire. La seconda ipotesi è anche qui, una crisi legata all'eccitazione del momento, una mossa falsa di chi non ha saputo resistere alla morte del suo nemico.

Una sparatoria al ristorante Belle Equipe ha provocato 18 morti, intorno alle 21.38 di venerdì 13 novembre. Di questo evento sappiamo poco o nulla, ma il numero di vittime ci porta a pensare che sia stato condotto con efficacia esemplare. Temporalmente vicino a questo evento si svolgono diverse sparatorie nelle strade, sempre con kalashnikov, che provocheranno le ultime vittime, più un'esplosione in un locale quasi vuoto vicino allo stadio dove non si registrano vittime.

La complessità di quest'attentato è dettata dalla simultaneità degli eventi terroristici. La ratio di fondo è che polizia e forze armate non potevano accorrere in più luoghi contemporaneamente, lasciando inevitabilmente scoperti alcuni punti. Le esplosioni vicino allo Stadio avrebbero, forse, dovuto attrarre il grosso delle forze, vista la presenza in zona di Hollande prontamente evacuato, e ovviamente l'attentato al teatro Bataclan considerata la presenza di ostaggi. Sei attentati contemporanei ma scollegati, hanno anche una ragione pratica; dopo il primo attentato la Francia avrebbe attivato misure straordinarie per proteggere i suoi cittadini, impedendo lo svolgimento di altri attentati. Nonostante la pronta e scattante rivendicazione dell'IS, le tecniche utilizzate dal commando farebbero pensare più che a feroci terroristi ben armati ed addestrati a terroristi con competenze imparate da internet oppure attraverso i breviari inoltrati dallo stesso Stato Islamico. Un gruppo di lupi solitari, esaltati dalla retorica avvincente del Califfo che si sono sentiti in dovere di combattere la loro Jihad, in una casa che non sentivano loro.

Il kalashnikov è una delle armi più contrabbandate al mondo e procurarne un carico, con le giuste conoscenze, non è un compito complesso come si può immaginare. Le cinture esplosive sono state assemblate e costruite in maniera elementare con prodotti casalinghi che potremmo trovare in tutte le nostre case. L'aggiunta di chiodi all'effetto esplosivo è un espediente usato molto spesso durante le offensive contro le truppe americane in Iraq intorno al 2004 / 2005.

Si può ipotizzare che, vista e considerata la natura delle armi e delle tecniche usate che la cellula intervenuta a Parigi non abbia una vera e propria formazione militare diretta. Piuttosto è credibile che questi soggetti si siano addestrati su internet, attraverso video di propaganda con cui l'IS addestra le sue truppe via web. Gli errori come quello del teatro Betaclan, l'uso di un'arma letale come il kalashnikov usata in modo anomalo riducendone l'efficacia, le bombe artigianali ricondurrebbero al profilo di un terrorista motivato ma improvvisato.

Nonostante le incongruenze con la brutalità e fredda pianificazione delle decapitazioni dell'IS , un manipolo di esaltati ha messo in ginocchio una delle più grandi nazioni che la Storia ricordi. La Francia, sapendo bene che questo pugno di ragazzini è stato abilmente suggestionato dallo Stato Islamico e dalla sua retorica affabulatrice, ha dichiarato attraverso la voce del presidente Holland che si considererà l'attentato di venerdì 13 Novembre come 'Atto di Guerra'.

Se lo Stato Islamico pensa che questa sia solo l'inizio della tempesta ha ragione, presto l'aviazione francese farà piovere il suo concetto di fratellanza dai suoi bombardieri.