4 novembre 1918: la Vittoria dimenticata degli italiani

(di Tiziano Ciocchetti)
04/11/18

Sono passati 100 anni dall’Armistizio di Villa Giusti che mise fine al conflitto con l’Impero austro-ungarico.

Il presidente della Repubblica, in mattinata si è recato presso l’Altare della Patria per rendere omaggio al Milite Ignoto, simbolo di tutti i caduti nelle Grande Guerra. Il discorso che successivamente ha pronunciato è stato di desolante banalità sull’importanza della pace e della fratellanza tra i popoli, dal sapore di predica. Come se lo scoppio dell’immane conflitto fosse colpa del popolo italiano.

Tuttavia ciò che veramente rammarica, non sono tanto i prevedibili discorsi delle massime autorità dello Stato, quanto una totale assenza, da parte loro, di orgoglio nazionale per una innegabile Vittoria, nonostante le condizioni avverse. Come se l’Italia si dovesse vergognare di aver sconfitto uno degli eserciti più potenti della Terra, ed aver conquistato quelle terre che gli appartenevano per Diritto.

Quando si parla del Primo conflitto mondiale, spesso viene chiamato in causa il tradimento del Governo italiano nei confronti dei tedeschi e austriaci. Il giovane Regno d’Italia aveva aderito, nel 1882, ad una alleanza con la Germania e l’Impero austro-ungarico, la Triplice Alleanza. Nella seconda metà dell’Ottocento la probabilità che scoppiasse una guerra con i francesi era più alta che non con gli austriaci, quindi da un punto di vista strategico, coprire il lato orientale del nord Italia aveva una elevata priorità. Inoltre la Triplice aveva una connotazione prettamente difensiva e nessuno degli Stati membri poteva muovere guerra senza prima aver consultato gli altri due.

L’arbitraria dichiarazione di guerra da parte di Vienna alla Serbia ha svincolato l’Italia da qualunque obbligo nei confronti dell’Alleanza, con l’inattività del primo anno di guerra la Francia ha potuto far affluire le proprie truppe coloniali dal Nord Africa, concentrando tutte le risorse nella decisiva battaglia della Marna, che riuscì a bloccare la vittoriosa avanzata delle truppe germaniche.

Nei tre anni successivi di guerra (1915-18) perdemmo, in proporzione, un numero di soldati superiore a quello dell’Impero britannico (nonostante la stampa estera dica il contrario, l’aiuto delle Potenze dell’Intesa fu assai esiguo). Con la decisa spallata di Vittorio Veneto (24 ottobre 1918) – in cui 51 divisioni italiane, 3 francesi, 2 inglesi e una cecoslovacca affrontarono 70 divisioni austriache – venne completato quel processo di unificazione territoriale iniziato nel secolo scorso, cogliendo una innegabile Vittoria. Appare inoltre plausibile che la reale minaccia di una invasione della Baviera da parte dell’Esercito italiano, abbia indotto il Governo tedesco a chiedere frettolosamente un cessate il fuoco sul Fronte Occidentale l’11 novembre del 1918.

(foto: Quirinale)