Lettera al direttore riguardo a "Da Lawrence d’Arabia una lezione per gli strateghi di oggi"

04/10/15

Egr. direttore, sono un lettore delle rivista da poco tempo. Ho apprezzato alcuni articoli e altri avrei qualcosa da dire molto sinteticamente.

Mi permetta in particolare di dissentire in riferimento all’approfondimento su Lawrence d’Arabia in merito al conflitto israelo – palestinese. Il termine palestinese in quanto popolo e altro, è un prodotto degli anni sessanta per identificare una popolazione inventata di sana pianta. Le popolazioni esistenti in quella chiamata Palestina sotto il mandato brittanico erano arabi nomadi provenienti dalla Giordania, Arabia saudita, Egitto, Siria.

Nelle città di Haifa , Gerusalemme, Acco, ecc. gli abitanti arabi , drusi, cristiani , ebrei, ecc. non importava nulla se il trattato di Balfour prevedeva la costituzione di un focolare ebraico. Infatti gli stati nati da quel trattato e successivamente dalla conferenza di Sanremo, non furono motivi di scontro. Gli interessi legati allo sfruttamento dei giacimenti di petrolio furono e ne sono ancora la causa.

La British Petroleum, non permise la costituzione dello stato ebraico, fu sempre contro non ostante il governo britannico l’avesse promesso per i servigi  dello scienziato chimico ebreo Chaim Weissman, alla cui vittoria nella prima guerra mondiale aveva contribuito. Il problema per gli inglesi era di fare affari con gli arabi. L’attribuzione dei problemi mediorientali al cosiddetto conflitto israelo – palestinese è una forzatura propagandistica dell’Onu comandata, come si vede ogni giorno, dai paesi di religione mussulmana. Il terrorismo palestinese contro Israele, elemento di notevole pressione, è fomentato da chi ha ormai stabilito un fortissimo legame con interessi che vanno ben aldilà di quelli del cosiddetto popolo palestinese: Abu Mazen e i suoi affiliati ricavano da questo conflitto, che loro stessi alimentano, proventi per miliardi di dollari.

Il progetto dell’Iran che vuole stabilire la sua supremazia su questa parte del mondo, stato che non rientra nel novero degli stati mediorientali e non faceva parte di quella zona definita del mandato britannico dopo la fine della prima guerra mondiale, è entrato nella vicenda a forza con il ruolo di esportatore del terrorismo in medioriente con organizzazioni terroristiche che foraggia Hamas, Al Fatah, Hezbollah, altre inYemen e altrove allo scopo di controllare il medioriente stesso.

Questi sono i problemi veri, attribuire ad Israele e alla sua storia recente, come viene sostenuto nell’articolo, responsabilità del conflitto in atto, è solo vecchia propaganda dei paesi arabi superata dai fatti. 

Distinti saluti

A.V.