I Reparti dell’Aeronautica Militare si addestrano al poligono spagnolo di “Las Bardenas”

12/04/16

L'Aeronautica Militare con i suoi Tornado del 6°Stormo di Ghedi  si stà già esercitando dallo scorso 8 aprile in Spagna nel poligono di "Las Bardenas" nella Comunità di Navarra e rimarrà nella penisola iberica fino alla terza settimana  mese in corso.

Una normale missione esercitativa, svolta di norma a Capo Teulada e a Capo Frasca in Italia, che serve a mantenere lo standard operativo dei piloti militari dell'Aeronautica (nel 2015 in media 65 giorni di attività nei poligoni sardi).

Infatti il poligono di tiro di "Las Bardenas" contiene insieme le stesse caratteristiche tecniche e operative dei due poligoni sardi dove da oltre 40 anni la nostra Aeronautica si addestra in casa.

I nostri aerei vanno in Spagna, inoltre, per testare le capacità del poligono, così come sono andati in Corsica – poligono di Solenzara- ed in Est Europa perché non si può pensare di mantenere una capacità operativa senza un costante addestramento anche con l’utilizzo di adeguati poligoni.

Potrebbero essere le "prove tecniche" per cercare un'alternativa alla Sardegna per via delle molteplici restrizioni attuali e per la mancanza di sostegno politico regionale al mantenimento e allo sviluppo dell'industria della Difesa nell'isola.

Quello che sta accadendo in Sardegna è gravissimo perché sono a rischio posti di lavoro, indotto e possibilità di sviluppo per il futuro così come è stato più volte denunciato dal Cocer dell’Aeronautica a tutela del personale. Inoltre andare all'estero per fare ciò che potremmo fare serenamente in casa con dei benefici economici e sociali altissimi rappresenterebbe un vero e proprio ossimoro e un atteggiamento politico regionale totalmente in controtendenza con le politiche di ottimizzazione e razionalizzazione delle risorse disponibili.

La questione è tutta in mano alla politica della Regione Sardegna  e la parti sindacali non sono esenti da responsabilità.  Tutti devono fare i conti con quanto sta avvenedendo.

Laddove altre regioni italiane ed estere fanno a gara per accaparrarsi investimenti, in Sardegna la politica  tende sempre più verso un disimpegno su questo tema strategico.

Nonostante tutto l'Aeronautica, così come le altre Forze Armate,  ha il dovere di addestrarsi per garantire il rispetto dei compiti istituzionali di Difesa del Paese imposti dalla Costituzione.

Un disimpegno dei lavoratori militari  dalla Sardegna, porterebbe, per quanto riguarda la sola’Aeronautica Militare,  prima di tutto a concreti svantaggi legati ai 1200 lavoratori stabili e ai 70 milioni di euro di stipendi, addio indennizzi ai comuni, addio impiego delle ditte esterne, addio migliaia di posti di lavoro, addio militari sardi trasferiti altrove.

Si pone, infine, la questione di importanti servizi alla collettività come la gestione di tutto il traffico aereo civile verso l'aeroporto di Elmas, il servizio meteorologico, il servizio di salvataggio elicotteri (SAR) e il delicato servizio antincendio di cui ancora nessuno ha detto come verrebbero sostituiti.

Un disastro sociale di immense proporzioni rafforzato dal fatto che ad oggi non esistono e non sono state prospettate soluzioni alternative di impiego capaci di garantire lo stesso numero di lavoratori impiegati e lo stesso impatto economico attualmente operante.

Lo dichiara il delegato nazionale del Cocer interforze Antonsergio Belfiori