Le immagini che arrivano oggi della valanga che ha colpito l’Hotel Rigopiano e dei primi soccorsi, un manipolo di uomini del soccorso alpino che hanno marciato tutta la notte, ci spingono a fare delle considerazioni.
In Italia, un Paese del G7, si soccorre a piedi? Mi sembra davvero una soluzione inaccettabile se penso al lavoro che fanno i nostri militari all’estero. Costruiscono, ponti, aeroporti, strade, scuole e quant’altro in pochissimo tempo. In Italia, sul nostro territorio, tutto è complicato.
Le forze armate in Italia, possono intervenire in concorso, solo e soltanto su richiesta della Prefettura interessata; ciò, perché sia “ratificato” lo stato di emergenza e soprattutto perché siano stabilite le indicazioni sulle risorse finanziarie.
Nell’attesa del documento della Prefettura, interviene subito la Protezione Civile, con i volontari e i nuclei di primo intervento. Persone fantastiche ma spesso non attrezzate per emergenze gravose come quella in atto. La Protezione Civile, quindi, è costretta a noleggiare i mezzi necessari da ditte private. Nel frattempo i nostri militari, tanti, addestrati e con i mezzi già in possesso, quelli giusti, sono pronti ma attendono la richiesta che il più delle volte arriva proprio quando ci sono i morti, ovvero quando è troppo tardi.
Nell’emergenza la burocrazia “deve essere messa da parte”, si interviene e basta, coordinati sempre dalla Protezione Civile, ma si “deve” intervenire, senza se e senza ma. Le problematiche riferite alle risorse finanziarie, si risolvono dopo.
All’estero siamo bravissimi e in Italia meno? Mi sembra una contraddizione troppo evidente per essere trascurata.
I nostri politici e soprattutto i governanti devono aprire gli occhi e non aspettare solo la sentenza della Consulta sulla legge elettorale, ma attivare subito norme e procedure più snelle. Gli italiani, meritano sicuramente di più.
(foto: Esercito Italiano)