Accorpamenti, la Marina rimette gli occhi sulle Capitanerie di Porto

02/04/15

Gentile direttore, segnalo a Lei e ai suoi lettori un interessante articolo pubblicato oggi dal Secolo XIX firmato dal collega Alberto Quarati (leggi pezzo sul web), che chiarisce ulteriormente il dibattito recente riguardo la razionalizzazione delle risorse che credo la Marina Militare appoggi, perché in fondo mettere ordine in un settore come quello della sicurezza marittima e nelle diverse competenze che ad essa sono collegate, offre l'opportunità di una ristrutturazione efficiente del settore.

Il collega descrive bene quali sono i timori più o meno celati della Capitaneria di Porto ma va considerato che mettere ordine significa anche semplificare la leadership.

Comprenderete bene che è inspiegabile per un Capo, in questo caso della Marina Militare, avere un proprio dipendente, il Comandante Generale delle Capitanerie di Porto/Guardia Costiera che parla direttamente con il Ministro dei Trasporti senza minimamente poter intervenire o avere voce in capitolo.

E’ uno dei tanti casi anomali in Italia e anche questo settore non fa eccezione, anche perché più volte ho segnalato nei miei diversi articoli sull'argomento un deficit di cultura marittima da parte della classe politica nazionale, che spiega il perché di tante anomalie. Quindi rimettere ordine nel settore comporterebbe un forte risparmio di spesa e soprattutto trascinerebbe con se anche il riordino dei controlli e delle competenze in mare e sotto costa, oggi condiviso anche con altre forze di polizia come appunto Carabinieri, Polizia di Stato, Polizia Provinciale, Guardia Forestale, Guardia di Finanza, ecc. ecc...

Pensate che oggi un diportista potrebbe esser fermato in una uscita in mare con la sua barca da tutti questi controllori. La cosa è a dir poco ridicola, anche agli occhi dei molti turisti stranieri che l’estate affollano i nostri mari e che sempre più preferiscono le coste delle vicine Spagna, Francia e Grecia solo perchè hanno porti e punti di accoglienza meno difficili da praticare dei nostri.

Quindi in sintesi vale la pena appoggiare l’azione del Governo Renzi di razionalizzare anche questo comparto?

La risposta è sì almeno per me, ma io conto poco, sono solo portatore della mia opinione. Quello che conterebbe davvero è che la coscienza popolare italiana si svegli e si riappropri di alcuni temi come il mare e la marittimità che sono la vera risorsa da cui ripartire.

Vorrei fugare ogni dubbio, che magari può essere sorto in seguito a qualche mia uscita sul tema. Io e moltissimi italiani apprezziamo molto il lavoro e il servizio svolto dalla Capitaneria di Porto/Guardia Costiera e dalla Marina, ma pensiamo che sia più semplice che ci fosse la Marina Militare e una sua componente la Capitaneria di Porto che svolga le funzioni di Guardia Costiera piuttosto che la confusione attuale. Questo consentirebbe oltre la razionalizzazione delle risorse economiche, il giusto collocamento dei mezzi e del personale, senza inutili sprechi e ripetizioni, con un unico Capo che sicuramente avrà ben chiare le priorità e le necessità. L'italia non se lo può più permettere. I cittadini italiani non lo vogliono più.

Il sentimento comune e collettivo appoggia le azioni che rimettono ordine e riducono gli sprechi e le spese che gravano sui cittadini italiani, fin troppo oberati. Per quanto attiene le carriere è bene che l’orgoglio personale faccia un passo indietro rispetto alle esigenze nazionali e collettive nel processo di efficientamento dell’apparato statale.

Sebastian Nicci