È di moda il "contractor" - Due parole con Gianpiero Spinelli

(di Denise Serangelo)
08/09/15

Sotto il concetto di contractor per non cadere nei classici luoghi comuni bisogna scavare e parecchio.
Quasi fuori dal mondo, l'idea che abbiamo dell'operatore della sicurezza privata è quella di un soggetto senza regole che corre dietro all'odore dei soldi, privo di morale e senza scrupoli. Il classico cattivo dei film che alla fine cade vittima degli inganni inventati dall'eroe.
"Soggetti con licenza di uccidere" li chiama qualche collega.
Ecco, i luoghi comuni mi hanno un pò stufato e alla fine decido di fare due chiacchiere con Gianpiero Spinelli, uno dei volti dei contractors italiani nel mondo.

Ex militare dell'Esercito Italiano, paracadutista - come da protocollo - passa nelle fila della sicurezza privata perché ha trovato il coraggio di lasciare una realtà che gli stava un stretta.
Ha intrapreso una strada complessa quando ancora non era nata la moda del contractor, quando per fare carriera tra i militari la via era una e una soltanto.
Lo contatto per fare chiarezza, perché chi meglio di un contractor può spiegarmi cosa fanno e come lavorano.

Spinelli, cosa sono oggi i contractors e perché non è più possibile definirli "mercenari"?

La questione è molto semplice, i contractors sono soggetti che fanno parte di una struttura legale e legislativa. Il loro lavoro è inquadrato in un contesto contrattuale autorizzato da entità statuali e non. I contractors hanno un regolare contratto di lavoro con il soggetto che li ingaggia e sono obbligati ad adempiere a quel che viene loro richiesto ovviamente in un contesto di legalità e buon senso.
Il mercenario è un soggetto venduto al miglior offerente che non ha vincoli di nessun tipo e non è legalmente autorizzato da nessuno.
La distinzione tra i due termini è fondamentale perché in una parola vi è un lavoro onesto e perfettamente legale, nella seconda invece lo status in cui ci si trova è illegale.

Un importante chiave di lettura può essere facilmente dedotta tramite un’analisi del diritto internazionale dei conflitti armati che regolano in qualche modo la disciplina e la condotta delle ostilità. Praticamente da una legittimità a coloro che possono parteciparvi classificandolo come legittimo combattente. I mercenari sono identificati secondo condizioni definite dall’articolo 47 del Protocollo aggiuntivo del 1977 e alle quattro convenzioni di Ginevra del 1949. Per la convenzione di Ginevra del 1949 il mercenario è :

Colui che è reclutato per combattere in uno specifico conflitto.

Colui che prende parte diretta alle ostilità.

Colui che è essenzialmente motivato da essenziali motivi di lucro.

Chiunque è cittadino di una parte del conflitto o residente nel territorio controllato da detta parte; membro delle forze armate di una parte in conflitto, membro delle forze armate di un terzo stato e sia inviato in missione ufficiale NON PUO’ ESSERE CONSIDERATO MERCENARIO.

In questa categoria sono inseriti i ‘’Contractor’’ e le PMS’C ( Private Military & Security Company ) cioè quelle imprese specializzate nei servizi di sicurezza a governi, grandi aziende. I Contractors sono considerati civili e possono essere considerati legittimi combattenti ai sensi dell’Art.43 Comma 3 del I Protocollo aggiuntivo del 1977. Questo indica che i membri di un’organizzazione che svolge servizi armati incaricata di far rispettare l’ordine hanno titolo a partecipare legittimamente alle operazioni belliche qualora siano al seguito delle Forze Armate di una delle parti in conflitto.

Nella fase post-conflict il Contractor rimane nello status di ‘’Civile’’perciò sottoposto a legislazione comune, sia sotto la giurisdizione del paese dove lo stesso opera sia nel caso accompagni forze armate quella emanata dal paese occupante.

Questo è facilmente deducibile dal fatto che l’autorizzazione legittima al porto e uso delle armi da fuoco per i contractors è regolamentata unicamente dal governo locale o da eventuali Forze d’occupazione.
Noi operiamo nel primo contesto, checché se ne dica!

E in Italia? Quale sarebbe la situazione nel nostro paese?

La situazione in Italia è migliorata molto negli ultimi anni.

In termini legislativi la svolta si è avuta quando la Cassazione - dopo il caso Quattrocchi - ha ritenuto opportuno l'applicazione della disposizione del codice penale n◦ 288 del 1930.
Questa disposizione fu applicata una sola volta prima dell’entrata in guerra dell’Italia, nel 1938, ma è tornata di attualità nel 2004. In quel caso fu contestata la sua violazione ad un soggetto il quale in concorso con altre persone, procedeva nel territorio dello Stato iracheno senza l’approvazione del governo all’arruolamento di tre cittadini italiani “affinché militassero in territorio italiano in favore di forze armate straniere (angloamericane, per la precisione), in concerto ed in cooperazione con le medesime, in contrapposizione a gruppi armati stranieri”.
La ratio dell’incriminazione è quella di impedire l’usurpazione di due speciali poteri che spettano esclusivamente allo Stato: il potere di coscrizione militare e il potere di inviare all’estero soccorsi militari.

Poiché l’incriminazione riguarda solo l’usurpazione di tali supreme funzioni dello Stato, è punito solo colui che arruola o arma, mentre non sono sanzionati gli arruolati o armati. Ma nel caso specifico gli inquirenti e la magistratura non si erano resi conto che avevano scambiato un articolo di legge legato interamente ad una situazione di conflitto interno al territorio italiano a quello puramente di un’azione extraterritoriale.
Ci tengo a sottolineare una cosa molto importante che l’esito di questo processo ha aperto un’importante breccia giuridica nel complesso sistema normativo italiano , e che oggi se ci sono diversi ‘’Contractors’’ italiani impiegati all’estero che svolgono la propria attività con la massima tranquillità è dovuto all’esito di questo processo in cui solo un pugno di noi si è battuto a tal fine.

Il Documento di Montreux del 17 settembre 2008 segna uno spartiacque importante per tutta la componente di diritto internazionale legata alle PMS’C . L'Italia ne è firmataria e si è adeguata a quando sottoscritto.
Questo documento è il risultato di una slanciata iniziativa del governo Svizzero e del Comitato Internazionale della Croce Rossa nel 2006 e si basa su quanto discusso in sede di quattro diverse assemblee intergovernative tenutesi nell'arco di due anni.
Questo è il primo documento internazionale che definisce le norme di diritto internazionale applicabili alle attività delle società militari e società di sicurezza private (PMS’C) quando queste ultime sono presenti sulla scena di un conflitto armato. 
La prima parte del Documento di Montreux distingue tra gli Stati che impiegano PMSC, gli Stati in cui operano le PMSC e gli Stati in cui tali società hanno sede. Per ogni categoria di Stato, la parte I richiama pertinenti obblighi legali internazionali in virtù del diritto internazionale umanitario e della legislazione sui diritti dell’uomo. Viene inoltre affrontata la questione della responsabilità dello Stato che impiega PMS’C per comportamenti individuali del relativo personale in base al diritto internazionale consuetudinario. La parte I affronta altresì i doveri della PMS’C e del rispettivo personale, come pure la questione della responsabilità dei superiori.

Nella seconda parte sono riportate le buone pratiche concernenti le normative stabilite in materia di PMS’C, di armi e di servizi armati: introduzione di regimi trasparenti, concessione di autorizzazioni, adozione di misure tese a garantire una migliore supervisione e una responsabilità accresciuta, in modo che soltanto le PMSC che verosimilmente rispetteranno il diritto internazionale umanitario e la legislazione sui diritti dell’uomo possano fornire i loro servizi. A tal fine si rendono necessari un addestramento, procedure interne e una supervisione appropriati. E’ importante ricordare che l’Italia ha aderito e firmato il Montreaux Document nel 2009.

Come abbiamo detto in precedenza lo stereotipo dell'operato delle PMS’C è quello di uomini senza scrupoli e ideologicamente esaltati.
Soprattutto oggigiorno dove il clima sociale è esasperato da una modernità deludente e da contesti multinazionali di difficile integrazione molti sentono il bisogno di trovare il loro posto nel mondo in una società di contractors.
Erroneamente si parte dal presupposto che l'operatore privato possa fare quel che vuole e dove lo vuole, che abbia mezzi illimitati e che l'unico limite a lui imputabile sia il cielo. Questo succede solo nei film o in contesti dove regna la più assoluta anarchia.

Parlando con Gianpiero Spinelli si scopre che la realtà delle PMS’C non è poi così semplice: "Quando si desidera lavorare nella sicurezza privata non basta saper impugnare bene un'arma. Avendo molti ruoli da ricoprire all'interno di un team, ogni singolo soggetto deve avere caratteristiche psicofisiche e conoscenze importantissime. Non tutti possono diventare contractors ed è sbagliato pensare che chiunque abbia un trascorso nelle forze armate o di polizia possa diventarlo automaticamente".

Cosa bisogna avere o come bisogna essere per diventare un contractor?

Innanzitutto una buona capacità di raziocinio , accompagnata ad una buona forma fisica . Anche se si è destinati a fare l'analista seduto su una sedia dietro un monitor!
Poi è importante il sangue freddo e la capacità di gestire lo stress e la stanchezza, passiamo diverse ore (fino a 15 e oltre) a camminare dietro i soggetti che ci sono affidati, dobbiamo garantire loro sicurezza e valutare se quel bambino che ci corre incontro è una minaccia o no. Se non hai i nervi saldi e sai gestire le tue emozioni spareresti a tutto quello che si muove e non va bene.

L'addestramento è altrettanto fondamentale perché da questo dipende il fatto di essere ingaggiato o meno. Se non ti addestri mai o hai delle conoscenze di base che risalgono a molti anni prima come può un soggetto - che già vive in un contesto pericoloso - affidarsi a te per la sua sicurezza? Voi lo fareste?

E gli ex militari?

Per loro il discorso è in un certo senso uguale a chi transita nella sicurezza privata da civile.
Il militare di carriera ha un Mindset - predisposizione mentale - molto specifico per il lavoro che andrà a fare. Ha una mentalità di carattere offensivo, deve mantenere le posizioni conquistate, ingaggiare la minaccia e aprire il fuoco per lui è normale, lo addestrano a questo.
Il militare si dice che abbia una mentalità Combat che si aspetta il combattimento e le ostilità e non fugge da esse quando viene coinvolto in situazioni ad alto rischio.
L'operatore PMS’C invece la minaccia la evita in tutto e per tutto che non vuol dire scappare per paura ma assicurarsi di mettere al sicuro il soggetto da proteggere.
Se il soggetto muore il contratto è automaticamente inadempiuto e questo vuol dire molte cose per noi.
Il Mindset del contractor è chiamato di "Safe&Security" e lavora soprattutto sulla sicurezza del soggetto protetto e sull'evitare la minaccia fin dove è possibile. Il contractor non mantiene la posizione ma l'abbandona appena sente odore di ostilità.
Il contratto viene prima di tutto e la sua assoluzione è di assoluta rilevanza per tutti i team.
In virtù di quanto detto è facile immaginare come un ex militare debba essere rieducato ed addestrato a questo tipo di Mindset se no si corre il rischio di mettere a repentaglio la sicurezza di tutti.

Sfortunatamente non è così facile trovare strutture serie che ti addestrino bene al mestiere di contractors. In molti sono stati segnalati disservizi da parte di tanti centri di formazione per operatori privati.

Può dirci cosa dovremmo guardare per capire se davvero possiamo affidarci ad una certa società di formazione o se è meglio guardare altrove?

La domande è difficile, non esistono delle linee guida. Innanzitutto - e mi sembra anche scontato - bisogna informarsi bene prima di intraprendere un corso da qualsiasi parte. Basta aprire internet e vedere qual è la reputazione dell'azienda in cui si intende recarsi, oggi è facile ma quando ho iniziato io si andava avanti solo per sentito dire e per conoscenza. Una volta appurato che la società non ha scandali o non è già stata vittima di qualche inchiesta si passa al dettaglio. Ma soprattutto bisogna dare importanza ai contenuti dei percorsi formativi offerti . Oggi nel panorama italiano esiste una forma di arroganza in merito molti si avvicinano a questo mondo chiedendo soprattutto in cambio un impiego a fine corso.

Esiste una grande sottovalutazione dell’importanza della preparazione, sono molto pochi coloro che hanno l’umiltà di imparare e in seguito di avvicinarsi al mondo del lavoro, ma questa è legata a ragioni culturali. Molti non hanno ben chiaro cos’è realmente questo lavoro. Anche perché esistono diversi tipi d’incarico, perciò è necessario avere competenze specifiche e prepararsi sempre.
Nel dettaglio bisogna valutare il CV dei singoli istruttori - facendo attenzione a non cadere nei falsi CV - e la situazione amministrativa dell'azienda se questa è in fase di declino e se ha pendenza di qualche genere.
Non è importante che sia una grande o piccola società perché ribadisco il fattore umano è quello fondamentale.
L'assicurazione è la ciliegina sulla torta. Perché l'azienda sia seria ed affidabile deve avere un'ottima assicurazione in caso di rischio, danno o morte.

Dalle coperture assicurative KR & PI si capisce se la società ha anche le dovute coperture finanziarie idonee a garantire una reale partecipazione a questo mondo imprenditoriale.

Società poco serie che pensano solo al lucro ne esistono ma sta a noi valutare volta per volta a chi affidarci.
Le PMS’C sono salite tristemente alle cronache per famosissimi sequestri finiti spesso in tragedia e per comportamenti irregolari che rasentano l'illegalità, questo dovuto all’incompetenza di alcuni soggetti, alla mancanza di una struttura incapace di pianificare in maniera attenta , e anche dovuto al caso e alla sorte.

Viste le condizioni economiche attuali di molti Stati, l'opinione pubblica e i governi sono sempre più restii a pagare un riscatto. In caso di sequestro chi negozia per la liberazione dei sequestrati ed eventualmente chi paga il riscatto?

La situazione del sequestro è una situazione delicata già in generale, per noi lo è anche di più.
I casi in cui ci si può trovare sono due.
Il primo caso è quello in cui la PMS’C ha una sua polizza assicurativa regolarmente stipulata nel contratto di lavoro. In questo caso la polizza con adeguati professionisti preparati alla negoziazione dovranno trovare il giusto compromesso tra il rilascio dell'ostaggio e gli interessi dei sequestratori.
Normalmente la via di risoluzione più accreditata - soprattutto per piccole organizzazioni criminali - è quella del pagamento di un riscatto, la compagnia assicurativa in quel caso paga la cifra richiesta e si adopera per la liberazione degli ostaggi.
Ovviamente la Polizia Locale viene coinvolta in modo marginale perché la delega per la gestione delle operazioni è lasciata all'assicurazione.
Il secondo caso dove le assicurazioni non sono presenti nel contratto la negoziazione è lasciata in mano alle strutture governative del governo competente.

Come in qualsiasi altro caso di sequestro quello di un contractors è da trattarsi con estrema delicatezza e serietà.
Purtroppo trattandosi di soggetti fortemente osteggiati dall'opinione pubblica spesso il loro rilascio viene considerato una priorità secondaria.

Legati in modo diretto ai sequestri e alla reputazione delle PMS’C sono i problemi legali dei team di sicurezza e scorta.
Alla cronaca spesso vengono omessi i noiosi dettagli del post sequestro o delle note legali legati ai processi poi sviluppati in Patria dopo il ritorno.

Signor Spinelli come gestite i problemi legali dei team di sicurezza? Chi se ne occupa e come è coinvolta l'azienda?

Anche in questo caso la competenza è duplice e dipende dai fatti di cui si è accusati e in cui si è accusati.
In un caso potrebbe essere coinvolta solo la persona responsabile dei gesti illegali. Per esempio se si è coinvolti in una rissa perché si è ubriachi o sotto effetto di sostanze stupefacenti allora la responsabilità legale è imputabile solo ed esclusivamente a noi.
Non solo le spese legali e la difesa saranno a carico nostro ma l'azienda che ci ha assunti potrà rifarsi su di noi per l'immagine negativa che si getta sulla reputazione aziendale.
Diverso è il caso in cui la competenza è dell'azienda per esempio in caso di conflitto a fuoco o incidente, perché la nostra responsabilità è legata al compito che questa ci ha chiesto di sostenere. In tal caso l'azienda assorbirà tutto il carico legale e sarà responsabile della difesa dei suoi team in virtù delle regole d'ingaggio (a cui anche i PMS’C sono sottoposti) e della situazione al momento dello svolgimento dell'atto definito illecito.

In Italia e purtroppo anche all'estero il vostro lavoro è anche fortemente legato al compenso. Il mercenario è da sempre ritenuto un soggetto strapagato che si vende al miglior offerente pur di guadagnare, potremmo allora spiegare ai lettori quando costa davvero un contractors?

Come in qualsiasi altro lavoro la retribuzione è in base al ruolo che si ricopre, alle responsabilità e all'anzianità di servizio. Parliamo di cifre.
I costi di un servizio di scorta privata possono arrivare anche a 7000$ al mese , tutto dipende però dalle condizioni in cui si lavora e da quanto viene richiesto dal cliente. Come ho specificato prima quando si parla di Contractors si parla di un macro universo dove diverse tipologie di professionisti operano, ci sono gli Intelligence Analist che lavorano prima che noi mettiamo piede sul campo vengono pagati di più rispetto a noi perché hanno responsabilità, anni di studi alle spalle, devono essere continuamente aggiornati e preparati, non possono certo farsi pagare due soldi. Ci sono ‘’Mentor’’, ‘’Istruttori’’, Tecnici EOD , Interpreti, Esperti in Telecomunicazioni e Logistica, Operatori K9, Paramedici etc etc, i compensi cambiano in base al contratto e alla categoria professionale a cui si appartiene.
Inoltre il paragone -- sbagliato - viene fatto con un soldato regolare dell'Esercito, quest'ultimo ha in dotazione materiali, viene addestrato a costo zero dallo Stato e il suo stipendio viene usato per vivere e mantenere le famiglie. Per noi è diverso, con quei soldi ci addestriamo, ci spostiamo e ovviamente ci viviamo, il discorso è un po’ diverso.

Calcolare quanto un lavoro sia onorabile o meno dal guadagno che si ricava da tale lavoro è un ragionamento che in Italia è molto in voga e che si adatta alla perfezione al lavoro del contractors.
Talvolta guadagnare una cifra alta comporta rischi alti e notevole preparazione personale, senza contare che questi sono letteralmente lavoratori a contratto che vengono chiamati solo quando vi è necessità. Possono lavorare per 6 mesi e guadagnare quel che serve fino al prossimo contratto.
Guadagnare dal proprio lavoro non è qualcosa di cui vergognarsi, la vergogna sicuramente non appartiene alla figura del contractor che si guadagna da vivere come chiunque altro.

Un punto altrettanto importante della disquisizione sui contractors è proprio il "VIP" (il soggetto che incarica la sua protezione o il committente). Come si vede spesso nei film al soldo di trafficanti e malavitosi ci sono sempre ex militari strapagati e senza scrupoli, ma come si lavora nella realtà di un contractor?

Il soggetto per cui lavoriamo è il primo da cui iniziamo le nostre indagini, da lui dipende non solo la sua sicurezza ma anche la nostra. Se lui ha delle pendenze penali, se è un trafficante, se è un malavitoso o se ha dei guai con persone poco raccomandabili noi lo veniamo a sapere. L'azienda rifiuta il lavoro e nessuno è autorizzato a lavorare per questo soggetto ne ora ne in futuro.
Coloro che hanno attività poco legali o addirittura di contrabbando non vengono a chiedere alle aziende di sicurezza privata di scortarli da qualche parte perché sanno di essere sottoposti ad attentissimo controllo, corrono il rischio di essere scoperti.
Quelli che vediamo nei film o in qualche documentario sono soggetti (magari anche ex militari) che nulla hanno a che vedere con la sicurezza privata o il contractors, sono malviventi con chi li assolda. Lavorare per un criminale fa di te un criminale non un contractors, le aziende serie e rispettabili non lavorano così.
Noi lavoriamo persino con le ONG, abbiamo un ottimo rapporto e permettiamo di far continuare il loro lavoro anche grazie alle condizioni di sicurezza che creiamo.
I film non sono la realtà.

Voi siete spesso ingaggiati anche da governi di paesi in crisi come l'Afghanistan. Come mai spesso si sceglie una compagnia di sicurezza privata rispetto all'esercito regolare?

La risposta è in tre punti chiave: costi, vincoli contrattuali e flessibilità d'impiego e responsabilità personale. Mi spiego.
Una scorta in paesi ad alto rischio, una manifestazioni in cui garantire sicurezza o un'analisi approfondita richiedono soldi agli Stati, tanti soldi.
Noi costiamo meno di un soldato di professione perché una volta finito il nostro compito torniamo a casa e il nostro legame finisce quando terminano le condizioni contrattuali iniziali.
Rispetto all'esercito noi non abbiamo che i vincoli derivati dal contratto, non abbiamo governi da sentire e opinione pubblica da tenere sotto controllo, il contratto si deve assolvere e verrà assolto con qualsiasi mezzo in un contesto di legalità e di diritto internazionale.
Per tutte queste ragioni siamo anche più prontamente impiegabili, se l'azienda è chiamata ad operare domani mattina, domani mattina un team sarà dove richiesto dal committente.
L'esercito ha per sua natura una catena di comando e una burocrazia molto lunga, deve rifarsi a leggi e protocolli che rallentano le operazioni.
Noi una volta che sappiamo di poter lavorare in completa legalità su suolo estero partiamo e basta.
Inoltre la cosa che spesso fa pendere l'ago della bilancia dalla nostra parte è la responsabilità personale del nostro amministratore delegato, l'equivalente di un Generale comandante di una brigata.
Se si commette un errore oppure il contratto non viene rispettato a rimetterci è tutta l'azienda, gli errori si pagano di tasca nostra spesso con la chiusura dell'azienda dato che nessuno vorrà più lavorare con quest'ultima.
Se qualcosa va storto il capro espiatorio è sempre ben identificabile!

Il mestiere delle armi, in tempi di crisi, riscuote crescente successo ma sono ancora tanti gli scogli da superare affinché questi uomini con un lavoro decisamente non ordinario possano essere conosciuti ed accettati.
In un paese come il nostro in cui persino l'esercito regolare è ritenuto un'inutile appendice è importante aprire una discussione analitica e non giornalistica sulla questione della sicurezza privata.
Quella dei contractors appare come una delle mode che più faranno tendenza nei prossimi decenni, evitiamo anche questa volta di scadere in un malsano stereotipo ostracizzando gente che lavora onestamente.

Il contractors come qualsiasi nuova forma di lavoro ha le sue lacune legislative - soprattutto in Italia - e sicuramente alcuni episodi del passato non hanno reso giustizia alle centinaia di operatori privati che con serietà ed impegno desiderano solo lavorare per la sicurezza di altre persone.
Essere un soldato senza una mimetica non vuol dire tradire il proprio paese, essere un soldato senza lo scudo tricolore non vuol dire non avere una patria , essere un contractor non vuol dire essere mercenari.