Centenario della Grande Guerra al Casinò di Sanremo

(di Redazione)
19/04/17

Echi della Grande Guerra ieri, 18 aprile, nel Teatro dell’Opera del Casinò di Sanremo ove, nel contesto del consueto “Martedì Letterario”, si è tenuta una conferenza per commemorare quel tragico periodo della nostra storia nazionale approfondendo, fra gli altri argomenti, l’impegno dell’Esercito Italiano.

Di fronte ad una vasta platea sono intervenuti, quali relatori, il professor Pierpaolo Rivello, procuratore generale militare presso la suprema corte di cassazione a Roma, vertice della magistratura militare italiana; il generale di divisione Massimo Panizzi, vice comandante delle Truppe Alpine per il Territorio a Bolzano; il professor Aldo Alessandro Mola, insigne storico, già collaboratore degli uffici storici dello stato maggiore della Difesa e dello stato maggiore dell’Esercito. Ha portato il saluto del Casinò il direttore generale, ing. Giancarlo Prestinoni, in rappresentanza del sindaco di Sanremo, Alberto Biancheri, è intervenuto il consigliere comunale Giovanna Negro e in rappresentanza del signor prefetto, dott.sa Silvana Tizzano, ha portato il saluto il vice prefetto vicario, dott. Massimo Gatto.

Nutrita partecipazione del pubblico, che ha visto la presenza delle principali autorità istituzionali, delle Associazioni d’Arma e cittadine.

Interagendo fra loro i relatori hanno saputo offrire un’ampia panoramica dei più importanti aspetti della Grande Guerra. Il professor Rivello, in particolare, ha illustrato l’organizzazione e il funzionamento della Giustizia Militare durante il conflitto.

Il centenario della Grande Guerra, ha detto il Procuratore Militare, può costituire un’occasione veramente propizia, che non può essere sprecata, per fare luce su una pagina senza dubbio tragica, quella dei Tribunali Militari, utilizzati spesso quale deterrente per mantenere coese le truppe”. Uno degli aspetti più sconvolgenti riguardò, tra il 1914 ed il 1918, la repressione interna per il mantenimento della disciplina tra i soldati, attraverso esecuzioni sommarie, tribunali straordinari, metodi repressivi in genere con cui si voleva mantenere alta nel soldato la fede nella vittoria.

Approfondire con serenità e obiettività questo capitolo è doveroso, anche per reintegrare nella memoria nazionale quella pagina dolorosa della nostra storia”, ha concluso Rivello che, nella sua intensa attività di docente e ricercatore, quando era procuratore militare di Torino, ha condotto indagini sui crimini di guerra del secondo conflitto mondiale, rimasti fino ad allora impuniti.

Le difficili relazioni tra i governi succedutisi durante la guerra e il Comando Supremo sono state al centro dell’intervento del professor Mola. Relazioni spesso difficili e spinose, specialmente con il generale Cadorna.

D’altro canto, ha proseguito Mola, “la straordinarietà di quel conflitto - neppur lontanamente paragonabile a quelli del Risorgimento e delle prime imprese coloniali - ben poteva spiegare le incomprensioni e i veri e propri scontri tra la politica ed i vertici militari, in un contesto che vedeva l’intera Nazione coinvolta nello sforzo bellico, con oltre 5 milioni di mobilitati e la partecipazione delle stesse donne, come crocerossine, giornaliste al fronte, operaie nella produzione bellica delle industrie e contadine.”

Ricollegandosi alle considerazioni dello studioso, il generale Panizzi ha quindi illustrato il significato della mostra itinerante intitolata “La Grande Guerra. Fede e Valore”, ideata e proposta a più riprese dallo stato maggiore dell’Esercito per commemorare quegli eventi. “L’Esercito Italiano – ha detto Panizzi – divenne veramente l’Esercito degli Italiani, che in esso di identificarono”.

Nel ripercorrere le fasi salienti di quello che è ricordato quale primo conflitto “globale”, il generale ha approfondito il ruolo dell’Esercito, la vita del soldato e le speranze dei combattenti, non solo legate al desiderio di sopravvivere e di tornare a riabbracciare gli affetti, ma anche, genuinamente, a quello di poter contribuire alla costruzione di una Nazione migliore. Panizzi ha concluso il suo intervento con una riflessione sul senso e l’importanza della memoria, del ricordo di quanto è accaduto. “La pace non è un bene scontato. Conservarla e difenderla può avere un costo elevatissimo”. Da qui il dovere di ricordare chi ha combattuto, sofferto e perduto la vita per difendere quella libertà di cui noi tutti oggi godiamo. “L’amore per la Patria, ha affermato il generale Panizzi, si impara, soprattutto riappropriandoci della nostra storia, leggendo, studiando, riflettendo”.

Dopo la chiusura della moderatrice, Marzia Taruffi, responsabile dell’Ufficio Stampa e Cultura del Casinò di Sanremo, il pubblico ha potuto ascoltare le canzoni del Coro “Compagnia Sacco” di Ceriana che, eseguendo i canti della Grande Guerra, ha lasciato in tutti un’ombra di commozione.

Ancora una volta il Casino’ di Sanremo ha saputo mostrare quale importante ruolo esso continui a ricoprire per la società sanremese, per la quale rappresenta un fondamentale polo culturale di riferimento e di aggregazione, riuscendo a promuovere e a realizzare iniziative di spessore.

Il prossimo anno cadrà il Centenario della Battaglia di Vittorio Veneto e della conclusione del conflitto: un appuntamento che il Casinò si prepara a celebrare, onorando la sua storia e quella dei sanremesi e degli italiani che, partecipando a quell’epopea, ci hanno consegnato una Patria migliore.