Martedì 20 dicembre: l'Italia è - indivisa - al fianco dei suoi portacolori in divisa?

(di Andrea Cucco)
20/12/16

Comincia oggi la Campagna di nave Carabiniere. Target: Australia e Sud-est asiatico. Una missione di oltre 4 mesi in cui una nave italiana percorrerà una distanza pari alla circonferenza del pianeta, attraccando in più di 10 porti tra Arabia Saudita, Australia, Indonesia, Malesia, Oman, Pakistan, Singapore e Sri Lanka (niente paura, l'ordine è alfabetico!).

Quando la Campagna è stata presentata a Palazzo Marina venerdì scorso (vedi video) erano presenti vertici militari come il capo di stato maggiore della Difesa, gen. Claudio Graziano, ed il capo di stato maggiore della Marina, amm. Valter Girardelli, oltre a quelli industriali come l'amb. Giampiero Massolo, presidente di Fincantieri, l'ing. Mauro Moretti, amministratore delegato di Leonardo, Pasquale Di Bartolomeo, amministratore delegato di MBDA Italia e Lorenzo Benigni di Elt Elettronica, senza dimenticare il presidente dell'AIAD, l'associazione che rappresenta le aziende italiane operanti nel campo della Difesa, l'Aerospazio e la Sicurezza, Guido Crosetto.

La Difesa definisce l'iniziativa come tesa a “sviluppare alcune attività di defense capability building utili a quei paesi le cui forze navali necessitano di guida e supporto sia nell’addestramento sia nell’organizzazione interna; condurre attività di naval diplomacy ovvero portare la bandiera italiana nelle diverse nazioni toccate per dimostrare in concreto il nostro livello di competenza non solo tecnico-operativa, ma come in questo caso, anche tecnologica e industriale”.

Proviamo a tradurre ed a parlare come mangiamo. La meta del viaggio della FREMM (Fregata Europea Multi Missione) Carabiniere è semplice e chiara: presentare materialmente (non sulla carta!) agli australiani una delle tre finaliste in corsa per una commessa da nove fregate (programma "SEA 5000"). Parliamo di 22 miliardi di euro.

Ancora una volta, dopo essere troppo spesso indicate da una certa opinione pubblica e da una certa politica (piuttosto trasversale) come fonte inutile e sacrificabile di spesa, le forze armate si fanno promotrici di sviluppo economico e successi commerciali che - auspichiamo - porteranno posti di lavoro. Non sono passi che si compiono durante un pomeriggio invernale, sono frutto di anni di investimento professionale nel definire e poi realizzare mezzi all'avanguardia.

Lo sottolineiamo perché quella che è mancata venerdì scorso è stata una presenza “politica”, se non per delega, adeguata. La stessa che è quasi sempre fondamentale per la riuscita di ogni accordo industriale.

Che sia presente o meno alla partenza di oggi da La Spezia la ministra, siamo certi che la stragrande maggioranza degli italiani sarà moralmente in porto a salutare i propri portabandiera. Come siamo sicuri che l'equipaggio della nave darà il meglio di se durante una missione che lo vedrà in prima linea – dal comandante all'ultimo marinaio – impegnato a dimostrare alla marina australiana (ma lungo la strada se ne incontreranno diverse altre...) la validità della nostra “Ferrari”. Un made in Italy che si coniuga ad un'eredità culturale matteiana: Fincantieri ha già aperto la società Fincantieri Australia ed a breve inaugurerà una propria sede a Canberra.

Le commesse si vincono condividendo know-how, risorse e portando benessere, non sfruttamento. Se qualcuno avesse compreso certe dinamiche anche per la dimensione aerea, il ritorno economico ed occupazionale per l'Italia sarebbe stato (e forse lo potrebbe ancora essere...) ben più generoso per i prossimi decenni (v.video).

Purtroppo, oltre che di Mattei, siamo la patria di Tafazzi.

(nella foto il csm della Difesa, Claudio Graziano, assieme al comandante di nave Carabiniere, Francesco Pagnotta, a seguire il csm della Marina, amm. Valter Girardelli)