Il ricordo di Carlo “Bud Spencer” Pedersoli

(di Andrea Troncone)
30/06/16

Non ho idea di quale possa essere il profilo del “lettore medio” di Difesa Online, ma è lecito ipotizzare che si possa trattare (anche, ndr) di una persona sui 40/45 anni, di sesso maschile.

Se ho ragione, questo è anche l’esatto tipo di profilo che identifica una generazione di adolescenti che ha avuto in “Bud Spencer” un simpatico amico, compagno di tante risate, domeniche al cinema e serate in compagnia, ad emulare abbuffate di fagioli o gare di birra e salsicce.

Detto così è lecito pensare che di queste birre io possa averne recentemente bevuta qualcuna di troppa, dal momento che questa è la rivista che tratta di bombardamenti e bazooka, non di “spaghetti-Western”.

Ma se ho azzeccato l’identikit del nostro “lettore medio”, a molti ritorneranno in mente le tante scene di volo su vari “Catalina”, Douglas “DC-3”, Boeing “Stearman”, Bell 206 “Jetranger” e altri aeroplani viste nei suoi film.

Detto questo, la nostra rivista ha una rubrica dedicata al mondo dell’industria, e per quanto Carlo Pedersoli sia noto a tutti come attore comico e come olimpionico di nuoto e pallanuoto, c’è qualcosa che lo lega all’aviazione, che va ben al di là delle scene di “Più forte ragazzi” e altri suoi film.

Tutti, davanti al nome Alfa Romeo Avio si inchinano per l’eccellenza motoristica dei tempi di Balbo, così come ogni appassionato di aviazione fa lo stesso dinanzi al nome di Stelio Frati, i cui SF-260 sono stati scelti come addestratori militari dall’Aeronautica Militare Italiana e di mezzo mondo.

Ma cosa unisce Stelio Frati, l’Alfa Romeo Avio, l’Aeronautica Militare a Bud Spencer ?

Il motore AR.318 (foto sopra), primo motore a turbina del dopoguerra completamente italiano, dalla progettazione alla costruzione!

Stelio Frati, infatti, progettò l’SF-700 “Cormorano” che sarebbe dovuto essere un anfibio biturboelica di medie dimensioni che avrebbe potuto sostituire benissimo i vari Grumman “Mallard” e “Goose”che ancor oggi, ad oltre mezzo secolo dalla loro introduzione, restano faticosamente (e ormai pericolosamente, come sa bene la Chalk’s Airlines) gli unici rappresentanti di quella tipologia di velivolo.

Ma non solo: Stelio Frati lo concepì anche come velivolo antincendio. Un piccolo “Canadair”, insomma.

E probabilmente sarebbe stato molto più efficace (grazie alla chiglia a scafo centrale e la propulsione bimotore) dei “Dromadair” che abbiamo dovuto recentemente introdurre a fianco dei più grandi e costosi CL-415.

Proprio questo uso anfibio ed antincendio richiedeva un motore turboelica piccolo (1m x 53cm x 60cm), ma più potente (600 SHP) delle turbine comunemente impiegate nell’aviazione commerciale degli inizi anni ’80.

Così Frati progettò l’aero, l’Alfa Romeo Avio1 progettò il motore e ne costruì i prototipi, Carlo Pedersoli imprestò il King Air che aveva in società con il cognato per montarli su un aeroplano adatto a divenirne un banco prova volante. Chiude il cerchio l’intervento dell’Aeronautica Militare, che tramite il Reparto Sperimentale di Pratica di Mare iniziò i collaudi Il 24 dicembre 1979.

L’unica testimonianza fotografica trovata in rete di quanto ho raccontato è questa minuscola foto in cui pur nella difficoltosa risoluzione grafica si vede il logo della Alfa Romeo vicino agli oblò campeggiare sopra alla scritta “318”, mentre sulla coda troneggia lo stemma del Reparto Sperimentale di Pratica di mare.

La mancata realizzazione dell’SF-700 “Cormorano” è solo una delle numerose buone occasioni offerte dall’Ing. Frati all’industria aeronautica italiana e andata sprecata, ma la mancata realizzazione del motore AR.318 rappresenta una perdita notevolmente maggiore: gli aeroplani di Frati hanno come comune denominatore l’esser pensati per impieghi non-di-massa, ma il “competitor” più diretto dell’AR.318 e a cui avrebbe potuto togliere una significativa fetta di mercato era la diffusissima turbina Allison 250, montata quasi universalmente sui piccoli turboelica e turboalberi dell’aviazione generale e “commerciale leggera”.

E nonostante l’apparente semplicità dettate dalle necessità di costo e manutenzione, l’AR.318, adottava soluzioni innovative: la girante del compressore centrifugo supersonico ottenuto da un unico pezzo di titanio, le giranti turbina con dischi e palette integrali in microfusioni di superleghe di cobalto e temperature di ingresso in turbina dell’ordine di 1.300 K. Per dirla in parole povere, era un vero motore Alfa Romeo!

Ad ogni modo, tutto quanto sopra descritto non vuole e non deve toglier spazio al ricordo del nostro amico “Bud Spencer”, nel triste giorno delle sue esequie. Era un protagonista e deve rimanerlo anche in questo nostro ricordo.

Chi lo ha conosciuto di persona (nella fattispecie il com.te Aldo Locatelli che lo istruì Al pilotaggio del King Air con cui sostituì il banco prova dell’AR.318) lo ricorda come "Una gran brava persona. Non un Pilota di quelli che lasciano traccia nella storia dell’aviazione, ma molto preciso e attento. E soprattutto, una gran brava persona".

Ad esser sinceri, c’è una traccia nella storia dell’Aviazione civile italiana di queste sue qualità.

Fondò la “Mistral Air” (foto sotto) a Ciampino, che ebbe il primato di diventare la prima compagnia aerea italiana moderna a specializzarsi sul trasporto postale su larga scala, gestendo in esclusiva il trasporto per conto della TNT.

Per far questo scelse, in modo tecnicamente ineccepibile e pioneristicamente molto coraggioso, il BAe (oggi Avro) 146. E Il successo commerciale di questa azienda è confluito, in tempi recenti, addirittura nelle Poste Italiane.

Ma è bello anche ricordare che quella stessa azienda (di cui è rimasto presidente onorario) ospita e mette a disposizione i suoi simulatori di volo ad un’Associazione “no profit”2, che permette ai giovani piloti disoccupati di rimanere in allenamento e prepararsi ad eventuali selezioni, sotto la supervisione (a titolo di volontariato) di piloti professionisti appartenenti a alle migliori società aeronautiche nazionali, a costi decisamente irrisori e sempre versati in donazioni ed opere di carità.

Ad onor del vero va detto che questa iniziativa sociale si deve ad un altro uomo, il com.te Luigi Anselmi, ma l’azienda di Bud Spencer c’era e questo progetto è diventato una realtà (unica e splendidamente organizzata) grazie a questa presenza.

 

1 Ai tempi dell progetto della AR318 l'Alfa Romeo Avio era ancora una società abbastanza autonoma , completamente indipendente da AR Auto e partecipata principalmente da IRI e in percentuale molto piccola da Fiat AVIO, GE e Alitalia.

2 Andrea Anselmi ONLUS (www.andreaanselmionlus.com)