Fucilieri di Marina: tre anni di Odissea

10/02/15

Fra una settimana i sottufficiali della Marina Militare, i Fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, inizieranno il loro quarto anno di prigionia in India senza che nei loro confronti sia stato prodotto un atto di accusa comprovato.

Tre anni trascorsi in ostaggio di Delhi che ha prevaricato e continua a farlo il più elementare diritto dell’uomo, primo fra tutti la limitazione della libertà personale senza che ci sia una sanzione di una corte di giustizia.

Un arbitrio accettato dall’Italia, accondiscendente e remissiva in questi tre anni, pronta a cedere sovranità nazionale ed a rinunciare alle prerogative che il Diritto Internazionale concede a tutti gli Stati del mondo.

Fino a qualche settimana fa, seppure sporadicamente, arrivava qualche notizia sulla vicenda, poi improvvisamente il silenzio giustificato, sembra, dall’opera silente che dovrebbe essere  in corso fra le Intelligence dei due Paesi. Un omertoso silenzio per non disturbare le parti quasi si stesse trattando lo scambio di  terroristi o malfattori, piuttosto che pretendere i diritti che tutta la comunità internazionale riconosce all’Italia.

Un silenzio voluto e ribadito dallo stesso Presidente del Consiglio e rispettato dall’ex Presidente della Repubblica - Capo delle Forze Armate secondo l’articolo 87 della nostra Costituzione - che non ha nemmeno salutato i due militari ostaggio dell’India pur di non rompere la quiete.

Solo il nuovo Presidente, il Prof. Sergio Mattarella, non ha osservato le consegne del Premier ed ha ricordato al Parlamento ed all’Italia che il Paese è in debito verso due suoi concittadini militari in servizio, onorando in tal modo l’alto incarico conferitogli dalla Costituzione.

Noi, pur nel massimo rispetto del senatore Napolitano, preferiamo seguire la strada tracciata dal Presidente Mattarella e vogliamo ricordare ancora una volta la serie di omissioni che sono state compiute a danno dei due nostri militari.

Lo abbiamo fatto ripercorrendo questi tre anni e sintetizzandone i punti salienti in alcune pagine a disposizione di chiunque volesse leggerle al link: http://www.stefanomontanari.net/sito/blog/2672-il-caso-dei-maro-trattenuti-in-india.html, ospitate dal blog (http://www.stefanomontanari.net/sito/) che riporta un significativo pensiero del Leopardi su cui meditare.

“Anche sogliono essere odiatissimi i buoni e i generosi perché ordinariamente sono sinceri, e chiamano le cose coi loro nomi. Colpa non perdonata dal genere umano, il quale non odia mai tanto chi fa male, né il male stesso, quanto chi lo nomina. In modo che più volte, mentre chi fa male ottiene ricchezze, onori e potenza, chi lo nomina è strascinato in sui patiboli, essendo gli uomini prontissimi a sofferire o dagli altri o dal cielo qualunque cosa, purché in parole ne sieno salvi”.

Pagine nelle quali si racconta senza commento alcuno, perché ciascuno possa trarne liberamente le proprie conclusioni, anche coloro che non considerano “impertinente ed oltraggioso” il comportamento dell’India nei confronti dell’Italia e di quelli che, invece, fin dall’inizio hanno gestito la vicenda dando la precedenza ad interessi economici di lobby e privati.

Fernando Termentini