Cirenaica in piazza, bandiere bruciate, stranieri “terroristi”: Italia, SVEGLIAAA!!!

(di Andrea Cucco)
30/04/16

Cari lettori di Difesa Online, come avevamo anticipato, la giornata di ieri ha visto la Cirenaica scendere in piazza per manifestare rabbia contro chi dovrebbe pacificare il Paese e combattere il terrorismo.

Le proteste non hanno risparmiato nessuno. L'inviato speciale dell'ONU, il tedesco Martin Kobler, è stato rappresentato con baffetti di hitleriana memoria mentre il nostro ministro della Difesa, Roberta Pinotti, viene mostrata con una barbetta da terrorista.

Le bandiere bruciate nelle città di Tobruk, Bengasi ed al-Beida sono state però unicamente quelle italiane.

Per chi, come noi, ha giurato fedeltà a quel tricolore c'è poco da dire, fa male.

Nella vita abbiamo visto centinaia di bandiere bruciate. Di solito erano americane o israeliane, mai italiane.

Sarebbe tuttavia un errore indignarsi e fermarsi all'apparenza. Men che meno iniziare a scrivere facili panegirici sul valore del vessillo e condannare le azioni senza cercare di comprenderne il significato.

Quello che sta avvenendo il Libia ha due funzioni: una subdola, l'altra carica di disperazione.

Mercoledì, a partire dal ministero della Difesa, abbiamo messo per primi in guardia su cosa stesse avvenendo (v.articolo). Il ministro Pinotti la sera stessa intervenendo al “terzo ramo del Parlamento”, la trasmissione Porta a Porta, aveva stemperato alcuni animi (non è stata seguita solo in Italia) e bene o male ribadito senza possibilità di nuove contraffazioni gli intenti per la Libia.

Ricordiamo cosa stava avvenendo in quelle ore sulla rete: i social network erano stati sommersi da falsi messaggi che, distorcendo frasi del ministro o inventandoli di sana pianta, sono divenuti virali e hanno provocato un'ondata di proteste in Cirenaica. Quella che si è puntualmente palesata ieri nelle piazze.

La domanda che ci siamo posti immediatamente è stata: chi può aver interesse a minare l'amicizia di lunga (lunghissima) data per gli italiani in Libia?

Il Paese che sarebbe dovuto essere protetto dall'Italia, viene stuprato da anni da cugini e cuginastri che hanno un solo obiettivo: depredare (v.articolo).

La Libia possiede un patrimonio di risorse energetiche (ad altri fino a pochi anni addietro precluse!) ed un'eredità di denaro e contratti del passato regime.

Troppi accordi ex-italiani sono stati girati dagli “alleati” alle proprie aziende senza che nessun politico nostrano fiatasse. Siamo stati e stiamo a guardare, passando politicamente dalla pecora (ancora 30 anni?) alla pecorina.

È stato inoltre imposto il silenzio mediatico sulla Libia orientale. Non da parte loro, né da parte italiana, anche se a questo punto non sorprende più nulla...

L'Italia sta assecondando un gioco altrui. Una trama di chi dietro alle apparenze vuole spartirsi la preda.

Chi tiene all'unità della Libia sono solo i libici e gli italiani.

Noi ci stiamo prodigando a disgregarla agli ordini di chi vuole il suo brandello e ci dice che obbedendo la terremo unita.

I libici cercano di attirare l'attenzione su una terra in cui si sparge sangue ad opera di bestie esportate anche altrove ed in cui vengono "civilmente" imposte scelte e persone non loro. Forse anche bruciando la nostra bandiera.

È questa la democrazia?

È questa l'Italia?