Cerciello: la pistola non avrebbe fatto alcuna differenza

(di Francesco Bergamo)
02/08/19

Cerciello è morto perché non aveva la pistola. Questo è il mantra che viene ripetuto da troppi riguardo alla tragica morte del carabiniere.

Non sapremo mai con certezza perché il carabiniere si sia reso conto troppo tardi dell'aggressione, ma è certo che la sua pistola d'ordinanza non avrebbe fatto alcuna differenza!

Studi e ricerche testimoniano chiaramente (il valido marzialista Dan Inosanto lo ha dimostrato in un video v.link) che un uomo armato di coltello è potenzialmente letale contro un poliziotto armato di pistola ad una distanza inferiore ai 6,40 metri (“regola dei 21 piedi”). Eppure nel Belpaese si continua a discutere sul fatto che una pistola avrebbe la meglio sul coltello...

Affinché la morte nel nostro concittadino non sia stata vana e nella speranza che gli organi direttivi prendano misure davvero efficaci contro simili aggressioni, cerchiamo di approfondire l'argomento.

Per convenzione definiamo come “A” il tutore della legge, come “B” l'aggressore, come “C” l'ambiente o scena del crimine e iniziamo un'analisi accademica...

A: È armato? Quale tipo di fondina porta? È pronto di riflessi? Quanti anni di differenza di età ha con B? Ha capacità di estrazione in velocità dell'arma? Calza scarpe con suola di gomma? Ha un abbigliamento che gli permette ampi movimenti? Ha competenze marziali adeguate? Che tipo di corporatura ha?

B: È armato? Quale età ha? È sotto effetto di droghe che lo rendono più scattante e resistente al dolore? Ha competenze marziali? Calza scarpe con suola di gomma? Ha un abbigliamento che gli permette movimenti ampi e di nascondere armi di generose dimensioni? Che tipo di corporatura ha?

C: Il terreno dove si svolge l'operazione di che natura è? Ci sono gradini, pavimentazione scabrata, erba, neve, ghiaia ecc? Ci sono ostacoli tra di loro? C'è una salita e chi sta più in alto tra i due?

Secondo degli esperti il coltello è l'arma più subdola, terribile e pericolosa da affrontare: facile da comperare con pochi soldi ovunque, facile da occultare e far sparire, facilissima da usare perché non richiede particolari addestramenti. Non si inceppa mai! Risulta essere l'arma perfetta da millenni.

Ritornando ai 6,40 m, c'è motivo di ritenere che il fattore sorpresa e le variabili esposte sopra incidano drammaticamente a sfavore di A. Altro particolare importante è che se B venisse colpito da un proiettile o più di uno non necessariamente cadrebbe sul posto, perché lo slancio gli permetterebbe di arrivare comunque a destinazione. Però se venisse colpito ad alcuni organi vitali o alla “T” (da tempia a tempia sopra le sopracciglia e dal centro della fronte allo sterno) cadrebbe sul posto. La possibilità di centrarlo al primo colpo alla T non è garantita perché A è posto sotto stress, ammesso che riesca ad estrarre la pistola dalla fondina, levare la sicura (in questo alcuni modelli fanno risparmiare istanti preziosi, ndd) e sparare.

Più si accorcia la distanza tra A e B e più aumentano esponenzialmente i rischi per A1. Un Taser a disposizione in questo caso è come non averlo, perché lo strumento viene usato contro un bersaglio immobile o in lento movimento. Inoltre non garantisce che B venga fermato all'istante2.

Solitamente i marzialisti usano colpire con poche coltellate nei posti giusti, nella realtà della strada, estremamente variabile, il numero e la furia dei colpi inferti aumentano vertiginosamente. La morte può sopraggiungere con estrema velocità (come riportato nella tabella) oppure A potrebbe venire menomato con il taglio dei tendini che gli impediscono così ulteriore mobilità difensiva.

Bruce Lee sosteneva che "trovarsi a fronteggiare un coltello è una esperienza terribile". E non era di sicuro uno sprovveduto a riguardo.

Merita di approfondire la questione con quanto spiegato da Fausto Di Gregorio, di professione addetto alla sicurezza, nel suo “Manuale di Difesa Professionale” (Editoriale Olimpia): “Nel contatto fisico alla distanza di 2 metri circa è impensabile che si possa estrarre la pistola per aprire il fuoco, poiché a tale distanza l'aggressore, forte dei suoi 1,50 secondi di vantaggio, non avrà nessuna difficoltà nel centrare il suo bersaglio” - ovviamente si parla di attacco armato con pistola, ma la sostanza è la stessa e poi continua con - “Nel contatto fisico alla distanza dei 2 metri (dipende dalla capacità dei singoli) è più sicura ed efficace la tecnica di difesa a mani nude” (pag. 138, casi di contatto fisico diretto; la tecnica di difesa a mani nude).

Per fugare ogni dubbio a tal riguardo, si riporta una altra interessante considerazione del bravo Di Gregorio in merito ai tempi di reazione: “l'estrazione dalla fondina e la partenza del primo colpo, in un tiratore mediamente allenato, avvengono in 1,70 secondi; calcolando 30 centesimi di secondo tra un colpo e l'altro (pag. 65)”.

Se dunque un agente si trova da chi è armato di coltello ad una distanza ridotta è potenzialmente in serissimo pericolo di vita3. L'effetto sorpresa, l'aggressività e la velocità di aggressione rendono il quadro potenzialmente letale.

Come può A difendersi seriamente da B? Con tecniche a mani nude adeguate e strumentazioni idonee. Nella sostanza: allenamenti cadenzati bisettimanali in palestra e dotazioni come un giubbetto sottocamicia antitaglio.

Non guasta, naturalmente, una nuova procedura che tenga conto della distanza di sicurezza da tenere in casi analoghi, per quanto ogni caso sia una storia a sé.

1 https://www.youtube.com/watch?v=Upxfo_jBrDE&feature=youtu.be

2  https://www.youtube.com/watch?v=CpMZr_u9t_Q&feature=youtu.be

3 https://www.youtube.com/watch?v=xaRm-JxrgGg&feature=youtu.be

Immagini: Arma dei Carabinieri / web