Primi attacchi aerei USA contro l’ISIS in Libia. Uso della forza lecito?

(di Giuseppe Paccione)
01/08/16

È un primo assaggio amaro delle forze aeree statunitensi contro il pseudo Stato islamico presente in alcune zone della Libia, in particolar modo nella città di Sirte, che pare essere la loro principale roccaforte. L’attacco è avvenuto nel rispetto del diritto internazionale dei conflitti armati sotto l’assenso del governo di accordo nazionale, guidata dal primo ministro Fayez Al-Sarraj, riconosciuto dalla comunità internazionale attraverso un accordo firmato a Tunisi fra Tripoli e Tobruk nel 2015.

Questi primi attacchi hanno segnato una serie di pesanti perdite per i membri dell’ISIS nella città di Sirte. Chiaramente, il governo ad interim libico ha precisato che per ora si è deciso per interventi solo aerei e non di terra.

Ovviamente, il governo statunitense ha precisato che le incursioni di velivoli battenti bandiera statunitense sono considerati leciti in quanto vi è come fondamento il pieno consenso dello Stato libico. In sostanza, per essere chiari, i raid sono ritenuti leciti, in base al consenso che il governo di accordo nazionale ad interim libico, e che quindi, rientrano nel quadro giuridico internazionale in base al principio del diritto di legittima difesa individuale che non necessita dell'autorizzazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, sebbene è un diritto innato previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite. Esso enuncia che nessuna disposizione del presente Statuto pregiudica il diritto naturale di autotutela individuale (…); nel senso che l’autotutela è un diritto di uno Stato di opporre una reazione armata, anche con l’assistenza di Stati terzi, a difesa della propria integrità territoriale e indipendenza politica e che si configura come un’eccezione all’inibizione dell’impiego dell’azione coercitiva armata citato nell’articolo 2, paragrafo 4, della stessa Carta delle Nazioni Unite.

La legittima difesa può esercitarsi solo in caso di attacco armato in atto, sferrato da forze regolari attraverso una frontiera internazionale o attraverso l’invio di bande armate sul territorio di un altro Stato, quando tale operazione, per la sua ampiezza, configuri un’aggressione armata e, in questo caso, anche da parte di gruppi terroristici presenti nel territorio dello Stato considerato.

Nel giugno del 2015, è d’uopo rammentarlo, lo Stato islamico si è impadronito della città di Sirte grazie al caos nel quale la Libia era piombata dopo la caduta del dittatore Gheddafi, nell’agosto del 2011. Questa città viene reputata come una delle roccaforti del gruppo terroristico collegato con l’ISIS presente in Siria e Iraq. Vedremo gli sviluppi nelle prossime settimane.

(foto: U.S. Air Force)