Onde cerebrali come password? Sembra di si ma...

(di Alessandro Rugolo)
21/01/19

La debolezza dei sistemi basati su password ha spinto allo sviluppo di studi incentrati sulla biometria.
Tra questi uno in particolare si è concentrato sull'impiego delle onde cerebrali, sembra infatti che queste siano tipiche per ognuno di noi e la loro imitazione resta molto complessa, se non impossibile. Sulla base di questo assunto diversi studi hanno portato ad ipotizzare vari metodi di verifica d'accesso ai sistemi basati sul principio delle onde cerebrali.

Nel coro degli studi, occorre però tenere presente anche chi canta una musica differente. È il caso di alcuni ricercatori (Tommy Chin, Peter Muller, John Chuang) che hanno cercato di verificare l'attendibilità di sistemi di verifica ad onde cerebrali in condizioni non ideali come l'ubriachezza, l'assunzione di droghe o di caffeina o ancora la stanchezza.

Dai primi risultati delle ricerche risulterebbe che l'attendibilità del riconoscimento calerebbe dal 94% a circa il 33% per soggetti che fanno uso di sostanze quali alcool caffeina o droghe. Può darsi che la cosa sia un bene, dato che un utente ubriaco potrebbe causare più danni che altro, ma non è detto che la cosa vada bene per la caffeina dato che è comunque una sostanza usata per vincere il sonno e poter effettuare lavori richiedenti maggiore concentrazione.

Per approfondire:
https://www.newscientist.com/article/2118434-brainwaves-could-act-as-you...

Foto: web