Vigili del Fuoco, una storia antica

(di Lia Pasqualina Stani)
15/06/17

“…Fiero sia come cittadino che come ministro dell’Interno di un Corpo che è la spina dorsale del Sistema di Protezione Civile Nazionale, punto di eccellenza nel nostro Paese e nel Mondo”. Lo scorso dicembre, durante la cerimonia per i festeggiamenti di Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco, il ministro Angelino Alfano ha dato voce al sentimento di fiducia che tutti gli italiani da Nord a Sud, quotidianamente esprimono nei confronti degli uomini e delle donne del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.

Durante le attività di emergenza e soccorso, effettuate spesso in condizioni critiche, i Vigili del Fuoco testimoniano il loro concreto patrimonio di competenze: professionisti specializzati supportati da idonee risorse strumentali. L’immediatezza è requisito necessario in tutti i tipi di intervento. Con dedizione e responsabilità sono al servizio del nostro Paese. Il senso del dovere e lo spirito di sacrificio contraddistinguono i vigili del fuoco che lavorano “col cuore”, sempre al fianco di chi ha bisogno d’aiuto, donano speranza e operano per garantire il ritorno alla normalità soprattutto in condizioni estreme. Nella clessidra del vigile del fuoco ogni minuto può fare la differenza tra la vita e la morte durante un intervento.

Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è un punto di riferimento concreto ed insostituibile nel sistema della sicurezza del nostro Paese e per tutti i cittadini. Dal 2012, fa parte del Servizio Nazionale di Protezione Civile. Gerarchicamente dipende dal Dipartimento dei Vigili del Fuoco, del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile del Ministero dell’Interno. È un corpo ad ordinamento civile con funzioni di polizia, sia amministrativa e giudiziaria. Le competenze, le funzioni e i compiti del Corpo sono stabilite dal decreto legislativo 8 marzo 2006 n.139.

Il soccorso pubblico e la difesa civile prevedono la salvaguardia di persone, animali, beni e il soccorso tecnico urgente. Garantisce la sicurezza dello Stato in caso di emergenza (frane, alluvioni, eventi sismici, etc.) e da aggressioni esterne. L’attività di contrasto e prevenzione incendi viene svolta in relazione al tipo di attività, alle costruzioni, agli impianti e le apparecchiature sia civili che industriali. Fondamentale è l’attività del Nucleo Investigativo Antincendi per individuarne le cause e stabilire se si tratti di eventi dolosi.

Nei secoli scorsi Cesare Ottaviano Augusto con due riforme, una del 26 e l’altra del 6 a.C, organizzò un Corpo di difesa contro il fuoco, la Militia Vigilum Regime. Un Corpo speciale di guardie notturne sotto il comando di un Prefectus Vigilum.

A Roma gli incendi ed i crolli erano frequenti, la maggior parte delle abitazioni nella città, erano costruite in legno. Le strade erano illuminate da torce: la contemporanea presenza di fuoco e combustibile provocava incendi quasi ogni giorno. Bastava una banale distrazione per provocare una tragedia e spegnerli poteva diventare un’impresa disperata. L’esigenza di creare un “corpo antincendio” ad attività investigativa risultò necessaria anche in quel contesto storico. Il compito principale per volere di Augusto era quello di ricercare la causa degli incendi e di individuare e fermare gli autori. La Militia Vigilum aveva anche lo scopo di prevenire, reprimere gli incendi e riferire al Prefectus Vigilum per “punire” chiunque per incuria o negligenza rendesse possibili incendi. Per affrontare tale incombenze i Vigilum erano opportunamente equipaggiati ed organizzati logisticamente. Il Corpo era costituito da 7000 uomini suddivisi in 7 corti e 49 centurie. Ogni corte garantiva il servizio nel territorio di due regioni: la Statio (Caserma) era collocata in una regione e l’excubitorium (distaccamento) nell’altra regione, distribuiti prevalentemente presso la cinta muraria dell’Urbe.

Con il declino dell’impero la Militia Vigilum si dissolse. Nel corso dei secoli la popolazione della Penisola, aggregata in Signorie, Repubbliche, Principati e Regni, fu colpita da calamità naturali ed incendi sempre più frequenti e rovinosi.

Nel 1699 l’industriale francese Dumourrier-Duperrier costituì un servizio antincendio valendosi dei suoi operai. Nel 1811 nacque il Corpo dei Sapeurs-Pompiers a cui tutti i Paesi civili, Italia compresa, si ispirarono per la nascita dei vari Corpi Antincendi. In ogni capitale dei vari Stati si procedette a destinare unità dell’esercito all’espletamento del Servizio Antincendio. Molti comuni si dotarono di Corpi di Civici: i Corpi Pompieri di Torino, Roma e Napoli raggiunsero un alto grado di efficienza e professionalità.

Nel 1928 fu promulgata una legge che obbligava tutti i comuni con più di 40.000 mila abitanti a fornirsi di un Corpo di Pompieri. Questi Corpi dimostrarono i loro “limiti” quando chiamati ad operare per gravi calamità fuori dalla loro giurisdizione, la non uniformità dei raccordi delle tubazioni degli idranti cittadini, rendeva inutilizzabili le pompe antincendio. Con il Regio Decreto del 1935 fu istituito alle strette dipendenze del Ministero dell’Interno il Corpo Nazionale Pompieri. Tale organizzazione prevedeva la formazione di Corpi Provinciali aventi delle sedi nei capoluoghi di provincia e dipendente dall’ente Provincia dai quali erano amministrati.

Durante il ventennio fascista chiamato dal Ministero dell’Interno, il Prefetto Alberto Giombini, fu l’artefice dell’unificazione dei vari corpi provinciali. Coadiuvato dai comandanti dei vari Corpi e da ferventi ingegneri, creò ed organizzò il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco. Con un decreto legge del 1938 sostituì il termine “pompiere” di origine francese con “Vigile del Fuoco”, locuzione in uso soprattutto nella città di Roma (chiaro riferimento ai Vigiles del periodo di Augusto). Le organizzazioni provinciali furono abolite con un decreto legge del 1939.

Con l’entrata in guerra dell’Italia nel 1940, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco fu subito messo a dura prova. Anche durante la seconda guerra mondiale, in seguito ai bombardamenti i Vigili del fuoco parteciparono attivamente alla difesa del territorio e al soccorso delle persone, pagando un tributo molto alto in termini di vite umane.

Il processo di unificazione dei corpi provinciali che operavano in forma autonoma, si concluse nel 1941: è l’anno in cui per uniformare i criteri addestrativi sorgono a Roma le Scuole Centrali Antincendio. Nei decenni successivi fino ai giorni nostri i Vigili del Fuoco si sono distinti per l’opera di soccorso prestata quotidianamente ed in occasione di calamità naturali che hanno travagliato il nostro Paese.

La prima campagna di solidarietà del dopoguerra dove i vigili del fuoco si sono impegnati attivamente, riguarda lo straripamento del Po, il 14 novembre 1951 (foto). 8 miliardi di metri cubi di acqua invadono le campagne. 107 mila ettari di terreno su 150 mila ettari coltivabili sono allagati. I raccolti distrutti.

Nel 1963 nei pressi di Roma nasce la struttura della Colonna Mobile Centrale denominata Centro Polifunzionale di Montelibretti, che ha sempre svolto e svolge attività di formazione, ricerca e soccorso. Il complesso ha visto un crescente rinnovamento fino al 2002, quando è stata decretata la nascita della Scuola di Formazione Operativa: al suo interno sono presenti 16 punti di addestramento di cui 8 con impianto di simulazione reale.

L’attività di soccorso dei vigili del fuoco continua il 9 ottobre 1963 con la frana del monte Toc nelle acque della diga del Vajont. Un’ondata alta 200 metri travolge completamente i paesi vicini che sono ridotti a cumuli di macerie e fango. Muoiono 2500 persone e migliaia sono gli sfollati. I vigili del fuoco lavorarono ininterrottamente pe 72 giorni e le persone salvate furono 70.

Il 7 maggio 1976 la terra trema in Friuli al Nord di Udine: intervengono migliaia di Vigili del Fuoco con oltre 600 mezzi.

Nel 1980 si verificano due drammatici eventi. Alle 10.25 del 2 agosto, una bomba posta nella sala della stazione centrale di Bologna provoca una devastante esplosione causando la morte di 85 perone e il ferimento di altre 200. Ai vigili del fuoco il compito di portare i primi soccorsi.

Il 23 novembre in Irpinia (foto), un forte terremoto investe un’aria di 17 mila km quadrati. Le cifre della tragedia sono pesantissime e i vigili del fuoco intervengono sul territorio con 4000 unità ed oltre 1000 mezzi. Ancora una volta, con tempestività i vigili del fuoco provenienti da ogni regione di Italia, si adoperano per salvare i sopravvissuti al disastro e fronteggiare l’emergenza.

Ogni anno durante il periodo estivo il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è duramente impegnato per combattere la piaga degli incendi boschivi che interessa zone abitate e località turistiche di tutta Italia.

Il 28 agosto 1989 il Nord Sardegna è flagellato da un vasto incendio di macchia mediterranea, alimentato da un forte vento di maestrale. 18 i morti provocati dalla furia del fuoco.

A bordo della petroliera AVEN, nel 1991, scoppia un incendio che causa un disastro ecologico: nelle operazioni di soccorso viene impegnata un importante componente navale ed aerea del Corpo Nazionale proveniente da tutto il Paese.

L’intervento dei vigili del fuoco sarà decisivo, anche, durante il rogo del Teatro La Fenice di Venezia e del Duomo di Torino. Il pronto intervento delle squadre operative ha reso possibile il salvataggio della Sacra Sindone. La difesa dell’immenso patrimonio artistico e culturale del Paese è un altro importante compito affidato ai vigili del fuoco.

Le attività di emergenza e soccorso continuano nel 1997, quando la terra trema tra l’Umbria e le Marche. Ad Assisi il crollo della volta della Basilica di San Francesco provoca 4 morti. I vigili del fuoco saranno impegnati per la messa in sicurezza dei Paesi limitrofi colpiti dal Sisma.

La forza distruttrice dell’acqua nel 2000, in seguito a violenti nubifragi, con l’ingrossamento di alcuni torrenti inonda e distrugge alcuni paesi del Sud Itala, tra cui Soverato in Calabria. Anche il Piemonte è tra le regioni più colpite a causa dell’esondazione di alcuni fiumi che isolano molti centri abitati.

La mattina del 27 novembre 2001 la squadra 6a, in via Ventotene a Roma, cerca di intercettare una fuga di gas da un condotto di una palazzina. Durante le operazioni di soccorso un’improvvisa e violenta esplosione coinvolge 6 vigili. 4 dei quali moriranno. Le attestazioni di cordoglio, stima, gratitudine e di ammirazione nei confronti del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco giungono numerose da tutta Italia, per dimostrare quanto il Paese è legato ai “propri” Vigili del Fuoco.

Il crollo della scuola di San Giuliano, in seguito al terremoto che ha devastato alcuni comuni tra Puglia e Molise, viene ricordato da molti vigili del fuoco come uno degli eventi più tristi nella storia del Paese.

Il 25 giugno 2006 il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco riporta il DC-9 Itavia caduto su Ustica, a Bologna, da dove era partito la sera di 27 anni fa. L’aereo è esploso misteriosamente in volo per causa incerta. È stato collocato all’interno del Museo della Memoria.

Anche il 2009 è un anno denso di lavoro per gli uomini e le donne del Corpo Nazionale. Il 6 aprile alle 3.32 la terra trema in Abruzzo con una scossa di magnitudo 5.8 della scala Richter. Il terremoto devasta la città dell’Aquila e la sua provincia provocando oltre 300 morti. Il lavoro incessante dei Vigili del Fuoco accorsi da tutta la Penisola ha salvato molte vite umane. Nei giorni successivi all’evento, si sono occupati dell’assistenza alla popolazione e al recupero dei beni dalle case inagibili oltre che dei beni storico-culturali. Il lavoro silenzioso dei vigili del fuoco continua anche oggi, quando circa un anno fa, il 24 agosto scorso un violento sisma ha colpito molte zone del Lazio, Umbria, Abruzzo e Marche.

Nel mese di giugno del 2009 alle ore 23.48 un intero quartiere di Viareggio è distrutto da un’esplosione generata dall’innesco di una nube di GPL fuoriuscita dai carri cisterna di un convoglio ferroviario.

Una cronistoria che dal dopoguerra al terremoto dell’Aquila, all’incidente ferroviario nelle campagne tra Corato ed Andria, l’alluvione di Messina, il recente sisma nell’Italia Centrale, le missioni internazionali di Haiti e del Cile e i numerosi interventi quotidiani al servizio dei cittadini, confermano i Vigili del Fuoco come modello di Riferimento per la Sicurezza per tutto il Paese.

Il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco ha vinto il prestigioso premio Conrad Dietrich Magirus Award: ogni anno assegna il titolo di migliore “Squadra Internazionale dei Vigili del Fuoco”. E in questo caso, l’Italia lo ha vinto per gli interventi di soccorso durante gli eventi sismici che hanno colpito il Centro Italia dal 24 agosto scorso. Magirus è il marchio globale che produce i mezzi antincendio in dotazione ai vigili del fuoco, ed il premio vuole ricordare l’impegno del fondatore dell’azienda che oltre ad essere un industriale era un pompiere. Per questo ha saputo rinnovare le strumentazioni e migliorare la tecnologia al servizio dei vigili de fuoco. La Magirus con questo premio ha sottolineato l’impegno e la responsabilità, oltre che la vicinanza agli uomini e alle donne chiamate ad affrontare le emergenze della collettività.

E scorrendo la lista delle medaglie d’oro al valor civile è bello immaginare che ognuna di quella medaglie avrebbero voluta appuntarla – come disse il presidente Napolitano – alla Bandiera d’Istituto del Corpo Nazionale, tutti gli italiani che hanno visto all’opera i nostri Vigili del Fuoco.

Salvare vite umane dovrebbe avere la stessa importanza in tutto il mondo”: poche parole concrete che l’istruttore nazionale del Nucleo Cinofili dei Vigili del Fuoco di Lecce, Oronzo Passabì ha pronunciato sul palco durante la cerimonia di premiazione del Magirus Award.

Inizia il viaggio di Difesa Online nel cuore dell’emergenza: vivremo una giornata da vigile del fuoco. Saliremo a bordo di uno degli elicotteri dei Vigli del Fuoco durante un’attività addestrativa congiunta, tra il Nucleo Elicotteristi dei vigili del fuoco di Bari e il Nucleo Cinofili dei Vigili del Fuoco di Lecce.

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