Le politiche spaziali francesi dagli anni ’60 ad oggi

(di Alexander Virgili)
12/06/18

La Francia è sempre stata all’avanguardia nel settore spaziale a livello internazionale ed in particolar modo ha un ruolo di leadership in Europa. Lo Stato francese ha iniziato a sviluppare la propria autonomia nell’accesso allo spazio nel 1965, con il lancio in orbita del primo satellite denominato “Asterix”, rendendo così la Francia la terza potenza spaziale nel mondo dopo USA e URSS1.

Le motivazioni per la corsa allo spazio francese sono molteplici. Sicuramente lo spirito di “grandeur” classicamente francese, ma anche una strategia lungimirante che già prevedeva un sempre più massiccio uso della tecnologia spaziale nella società contemporanea. Importante ricordare che dopo la Seconda Guerra Mondiale la Francia non si è mai voluta allineare totalmente al Patto Atlantico, non volendo dipendere dagli USA o dalla NATO per la propria difesa e sicurezza nazionale. È stato proprio il generale De Gaulle, con questo spirito, a fondare nel 1961 l’agenzia spaziale francese, ovvero il CNES (Centre national d'études spatiales, ndr). Oggi il CNES è l’agenzia spaziale europea più importante, contando circa 2.500 dipendenti ed un budget annuale di oltre 2 miliardi di euro.

Le principali aree di intervento da parte del CNES sono cinque. La prima tra queste riguarda “Arianespace”, prima azienda mondiale di trasporto commerciale, controllata al 64% da capitale francese. Ariane consente alla Francia di avere un accesso allo spazio autonomo, lanciando dalla base di Kourou nella Guyana francese. L’importanza strategica di questa società, e soprattutto della base di lancio, non si limita alla sola Francia, ma si estende a tutto il continente europeo ed ai partner dell’ESA. Infatti, tutti i Paesi membri dell’Agenzia Spaziale Europea lanciano dalla base di Kourou, dovendone chiedere il permesso alla Francia, che potenzialmente potrebbe negarlo ai partner europei.

Le altre aree di intervento del CNES riguardano lo sviluppo e la ricerca scientifica, l’osservazione di Terra, le telecomunicazioni e la difesa. Oltre all’importanza strategica delle società e delle basi controllate dal CNES, vi è un ulteriore primato dell’agenzia rispetto agli omologhi europei. Il CNES non ha solo funzione di coordinamento, quale ha ad esempio l’ASI in Italia, ma ha anche un carattere industriale e commerciale per lo sviluppo di alcune componenti “in house”.

Tutte le aree di intervento ovviamente vanno inquadrate in un’ottica di partnership europea, sia attraverso accordi bilaterali che tramite l’ESA. La Francia è tra i principali finanziatori dell’Agenzia Spaziale Europea, preceduta da Germania e seguita da Italia e Regno Unito2. Il CNES ha una caratterizzazione molto europeista anche nell’assunzione del personale. Solitamente le agenzie spaziali nazionali, vista la sensibilità del settore, assumono solo personale con propria nazionalità. L’agenzia francese, invece, è stata la prima ad aprire ad “europei non francesi”, anche in settori chiave come le relazioni esterne dell’agenzia.

Considerata l’importanza strategica del settore spaziale per la Francia, come viene visto tutto ciò a livello politico interno? Sicuramente il CNES ha un peso non indifferente, ed il presidente dell’agenzia è praticamente equiparato ad un ministro. Suggerisce al Presidente della Repubblica le strategie da adottare ed ufficialmente mai un Presidente si è discostato da tali indicazioni. La Francia ha sempre avuto la possibilità di portare avanti una strategia a lungo termine sullo spazio. Indipendentemente dal colore politico della maggioranza, al pari di qualsiasi altro settore sensibile e strategico, le istituzioni hanno sempre fornito il proprio supporto senza mai tagliare il budget.

La strategia spaziale francese, trovandosi in un quadro europeo, non può esimersi da compromessi di tipo industriale e di collaborazione con Stati esteri. Gli apparati satellitari francesi sono un’eccellenza nel settore dell’ottico per l’osservazione di Terra. L’Italia invece è nota per le componentistiche satellitari radar, eccellenza mondiale nel settore. Proprio per non iniziare una competizione tra le industrie francesi e quelle italiane, si era deciso di non pestarsi i piedi, lasciando alla Francia l’ottico ed all’Italia il radar. L’acquisizione di alcune aziende spaziali italiane da parte della Francia, che hanno portato alla formazione di industrie quali la Thales Alenia Space, lasciano intendere però che i cugini d’oltralpe non hanno intenzione di limitarsi ad una collaborazione italiana nel settore radar. La Francia vuole mantenere la supremazia spaziale in Europa, acquisendo le principali competenze necessarie per tale scopo. Alla luce di quanto precedentemente detto, è evidente che l’Italia è per la Francia un partner necessario per il momento, ma che appena non sarà più indispensabile potrà essere confinato ad un ruolo minore. La vera sfida per i francesi è la Germania che, attraverso la propria agenzia spaziale, la DLR, sta aumentando sempre di più il proprio peso in Europa e nel mondo attraverso investimenti sempre più ingenti da parte del pubblico.

E l’integrazione europea? Sicuramente tutte le agenzie spaziali europee sono “costrette” a collaborare nella cornice UE ed ESA per rimanere competitive a livello globale, avendo competitor molto più grossi come la NASA, Roscosmos, CNSA, JAXA e via dicendo. Tuttavia lo spazio rimane un settore estremamente sensibile per gli Stati, dipendendone per le telecomunicazioni, intelligence, difesa e sicurezza nazionale. Improbabile una maggiore integrazione europea senza prima una fattiva difesa comune europea.

2 Budget dell’ESA (http://www.esa.int/spaceinimages/Images/2016/01/ESA_budget_2016)

(foto: Arianespace)