Le direttrici della politica estera russa

12/11/14

La crisi tra Russia ed Ucraina che da un anno a questa parte caratterizza l’Europa orientale costituisce uno dei maggiori fattori di instabilità per la sicurezza in Europa. Instabilità che coinvolge un ampio spettro di interessi: energetici, commerciali, finanziari, politici e di sicurezza. Di particolare importanza appaiono le questioni correlate alla sicurezza energetica e quelle connesse al commercio tra Russia ed Unione Europea che è per gli attori in questione un fattore di non secondaria importanza.

Tuttavia, seppur di rilievo, le problematiche legate agli approvvigionamenti energetici ed agli scambi commerciai costituiscono parte di una cornice più ampia che investe la strategia complessiva dello Stato russo avendo riguardo, quindi, alle sue modalità di comportamento rispetto alla crisi attuale.

La crisi russo-ucraina può essere analizzata incentrando l’analisi sul fattore economico, ovvero territoriale, elementi che sicuramente forniscono una lettura corretta di una parte dei fattori in gioco. Al fine di una completa analisi delle strategie in atto poste dagli attori in Europa orientale è necessario operare su diverse scale di analisi: non solo gli interessi economici e territoriali, ma anche la storia e la cultura di uno Stato sono fattori di importanza capitale per comprenderne la strategia ed il comportamento.

A questo livello di analisi, la crisi tra Russia e Ucraina - sorta in relazione alla collocazione geostrategica dell’Ucraina, nei termini di un accordo si adesione al’UE che avrebbe potuto implicare un suo ingresso nell’Organizzazione del Trattato del Nord-Atlantico - va collocata nel contesto della complessa geopolitica dell’Europa orientale. Caratterizzata storicamente dalla presenza di entità statuali prive di omogeneità linguistica e culturale la cui azione politica è stata di volta in volta condizionata dalla diversa postura delle potenze regionali e dagli interessi nazionali perseguiti dagli attori in gioco, l’Europa orientale continua, proprio per questa sua configurazione instabile, ad essere uno spazio decisivo per la stabilità e la sicurezza dell’intera Europa.

Data l'assenza di stati-nazione etnicamente e linguisticamente omogenei, le potenze regionali hanno storicamente esercitato un’azione di stabilizzazione o di destabilizzazione a seconda degli interessi nazionali e delle strategie che esse intendevano perseguire. La Russia, è sempre stata un attore decisivo per la determinazione degli assetti geopolitici del settore. Data la vastità dei confini, la politica estera russa opera necessariamente lungo diverse direttrici che possono essere schematicamente sintetizzate: i rapporti con i suoi vicini orientali ed in particolare con Cina ed India; il rapporto con le Repubbliche ex sovietiche che è può essere analizzato come un vettore specifico della politica estera russa; il rapporto su scala globale di cooperazione e conflittualità con gli U.S.A.; ed infine quello con i paesi posti ai suoi confini occidentali.

Il contesto dell’Europa orientale in rapporto alla politica estera russa ed il ruolo dell’Europa

Per quanto rileva ai fini della nostra analisi, che verte sulle dinamiche in atto nel conflitto russo-ucraino, occorre osservare che gli spazi dell’Europa orientale sono da sempre di importanza capitale per la politica estera russa la quale percepisce come fattore determinante per la propria sicurezza l’esistenza di aree “cuscinetto” in grado di proteggere i confini con l’occidente europeo.

Difatti lo spazio dell’Europa orientale riveste nella storia della politica estera russa una funzione capitale: strategica ai fini della protezione interna da invasioni straniere, ed a un tempo, area di frontiera - passaggio verso l’occidente di cui la Russia è giocoforza, interlocutore nella determinazione degli equilibri e delle sfere di influenza in Europa orientale. Una priorità della politica estera russa è sempre stata quindi la stabilità dei confini occidentali che attraverso l’influenza diretta o indiretta sugli stati contermini garantiscono la stabilità e sicurezza interna. Nell’accezione qui proposta, il concetto di sicurezza è da intendersi in senso storico e dinamico: esso muta col mutare delle condizioni storiche culturali e politiche di un paese ed è in diretta relazione con una configurazione spaziale e culturale determinata.

Questa veste del concetto di sicurezza aiuta a comprendere come senza la considerazione della percezione della sicurezza che ha uno Stato, non sia possibile comprenderne la strategia ed i comportamenti. Tale percezione è inoltre permeata dalle specifiche caratteristiche culturali di uno Stato. Pertanto un’analisi di contesto efficace, deve integrare le caratteristiche culturali che informano un attore statuale ai fini della comprensione dei suoi comportamenti. La mancata comprensione della civiltà ovvero della cultura di politica estera di un paese può essere causa di errori strategici gravi.

In questa chiave storica, va compreso il ruolo esercitato dall’Europa orientale in relazione alla concezione di sicurezza della Russia. La mancata comprensione della civiltà ovvero della cultura di politica estera di un paese può essere causa di errori strategici gravi.

Il settore dell’Europa orientale costituisce, storicamente, uno spazio di diretta influenza russa. Caratterizzata da una stretta integrazione sociale, culturale ed economica che si è determinata tra le popolazioni, con ad esempio, la presenza di reciproche minoranze etniche, l’area dell’Europa orientale vede la Russia per dimensioni, potenza e rilievo culturale esercitare il ruolo di Stato egemone nelle relazioni bilaterali con i paesi del suo estero vicino. Un ulteriore elemento che può aiutare a comprendere il comportamento della Russia è dato dal senso di specialità con cui viene percepita la storia russa. Da questo senso di specialità discende una peculiare concezione del ruolo del paese nel mondo quale vettore di civiltà universale. Tale percezione si è espressa, storicamente, con l’idea di “terza Roma” che a partire dal 1453, sta ad indicare il ruolo universale della Russia quale custode di una civiltà peculiare ed “erede” dell’antica Roma. Soprattutto questa visione della Russia quale baluardo di una cultura specifica si è sviluppata in riferimento al ruolo del Paese quale nazione depositaria e protettrice della fede Cristiana Ortodossa.

La fede ortodossa, in particolare, è uno degli elementi che insieme alla lingua, maggiormente caratterizzano gli stati dell’Europa orientale determinando di fatto l’esistenza di una civiltà comune che ha come centro di irradiazione la Russia. Data la concezione che la civiltà e la cultura russa ha di sé, possiamo dedurre come il comportamento degli attori statuali, anche in contesti di crisi, va ben oltre la dimensione prettamente economica o di potenza con la quale, sovente, la si circoscrive. In relazione alle nozioni sopra delineate, si può analizzare la geopolitica Russa in Europa Orientale entro il quadro della cultura e delle direttrici tradizionali di politica estera russa.

La Russia è al centro di una sfera di influenza che analizzata sotto il profilo politico e culturale comprende Bielorussia e Moldova, Ucraina Serbia e Bulgaria, include l’area caucasica e si estende sino al Kazakistan.

In quanto potenza regionale, la Russia sviluppa una propria dottrina di sicurezza esterna, in riferimento ai suoi interessi strategici.

In particolare l’Ucraina, in quanto Stato contermine con la Russia ha per essa evidenti implicazioni strategiche. Essa ha pertanto, un ruolo chiave per la sicurezza russa, ma anche un ruolo che è storicamente e culturalmente di primaria importanza per lo Stato russo.

Nell’arco della storia moderna a partire dal 1654, il territorio ucraino è stato oggetto di diverse sfere di influenza, tra cui quella polacca ed austro-ungarica e russa. Storicamente terra di frontiera tra Oriente ed Occidente, l’Ucraina ha integrato, come del resto tutti i paesi dell’Europa orientale, diverse etnie gruppi religiosi e culturali. Tale assetto, nonostante la prevalenza della identità ucraina, ha determinato una configurazione non omogenea del paese che ne ha condizionato la stabilità interna ed il ruolo internazionale.

Come noto l’Ucraina è caratterizzata da profonde divisioni etniche la cui principale è quella tra russi ed ucraini.

Questa ripartizione si articola su di un asse est – ovest. Il paese può essere suddiviso in una sfera occidentale, la cui etnia è in maggioranza ucraina, ed una orientale, prevalentemente popolata da russi ovvero da popolazioni russofone.

Sulla base di questa frattura etnica si può rinvenire uno degli assi interpretativi dell’attuale conflitto geopolitico.

La combinazione tra il possibile riassestamento strategico dell’Ucraina in chiave occidentale, in connessione con una più assertiva politica estera russa, hanno riattivato antiche e profonde tradizioni geopolitiche e legami di civiltà che si sono riacutizzati nella crisi attuale. Il comportamento della Russia rispetto alla Crimea ed alla Ucraina orientale, va rintracciato nella tradizione culturale e geopolitica “universalista” della Russia quale protettrice dei popoli slavi caratterizzati dalla comune fede ortodossa. Ovviamente a quest’aspetto vanno integrati elementi di carattere strategico legati al rischio per la sicurezza russa di una inclusione dell’ Ucraina nella sfera di influenza occidentale. Un ulteriore elemento in grado di suffragare quanto affermato in merito al ruolo decisivo della geografia, la storia e la cultura quali fattori decisivi negli assetti politici, strategici e negli assetti complessivi degli stati è fornito dalla recente costituzione dell’Unione eurasiatica tra Russia, Bielorussia, Kazakistan, Tagikistan e Kirghizistan. E’ evidente come in atto vi sia la volontà da parte russa di affermare il proprio ruolo su scala regionale e questa strategia passa anche attraverso linee di divisione culturale.

Lo scenario illustrato ha delle evidenti implicazioni per la sicurezza dei paesi europei. La destabilizzazione di un confine cruciale come quello dell’Europa orientale rappresenta per i paesi dell’Unione europea un problema della massima rilevanza. L’UE ha un ruolo decisivo nella attuale crisi. Attraverso il conflitto in Ucraina si stanno ridefinendo gli assetti strategici e territoriali dell’ Europa orientale.

Nell’ambito dello scenario sopra delineato, operante su più scale, va a collocarsi il ruolo dell’Unione Europea che è chiamata, nella cornice dei limiti della politica di sicurezza e difesa comune, ad elaborare una propria politica di sicurezza in grado di contemplare la complessità dei fattori in gioco al fine di elaborare una strategia complessiva nelle relazioni con la Russia e con l’Ucraina che dovrà necessariamente tenero in conto il fattore culturale per la comprensione delle modalità di azione e le strategie, pena l’incapacità di operare efficacemente nel contesto degli scenari di crisi attuali.

Ciro Luigi Tuccillo

(foto: archivio presidenza russa)