APX STRIKER, l’ultima nata di casa Beretta

(di Tiziano Ciocchetti)
22/11/17

Negli ultimi anni si è registrata una grande attività nel settore delle pistole, la Beretta con la nuova APX presenta un’arma che si distacca completamente dai progetti precedenti dell’industria di Gardone Val Trompia. Il largo utilizzo di tecnopolimeri, il posizionamento della sicura sul grilletto (in modo da accorciare i tempi di reazione) nonché altri accorgimenti per ottimizzare l’impugnatura, a seconda delle esigenze dell’utilizzatore, rappresentano solo alcune delle innovazioni introdotte sulla nuova Beretta.

L’APX si caratterizza per una linea squadrata, dovuta soprattutto alla geometria del carrello; la canna non esce fuori dal castello e tutte le linee dell’arma sono ottimizzate per facilitarne il trasporto e l’estrazione. Il castello della APX è caratterizzato da nove profonde scanalature, per migliorare la presa quando si arma la pistola, magari quando si indossano dei guanti o con la superficie bagnata. In caso di emergenza si potrebbe armare anche con una mano sola, appoggiando in verticale la parte superiore del castello e le mire anteriori su di uno spigolo e spingendo verso il basso.

Un’altra importante novità è costituita dal percussore, del tipo lanciato, quindi interno. Inoltre tutta la meccanica è installata su di un telaio, una culla ottenuta con lamiera d’acciaio piegata e sagomata; in tal modo si ha una separazione tra la carrozzeria e la meccanica, aumentando la resistenza agli urti. Anche la manutenzione viene semplificata grazie al ricorso di componenti modulari.

La canna ha una lunghezza di 108 mm - rispetto a una lunghezza totale dell’arma di 192 mm – con sette righe destrorse (probabilmente una futura versione militare avrà una canna leggermente più lunga per consentire il montaggio di un silenziatore). Sotto di essa è stato realizzato un attacco standard tipo Picatinny, per montare accessori, come torce e puntatori luminosi. Il sistema di puntamento su mire metalliche vede la presenza di un mirino posteriore e di una tacca di mira anteriore, facilmente identificabili anche in condizioni di scarsa visibilità.

Ovviamente la Beretta ha prestato molta attenzione al rapido smontaggio della pistola, infatti azionando una apposita leva (che viene fatta ruotare verso il basso) è possibile disarmare il percussore (de-cooking) in sicurezza. In questo modo si può smontare l’arma in sicurezza senza espellere l’eventuale colpo in canna. Anche al sistema di scatto è stata prestata particolare attenzione, con l’adozione di una corsa corta. La versione militare ha uno scatto più forte, in quanto gli inneschi del munizionamento militare di norma sono più resistenti alla percussione, per motivi di sicurezza.

La sicura si trova posizionata sul grilletto, di spessore elevato, in questo modo il trasporto avviene sempre con l’arma in sicura.

Il caricatore è stato realizzato senza ganci interni ma ricorrendo ad un gradino sulla parte esterna per il suo bloccaggio in posizione, con pulsante per lo sgancio reversibile. Nella sua parte inferiore vi è in pad di gomma/polimeri TPE che migliora il controllo se si utilizza l’arma appoggiando il calcio ad una superficie orizzontale.

La versione in 9x19 mm ha la capacità di 17 proiettili, mentre quella in 9x21 mm e .40 S&W ne contiene 15.

L’impugnatura viene fornita con tre dorsalini, di diverso spessore, da sostituire in base alle dimensioni della mano del tiratore.

Per lo smontaggio campale non è necessario alcun attrezzo, si ottengono sei assiemi principali. Il peso dell’APX varia a seconda delle versioni e può andare, a vuoto, dai 780 agli 800 grammi. Lo spessore massimo dell’arma è di 33 mm e l’altezza di 142 mm.

La nuova pistola della Beretta è stata collaudata in ambiti molto difficili, saturi per esempio di polveri fini, in presenza di temperature molto alte e molto basse. I risultati sono sempre stati all’altezza delle aspettative, dimostrando una grande affidabilità, fattore non trascurabile per un’arma destinata sia agli impieghi di polizia che militari.

(foto: Beretta)